Teniamocela stretta Politica

Insomma, ce la dobbiamo tenere.

Parliamo della nuova provincia delle zone interne, la Provincia del Sabato e del Calore, essendo questi due fiumi l'unico dato inconfutabile di un destino comune. E poiché essi, i fiumi, si congiungono a Benevento, proprio Benevento (punto di fusione delle acque) ne risulta la indiscussa capitale.

Pur non avendo accennato ai fiumi (è un copyright poetico al quale tengo molto) più o meno questo è il succo del discorso di Pasquale Viespoli ieri sera all'Hotel Il Molino. Che sorge, guarda caso, nell'edificio dell'antico molino Rummo, che si giovava delle acque del fiume Sabato, deviate attraverso il canale Morra.

Lasciando a tempi (e tavoli) futuri il discorso scientifico-teorico del riordino complessivo della baracca Italia (sopprimere tutte le province, sopprimere le regioni, fare la macroregioni, passare con la Libia o, meglio, con Dubai) e leggendo la norma in vigore, Benevento che perde la provincia e guadagna il ruolo di capitale di una provincia più grande deve dirsi fortunata.

Altro che Molisannio e bricolage geografici per racimolare questo o quel comune.

Viespoli ha ragione. Pensate che appena ha terminato il suo intervento, l'Italia che stava vincendo uno a zero con l'Armenia, ha subito il gol del pareggio. Una doccia gelata, si diceva una volta.

Mi sembra un segnale chiarissimo. Finché parla Viespoli, il futuro è radioso (Sole che sorgi...). Apre la bocca qualcun altro, prendiamo gol.

E, allora, sotto con Gioacchino Rossini: “Zitti zitti, piano piano, non facciamo confusione...”