MOLINARA - Cirocco scrive al Pd sulle vicende della casa di riposo. ''Assordante il rumore del silenzio'' Politica

Il Partito Democratico non può tacere davanti ai fatti di Molinara, ovvero davanti alla chiusura della casa di riposo, al conseguente licenziamento di 17 lavoratrici, alla economia di una comunità che viene a compromettersi e soprattutto al territorio privato di un servizio di assistenza di prossimità in un’area dove più incidono questo tipo di bisogni”. Questa l’opinione di Rocco Cirocco, capogruppo di minoranza al Comune di Molinara, che ha inviato un documento alla segreteria provinciale del Partito Democratico, oltre ai vari esponenti locali e nazionali, per chiedere una precisa richiesta di intervento.

La mala gestione - spiega - è l’evidente causa della chiusura della struttura che costringe quasi 30 anziani a spostarsi in altri paesi dove questo tipo di servizi esistono e funzionano. Emerge, soprattutto, una scelta politica da parte dell’amministrazione da condannare. Non c’è stata la volontà di trovare soluzioni alternative.

Molinara - aggiunge Cirocco - vive nella più totale assenza di visione politica che si accompagna al disastro amministrativo dei conti pubblici, totalmente allo sbando. Sale il debito e chiudono i servizi. La politica è incapace di incidere.

Sono convinto che esistono temi su cui è assordante il rumore del silenzio, in particolare quando emergono questioni legate al lavoro e ai diritti.

Mi sono rivolto al Partito Democratico per chiedere di non ignorare le vicende di Molinara e della chiusura di una casa di riposo. Come me altri hanno deciso di sottoscrivere il documento.

Siamo certi che il Partito Democratico non sarà indifferente. Perché il mio partito è convinto - come tutti noi - che la politica ha il dovere morale di rivendicare il proprio ruolo e che non è consentito pensare che debba essere esclusivamente l’economia a dettare le priorità, il più delle volte sacrificando i diritti.

Molinara - sottolinea - deve imparare ad agire su più livelli di confronto. Non possiamo lasciare ancora campo e agibilità politica a chi ha portato in queste condizioni la struttura, i conti pubblici e il paese. Lo deve capire anche la Fondazione Attilio Emmanuele a cui pure si sta chiedendo di assumere un ruolo. C’è anche la necessità di restituire fiducia a quelle lavoratrici e a quei lavoratori che non hanno più trovato nella politica la difesa delle proprie istanze sociali.

Per quel che mi riguarda - conclude Rocco Cirocco -, discutere sulle questioni è l’unico modo che conosco per fare gli interessi dei cittadini, dei più deboli e di una intera comunità”.