Storia di un antico Bambino Gesù. La supplica Chiesa Cattolica
Questa statuina di Gesù Bambino, alta circa 50 cm, ha una storia bella, antica e significativa.
Risale alla fine del 1800. Apparteneva alla mamma di Antonio Giampietro, coniugato con Clara Pastore. Questi sono i genitori del carissimo amico Danilo, loro figlio unico. Per molti anni ho visitato, nei primi venerdì del mese in onore del Cuore Sacratissimo di Gesù, per la Confessione e la Comunione, la signora Clara, nipote del noto canonico beneventano don Raffaele Pastore. Clara ha custodito per tanti anni la pregiata statuina del Redentore, affidando al figlio Danilo il compito di donarla, dopo la sua morte, al sottoscritto.
Di fatto, nel dicembre dello scorso anno, Clara è ritornata alla Casa del Padre alla veneranda età di 98 anni. Danilo nei primi giorni di agosto è venuto a portarmela. Il tempo aveva lasciato segni e lesioni, alcune dita infrante ed i capelli malandati. Allora ho affidato il restauro ad un bravo artista di San Gregorio Armeno in Napoli e dopo tre mesi il Bambinello è ritornato al suo antico splendore.
L’amico Cosimo Colavolpe ha provveduto a fotografarlo ed Emiliano di Grafica Mellusi, a stampare 4.000 cartoline con la supplica a Gesù Bambino, “Dio di speranza nella desolazione”, che ho composto per l’occasione, aggiungendovi il logo del Giubileo del 2025, che inizierà il 24 dicembre prossimo con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, e ci vedrà per un anno “pellegrini della speranza che non delude”.
Attraverso questa pregiata immagine e la supplica, formulo a tutti un Santo Natale del Signore. Che sia colmo di pace e di speranza.
MONSIGNOR PASQUALE MARIA MAINOLFI
▪ SUPPLICA A GESU’ BAMBINO ▪
Vieni a noi Dio di speranza nella desolazione
Caro Gesù Bambino, nostro Redentore,
ritorna nuovamente in mezzo a noi, discendi
dalle stelle o Re del cielo, su quest’aiuola
che ci fa tanto feroci, cerchiamo Te, luce del
mondo, chiara stella del mattino e sole senza
tramonto.
Ora i Tuoi piedi poggi su questa
terra ferita, ma guardi ancora con nostalgia
il Cielo, perché tra noi tiranneggiano
odio, violenza, guerra e la pace ritarda
il suo apparire.
L’infinito abisso della Tua
umiltà scuote la nostra presuntuosa supponenza,
a Nazaret, Tu Parola eterna uscita dal
Silenzio, da Dio ti fai Uomo con l’Incarnazione,
nel grembo materno della Vergine, deserto
fiorito che profuma di trinitario Amore.
Al Calvario, Tu Signore della storia, Ti
fai Servo sofferente, solidale con tutti i desolati
e oppressi della terra, nel mentre effondi
lo Spirito consolatore, sorgente d’ogni
dono.
Nel Cenacolo infine, Tu Fonte dei miracoli,
Ti nascondi nell’Eucaristia, anticipo
di Paradiso, mentre avanziamo come mendicanti
e pellegrini di speranza, verso la Patria
promessa.
Se non ci fossi Tu Gesù, si spegnerebbe il
sole, invece T’invochiamo nella notte oscura,
spezza le nostre catene e placa il nostro
cuore inquieto con la fulgida luce della Tua
venuta.
In questo deserto, che toglie il respiro,
traccia per noi, un sereno e sicuro sentiero
di pace, in mezzo a queste dune che
turbano e contristano l’anima: vieni Signore
Gesù, Maranatha. Vergine Maria, che hai
unito in Te il cielo con la terra, intercedi per
noi, adesso e sempre.
Amen