Luidig - Andrej Longo presenta la sua insolita fiaba nera dalla lingua sognata: Lu campo di girasoli In primo piano
Domani, giovedì 27 ottobre, alle ore 18.30, presso la Libreria Luidig di Benevento, allocata nel signorile Palazzo Collenea sito al Corso Garibaldi - 95, si terrà la presentazione del libro “Lu campo di girasoli” di Andrej Longo, che ha assicurato la sua presenza.
Risvolto
Il primo sorriso Caterina e Lorenzo se l'erano scambiato al party del sindaco – «Ca lo chiamava party picché faceva chiù moderno». Purtroppo sulla «vuaglioncella» aveva già messo gli occhi Rancio Fellone, il figlio dell'uomo più ricco del paese, e Lorenzo era solo il nipote dello scarparo. «Pirciò aviva deciso ca Caterina se l'aviva levare da la capa». Quella sera, però, lei gli aveva sorriso, e non aveva smesso di guardarlo mentre lui suonava la tammorra come mai prima. Da allora si erano visti di nascosto. E un giorno si erano perfino scambiati un bacio. Ma Rancio Fellone aveva deciso di togliersi a tutti i costi quello «sfiziamiento» e, con l'aiuto dei suoi degni compari Cicciariello e Capa di Ciuccio, era riuscito a scoprire che proprio il giorno della festa di Santu Vito Liberatore – quando l'intero paese si sarebbe ritrovato in piazza per scatenarsi nel ballo della pizzica – Caterina aveva appuntamento con Lorenzo nel campo di girasoli. «Ne lu frattiempo», due operai disoccupati, Dummenico e lu Professore (uno di quelli che ancora credevano al sogno della rivoluzione proletaria), si preparavano a dare una svolta alla loro vita... Per raccontarci questa insolita «fiaba nera» (una storia di amore e di violenza, di amicizia e di coraggio, che ha come sfondo un Sud affocato e sanguigno).
Andrej Longo si è inventato una lingua che non si identifica con nessuno dei dialetti del Meridione, ma ne contamina più di uno: una lingua che l'autore stesso dice di non aver costruito a tavolino, ma di avere «sognato». Il risultato è un impasto sorprendente e sapido, ricco di tutti i colori, i suoni e i sapori dell'estate mediterranea: dal giallo acceso dei girasoli al richiamo ossessivo e quasi minaccioso della tammorra, al gusto forte e deciso del vino Primitivo.