Giovanni Severini: dal Sannio a Seattle. A colloquio con il Principal Group Program manager della Microsoft Cronaca

Eccoci tornati nel nostro spazio dedicato al rilancio dei nostri beni culturali e ai sanniti che si fanno onore nel mondo. Protagonista della nostra intervista è Giovanni Severini, Principal Group Program manager di Microsoft con sede a Seattle negli Stati Uniti. Lo ringraziamo per la disponibilità e ci teniamo a sottolineare, in apertura di questo pezzo, quanto ci riempia di orgoglio poter scrivere dei suoi successi professionali.

Dott. Severini, da piccolo quali erano le sue passioni? Ci risulta, se non ci hanno informato male, che le piaceva molto lo sport e la fotografia.

Si, e’ corretto, ma non solo. Anche la musica è sempre stata una mia passione (e la usero’ in questa intervista). Riguardo lo sport, ho sempre praticato la pallavolo, e tutt’ora gioco in dei campionati amatoriali qui nella zona di Seattle. Ovviamente seguo il calcio italianao, e l’altra mia passione sportiva e’ il rugby.

Quando frequentava il Liceo Scientifico “G. Rummo”, una scuola ancora oggi di eccellenza per il territorio, l’informatica muoveva i primi passi e i PC erano dei veri e propri scatoloni. Immaginava, già allora, allo sviluppo che avrebbe avuto il suo lavoro in questo campo?

Permettimi innanzitutto di dire che sono molto orgoglioso di aver frequentato il Liceo Scientifico Rummo, al punto che qualche mese fa ho anche acquistato la felpa della scuola. E pensa che la mia passione per l’informatica e’ iniziata proprio durante i primi anni del liceo. Erano i primi anni ’80, chiesi come regalo ai miei un Commodore Vic20. Fui immediatamente stregato dalla logica ferrea che la programmazione, o il coding come viene oggi chiamato, impone. E il primo programma serio che ho fatto lo usammo per gestire i risultato delle elezioni scolastiche proprio al Rummo. I professori mi vedevano come un marziano....

Sappiamo che la sua esperienza lavorativa si è svolta in molte aziende leader del settore della tecnologia come Ericson, Accenture e Microsoft e che ha soggiornato in paesi come la Svezia, il Regno Unito, la Francia, la Turchia, l’Egitto e anche in molti luoghi del Medioriente per poi approdare all’attuale destinazione di Seattle negli USA. Le è piaciuto molto viaggiare?

Pensa che sto scrivendo le risposte a questa intervista da un aeroporto....Ho sempre adorato viaggiare, ma ho iniziato a farlo relativamente tardi. Quando fui assunto da Accenture, diedi subito la mia disponibilita’ a viaggiare, e mi spedirono immediatamente in Francia. Da li’ non mi sono piu’ fermato, ed ho vissuto e lavorato in 11 Paesi del mondo. Il viaggio e’ parte integrante di una delle mia caratteristiche piu’ spinte, la curiosita’. Viaggiare e scoprire come si lavora, si vive, si crede, si ama nel resto del mondo, aiuta a diventare molto piu’ tolleranti, inclusivi, aperti. Ti aiuta ad uscire dai soliti luoghi comuni nei quali noi italiani siamo purtroppo fortissimi: noi siamo stati i primi, i migliori, i piu’ colti, siamo il paese dove si mangia meglio, si vive meglio etc. etc. Poi scopri che ci sono societa’ altrettanto millenarie, altrettanto colte, altrettanto attente al cibo, solo che sono diverse dalla tua. Viaggiare, conoscere mondi, persone, culture e’ una delle cose che rende una vita degna di essere vissuta. Se volete sapere un po’ di piu’ della mia filosofia sul viaggio, potete ascoltare la canzone “Viaggiate” di Gio Evan.

Vorremmo che come responsabile per Microsoft della connettività del Sistema Operativo Windows, del Cloud Printing di Azure e del progetto Provenance, per tracciare l’origine e l’autenticità dei contenuti digitali, ci parlasse, in breve, del C2PA (Coalition for content provenance and authenticity), il nuovo standard mondiale sulla certificazione delle immagini.

I nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa rendono possibile creare audio, video e immagini realistiche e convincenti che falsificano o alterano l’aspetto, la voce o le azioni delle persone. Spesso vengono chiamati “deepfake”. I costi di creazione sono bassi e i risultati sono sorprendenti.

Da oltre un decennio stiamo cercando di affrontare i rischi di manipolazione connessa a tali strumenti. Il problema è in espansione e ciò comporta un pericolo potenziale per le nostre elezioni. In vista delle primarie del New Hampshire, gli elettori hanno ricevuto telefonate automatiche che utilizzavano l’intelligenza artificiale per falsificare la voce e le parole del presidente Biden. Questo è seguito dalla pubblicazione documentata di numerosi video deepfake a partire da dicembre del Primo Ministro del Regno Unito, Rishi Sunak. Attori malintenzionati possono dunque utilizzare l’intelligenza artificiale e i deepfake per ingannare il pubblico in un’elezione. Come molte altre questioni tecnologiche, la nostra sfida più basilare non è tecnica, ma completamente umana e culturale. C2PA (Coalizione per l’origine e l’autenticità dei contenuti) è un’organizzazione indipendente a no-profit che sviluppa uno standard per tracciare appunto l’origine e l’autenticita’ dei contenuti digitali. E’ uno standard aperto (tutti possono usarlo) e interoperabile (funzione indipendentemente dalla tecnologia che lo implementa). L’idea di fondo e’ quella di “etichettare” un contenuto, sia esso generato dall’IA o no, che tracci chi quel contenuto lo ha creato, come lo creato, quando, il tutto in maniera criptata e sicura. Se posso permettermi un’analogia non proprio ortodossa, è come l’etichetta di DOC o IGP che diamo ad un vino: i consumatori sanno che i vini che hanno quell’etichetta rispettano un disciplinare pubblico. Così i contenuti che avranno l’etichetta del C2PA danno agli utenti un livello maggiore di credibilita’.

Abbiamo appreso della sua nomina a primo Ambassador della Sannio Valley, riconoscimento assai meritato in quanto lei, uomo sensibile ed eccellente professionista, ha accettato di sostenere la mission “Digital Inside” dell’associazione per contribuire a fare del Sannio luogo di sviluppo e innovazione. Ci esprima qualche impressione in merito a tale riconoscimento.

Sono davvero contento che nascano iniziative come Sannio Valley e soprattutto che siano gestite da persone molto credibili, come Carlo Mazzone, in collaborazione con il Rettore di Unisannio Gerardo Canfora. Diciamo da decenni che il Sannio ha fortissime potenzialita’, pero’ finora quelle potenzialita’ non si sono mai espresse in pieno. Il digitale, che per sua natura non ha bisogno di vicinanza fisica a grandi centri e quindi non e’ necessariamente penalizzato dall’essere fuori dai circuiti nazionali e internazionali, puo’ rappresentare una speranza per il Sannio. Per questo ho accettato di buon grado di dare una mano, creando un ponte tra Sannio Valley e iniziative internazionali soprattutto sulla West Coast degli Stato Unitit.

È vero che per chi vive lontano dalla propria terra il legame con le radici diviene un bene ancora più prezioso? Quanto riesce a tornare nel Sannio?

Recentemente sono tornato spessissimo, anche a causa prima della malattia e poi della recente scomparsa di mio padre. Si mi piace molto tornare a Benevento, e’ il luogo dove sono cresciuto e dove tutt’ora ho delle amicizie e dei rapporti imprenscindibili.

Una meravigliosa canzone di Fiorella Mannoia di qualche anno fa diceva:

Imparare le lingue del mondo, imparare a parlare

A passare tra la pioggia e la polvere, tra la terra ed il mare

Che viaggiare non è solamente partire, partire e tornare.

Ma è imparare le lingue degli altri, imparare ad amare.”

Ecco, appunto, imparare a partire, ma anche imparare a tornare.

GIUSEPPE NICCOLÒ IMPERLINO