C'era una volta la Città Caudina Enti

E’ in discussione la validità della “Unione dei comuni Città Caudina”. Nel 2010, venne costituita l’Associazione tra i comuni Bonea, Cervinara, Montesarchio, Roccabascerana, Rotondi e San Martino Valle Caudina, a cui poi hanno aderito poi Airola, Arpaia, Bucciano, Forchia, Moiano, Pannarano e Paolisi, soprattutto come prospettiva di potere contrattuale con la regione Campania, a cui i comuni così uniti rappresentavano una città di oltre cinquantamila abitanti, con l’obiettivo, inoltre di sviluppo economico, servizi ed economicità, e immagine di un territorio tutelato, valorizzato, rispettato, in grado di fornire servizi sempre più efficienti con un risparmio di risorse.

L’Associazione dei comuni della Valle Caudina, nasceva pertanto per la promozione di servizi e funzioni associate, per poi costituire la “Città Caudina” che avrebbe identificato un territorio specifico con caratteristiche e tradizioni specifiche. La forma associata avrebbe dovuto perseguire l’obiettivo primario del contenimento della spesa, e quello della qualificazione dei territori migliorando la quantità e la qualità di funzioni e servizi, nel pieno rispetto dell’autonomia e della volontà dei singoli Comuni”.

La sede della Associazione fu stabilita a Cervinara, ed il primo presidente fu il sindaco Antonio Izzo. Fra gli obiettivi della stessa sono stati posti la realizzazione di un unico Distretto sanitario, trasporti adeguati, Tribunale unico, e valorizzazione del ruolo importante dell’Appia. Riduzione delle spese correnti e promozione degli investimenti, alleviare la situazione economica delle famiglie più disagiate, accrescere le entrate turistiche e migliorare la sicurezza urbana. Realizzazione di un Canile Caudino, mai costruito dopo una valutazione del progetto, la diffusione del Banco Alimentare e la realizzazione di un Portale turistico della Valle Caudina, ed infine integrare il servizio di Protezione Civile e di Polizia Municipale. Anche un incremento degli investimenti ed il coinvolgimento delle comunità locali, attraverso la stipula di appalti integrati per l’illuminazione, manutenzione, verde pubblico, rifiuti. Integrazione del servizio tributi, la redazione di un dossier con le opportunità di investimenti, ed infine la realizzazione della segnaletica “Città caudina”, e l’avvio di attività culturali-sportive in comune. Infine, nel programma era prevista anche la realizzazione di un punto di Pronto Soccorso. Un bel programma, un libro dei sogni di cui solo una piccola parte è stata realizzata, e nel frattempo una parte dei comuni aderenti è uscita dalla Associazione.

Nel 2014, comunque venne costituita la “Citta Caudina” fondata dai comuni di Bonea, Cervinara, Montesarchio, Roccabascerana, Rotondi e San Martino Valle Caudina, con un regolare Statuto, che ha stabilito regole di convivenza dei comuni aderenti. Fin qui la storia della “Città Caudina”, che non ha mai raggiunto i suoi obiettivi, o quanto meno solo una piccola parte. Allo stato attuale, dopo che il sindaco di Rotondi, dott. Antonio Izzo, nel lasciare la presidenza, sottolineò di passare il testimone al nuovo presidente consegnando “una scatola vuota”.

In questi anni, infatti, l’entusiasmo iniziale e tutti i buoni propositi si sono persi, e sono pochi i cittadini che ricordano l’esistenza di questa istituzione. E non a caso, il presidente attuale della Città Caudina, il sindaco di Roccabascerana, Roberto Grosso, intende chiedere lo scioglimento della stessa.

Il sindaco, infatti, ha convocato un incontro fra i sindaci componenti, per discutere della emergenza Covid che sta interessando la Valle Caudina, riunione che però a sua insaputa, era stata rinviata. E’ opinione di molti che le regole dell’associazione siano da cambiare, ed in particolare che i componenti del consiglio della Unione, non debbano essere i consiglieri ed i sindaci dei vari consigli comunali, in quanto gli stessi cambiano con il rinnovo dei consigli comunali e quindi è difficile per un sindaco che ha la carica di presidente solo per un anno, realizzare un’azione coordinata ed incisiva per il territorio. Ed infatti, fino ad oggi, nessuna ricaduta concreta e rilevante dell’Unione, è stata percepita dai cittadini della Valle.

LUCIA DE NISI