Benevento è una bella città ma poco curata Società

Grande accoglienza è stata riservata dai Beneventani a Massimo Cacciari quando è giunto nei pressi del teatro San Marco proveniente dal vicino corso Garibaldi, ad accompagnarlo gli organizzatori del primo Festival della Fede della città di Benevento. Massimo Cacciari è considerato tra i più grandi filosofi contemporanei: fisico asciutto e longilineo, barba inconfondibile e curata, dialettica spedita e penetrante, molto affabile con chi gli chiedeva autografi, dediche e pose per foto ricordo. Tra l’altro, l’illustre Filosofo, poco prima di salire sul palco per tenere la lectio magistralis sul tema “Il potere e il prossimo”, si è intrattenuto con giornalisti ed ecco cosa ci ha detto.

Professore, il tema della lectio è “Il potere e il prossimo”, ci dica qualcosa di più.

Tratterò una sorta di intreccio tra la tradizione filosofica con quella teologica. Potere e prossimità sono due termini equivoci fino a quando non vengono definiti e in tempi di crisi diventano ancora più equivoci. Comunque, cercherò di coniugarli con la massima chiarezza.

Potere e prossimo possono avere significati diversi in base ai contesti nei quali vengono utilizzati; del potere quale accezione tratterà?

Il potere ha la radice greca, kratos, che ci dice fare fino in fondo, realizzare perfettamente il fine. Solo Zeus poteva fare quello che voleva. Quindi l’idea limite del potere è ciò che penso, ciò che voglio posso fare. E poi con il secondo termine dei greci: potere è possibilità, con la possibilità di fare, e questo significato corrisponde al secondo timbro dei greci. Quindi potere come poter fare e con la possibilità di fare.

Ci ha parlato del potere così come veniva considerato nell’antica Grecia, e i latini come lo definivano?

Potere come potestas, come pater, quindi paternità. Allora abbiamo il potere pieno e assoluto del padre. Il potere, dunque, dovrà essere affiancato dall’autoritas, dall’autorità generatrice di sviluppo, di crescita; autorità che dà vita, che produce. Allora il potere è legittimo quando produce, quando fa crescere, insomma quando libera.

Può concretizzarci queste definizioni di potere?

Il potere ha senso se libera, se apre e cioè si approssima, che è prossimo. Nella parabola del buon samaritano il prossimo è, appunto, il samaritano; il samaritano ha potere, il ferito è angustiato, è sofferente, è dolorante che deve essere liberato dal potere esercitato da chi gli è prossimo, da chi gli è vicino. Il potere, detenuto da chi è prossimo, esercitato da chi è vicino, ha senso se libera le nuove generazioni angustiate, se le indica la strada di uscita dalle sofferenze, dalle ristrettezze, dai condizionamenti e le permette uno sviluppo, una crescita.

E per quanto riguardo il concetto di “prossimo”?

L’ho fatto rientrare prima nell’esempio del buon samaritano. E in senso più estensivo il prossimo è inteso come forza che ha chi detiene il potere che permette di liberare con il proprio aiuto il vicino dall’angustia, dal dolore. Ovvero, chi esercita il potere, chi è prossimo può liberare il vicino dalle sofferenze che patisce chi si trova in uno stato di angustia, quindi liberare chi è angustiato. Chi ha potere, insomma chi può fare, chi ha la possibilità di fare, chi ha l’autorità di fare, essendo prossimo, essendo vicino all’angustiato, al sofferente deve fare, ha la possibilità di fare, ha l’autorità di fare qualsiasi cosa utile affinché può liberarlo dalla propria situazione di dolore, di disagio indicandogli la strada della crescita, dello sviluppo.

Dove i nostri lettori possono leggere ed approfondire questi due concetti?

Sulle mie due ultime pubblicazioni: I comandamenti. Ama il prossimo tuo, edito da Il Mulino nell’anno 2011 e Il potere che frena, edito dall’Adelphi quest’anno.

Prima di arrivare qui, l’abbiamo vista passeggiare per il corso Garibaldi, cosa ci può dire della nostra Città?

Questa è la prima volta che vengo a Benevento, anche se ci sono passato nei pressi tante volte: in treno e in auto. E’ una bella Città, è una città storica, però ho notato un po’ di incuria in certi settori e poca pubblicizzazione dei monumenti: Arco di Traiano, Chiostro di Santa Sofia, Mura Longobarde e Teatro Romano.

Un’ultima curiosità. L’abbiamo chiamata con il titolo di professore, preferiva essere chiamato onorevole oppure sindaco?

Va bene così anche se sono stato deputato regionale, nazionale ed europeo e sindaco di Venezia per tredici anni, quindi più volte rieletto!

ANTONIO FLORIO

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