8 Maggio festa della mamme Società

La lode di S.Bernardo alla Vergine, augusta Regina del cielo, scandita sul tema del sublime incontro tra umano e divino, dovrebbe essere letta in silenzio e commentata col cuore. Sono le parole più alte che siano degne della più eccelsa fra le creature. Umile ed elevata, Maria nel Paradiso è fiaccola ardente di carità come sole al meriggio, sulla terra è viva fonte di speranza.

Tanto è grande e potente la Vergine presso Dio che chiunque vuole la grazia e non ricorre a lei è come se sperasse di potere volare senza avere le ali. La sua bontà è tale che ella non solo soccorre chi la prega ma molte volte spontaneamente previene la stessa preghiera. Nella Vergine si raccoglie tutto quanto di buono può essere in una creatura, poiché è l’eccelsa tra tutte, uomini e angeli: è misericordiosa, capace di soccorrere chi soffre e chiede, pietosa, pronta a prendere parte al dolore altrui, generosa.

E’ la preghiera più bella che conosca e quella che racchiude in modo ineffabile le caratteristiche della Mamma per eccellenza, la più dolce, la predestinata “ ab aeterno” della redenzione e dell’incarnazione, la più misteriosa, la più innocente.

Mamma. La prima parola che fiorisce sulle labbra del bambino, e quella cui l’essere umano ricorre più spesso nel pellegrinaggio della sua vita. Come espressione di gioia o di dolore. Di meraviglia o di paura.

Una madre è sempre disponibile, sempre “ in servizio”, 24 ore su 24. E’ pronta a tutto, sempre e comunque. Non dice mai di no. Non la si vede mai stanca. E’ sempre giovane, per i figli, anche quando rughe profonde solcano il suo viso. La mamma non piange mai.E’ forte, potente, invincibile, quasi eterna.E’ raro che una madre pianga davanti al figlio.Piange in silenzio, quando è sola, quando nessuno la vede.

Una madre protegge i suoi figli, si farebbe uccidere per loro, anche a costo di contrastare il parere di chi le sta accanto. Proprio come “ ‘A Madonna d’e Mandarine “ di Ferdinando Russo.

“ Quanno ncielo n’angiulillo / nun fa chello c’ha da fa’, /’o Signore int’a na cella / scura scura ‘o fa nzerrà / Po’ se vota a n’ato e dice: / - Fa venì San Pietro ccà! / E San Pietro cumparisce: / - Neh,Signò, che nuvità? / - Dint’ ‘a cella scura scura / n’angiulillo sta nserrato :/ miettammillo a pane e acqua / pecché ha fatto nu peccato! / E San Pietro acala ‘ a capa / e risponne:- Sissignore! / Dice Dio:-Ma statt’attiento / ch’ha da sta’ vintiquatt’ore! / L’angiulillo, da llà dinto ,/ fa sentì tanta lamiente…/ -Meh, Signò, dice San Pietro, / pe’ sta vota …nun fa niente…/ -Nonzignore! Accussì voglio! / Statte zitto! Dice Dio;/ si no ognuno se ne piglia! :/ ‘ N Paraviso cummann’io! / E San Pietro avota ‘ e spalle. / Dalla cella scura scura / l’angiulillo chiagne e sbatte,/ dice ‘ e metterse paura! / Ma ‘ a Madonna, quanno ognuno / sta durmenno a suonne chine, / annascuso ‘ e tutte quante / va e lle porta ‘ e mandarine “.

Oggi la mamma non è quella del passato. E’ presa da tante mansioni che nel corso della giornata deve assolvere. Qualche volta è stanca, sì, e lo dimostra. Qualche volta piange pure e non riesce a celarlo ai figli. Forse è più fragile? Oggi alla maternità si arriva a tutti i costi, in tanti modi che la ricerca scientifica porta oltre ogni accettabile limite, nella roulette della vita su commissione: maternità favorite da cure ormonali, uteri “ in affitto”, embrioni di defunti usati per creare nuove vite, embrioni che viaggiano da un continente all’altro per eludere le leggi che non permettono certe cose,esperimenti di clonazioni.

Sembra che sia stato recentemente creato in laboratorio un utero artificiale che in futuro, perfezionando la scoperta, consentirà la nascita di bambini non più da una donna ma da una macchina che funziona per conto proprio. E che dire del recentissimo caso di due lesbiche americane, entrambe non udenti, che hanno deciso di avere un figlio sordo? Si sono rivolte a un amico, anche lui sordo, per avere il suo seme e fecondare una delle due. Così è nato Gauvin, il loro figlio. Sordo. Anche lui ha una mamma. Ma ogni nuova vita dovrebbe avere il diritto di diventare tale per se stessa non per far felice qualche altro. Com’ è strano il mondo…

MAMMA, SOLO PER TE LA MIA CANZONE VOLA

“ Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,

tu se’colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che il suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo nell’etterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui sei a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra’mortali,
se’di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz’ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.”

Dante –Il Paradiso- Canto XXXIII-vv.1-21

Elisa Fiengo

(Realtà Sannita anno XXV – n.8 / 1-15 maggio 2002 pag.4)