I responsabili ci sono, ma si tace. Intanto quattro docenti scrivono... Società
Dei raid notturni nelle
scuole di Benevento abbiamo ampiamente scritto su queste colonne ed
ogni ulteriore commento sarebbe da parte nostra ripetitivo. Questa
volta pubblichiamo qui di seguito il testo integrale di una lettera
firmata da quattro auterovoli docenti del Liceo Classico P.
Giannone di Benevento Paola Caruso, Amerigo Ciervo, Michele
Rinaldi e Nicola Sguera.
«Io so. Io so i
nomi dei responsabili dei raid notturni nella nostra scuola. Ma non
posso dirli, perché sono minorenni di uona famiglia».
Parafrasando il Pasolini del '74, dichiariamo tutta la nostra
rabbiosa impotenza nei confronti di una situazione insostenibile per
chi ritiene la scuola (pubblica) uno dei possibili luoghi di
rinnovamento di un'Italia in caduta
libera.
Nel Liceo
Classico ci sono stati nell'ultima settimana due raid notturni in
sequenza. È stato fermato un ragazzo di cui nulla si può
dire, anche se la sua identità è un segreto di
Pulcinella, così come l'identità degli autori dei
(due) raid precedenti. L'effetto devastante è che la
moltitudine di bravi ragazzi, e pensiamo soprattutto a quelli che si
alzano alle sei per venire dalla provincia, maturano una profonda
disillusione nei confronti di istituzioni (non la scuola, che ha le
mani legate) che tutelano giovani devianti, i quali fanno danni
enormi: distruggono (con aggravi di spese per la scuola e la
Provincia, che deve intervenire costruendo strutture di sicurezza
sempre più costose), imbrattano (costringendo a dissipare
risorse economiche per la pulizia), danneggiano la salute. Non ci
interessa in questo momento capire le motivazioni (non studiare,
poter andare un giorno in Villa comunale, vendicarsi di professori
esigenti, mostrare il proprio coraggio). Vogliamo, però, dire
delle cose a tutti i soggetti coinvolti:
1) ai giovani
responsabili vogliamo dire che ci piacerebbe guardarli in faccia,
alla luce del sole, e non protetti da quella oscurità in cui
agiscono come animali notturni, per poter loro - serenamente,
pacatamente - esibire il nostro disappunto e - serenamente,
pacatamente -, dismettendo per un attimo gli abiti curiali del
docente, poter dare qualche fraterno buffetto per redarguirli. Non si
equivochi o faccia dietrologia: abbiamo detto fraterno buffetto, e
non pensavamo ad altro. Siete figli di questa città, pensate
che l'appartenere alla classe dirigente di Benevento, alla sua
borghesia ricca e potente, vi metta al riparo da ogni rischio. Vi
sentite le spalle coperte, perché sapete che, qualunque cosa
accada, mamma e papà verranno in vostro soccorso, anche se
avete distrutto, bruciato, imbrattato la scuola e l'avete ripresa con i vostri costosi cellulari. Ci metterete
tempo a capire che il male non paga mai. Ma sarà,
probabilmente, troppo tardi;
2) alla grande maggioranza degli
studenti del Liceo vogliamo dire di non perdersi d'animo, di non
cedere allo sconforto. Continuate ad agire con responsabilità,
e difendete strenuamente il vostro diritto allo studio, isolando i
vostri compagni incoscienti e (socraticamente) ignoranti;
3) alla
palude che non partecipa attivamente alle attività
notturne, ma guarda con simpatia la possibilità di perdere
giorni di scuola, e attende con ansia il messaggio sul cellulare che
li avvisi del fatto, vogliamo dire: siete responsabili quanto gli
esecutori materiali. Fino a quando essi sentiranno la solidarietà
o l'ammirazione di una parte degli studenti, si faranno forza e
ripeteranno le loro eroiche imprese;
4) ai nostri colleghi
vogliamo dire che dobbiamo continuare a esercitare il massimo
dell'apertura al dialogo e alla disponibilità con la
stragrande maggioranza degli studenti, responsabili e maturi, e,
nello stesso tempo, il massimo del rigore nel dare seguito alle
delibere collegiali che garantiscano lo svolgimento dell'anno
scolastico, anche se questo dovesse costarci dei sacrifici. Nessuno
deve pensare che ci sia ombra di collateralismo o condiscendenza o
indulgenza nei confronti di questi atti;
5) ai genitori degli
alunni devianti vogliamo dire che la scuola è specchio
della società. Se le famiglie difendono usque
ad mortem i propri figli (anche di fronte
all'evidenza), pur vedendo in essi comportamenti poco rassicuranti,
se non collaborano con la scuola nell'inventare strategie di
contenimento ed educazione alla vita civile, la scuola non può
che soccombere. Ma che senso avrà avuto il processo di
formazione di questi ragazzi? Avranno imparato di essere legibus
soluti? Avranno imparato l'impunità?
E questo che volete? Assumete, dunque, anche voi, le vostre
responsabilità, ed iniziate a cercare con i docenti soluzioni,
anche dolorose, per plasmare cittadini responsabili e adulti, non
Lucignoli ignoranti e arroganti. Non vi barricate dietro l'idea,
sbagliata, che si tratta di gesta goliardiche tipiche
dell'adolescenza di ogni tempo. C'è una sistematicità
e una scientificità nell'agire dei vostri figli che dovrebbe
incutervi timore. Aiutateci ad aiutarli.
Benevento nelle solite
classifiche di fine anno appare in quasi tutte le voci alle ultime
posizioni. Crediamo che non si invertirà la rotta se non
iniziando dalle fondamenta. Per questo è necessario una vera e
propria rivoluzione nei costumi e nelle pratiche. La classe dirigente
di questa città (dagli uomini di legge ai medici, dai politici
agli imprenditori), che storicamente ha avuto nel Liceo Classico uno
dei suoi luoghi privilegiati di formazione, deve riflettere sulla
propria responsabilità e modificare il proprio atteggiamento
spesso difensivo e auto assolutorio. Il corpo docente deve agire con
rigore e trasparenza, aprendosi al dialogo sempre di più.
Il
pessimismo della ragione è bilanciato dall'ottimismo della
volontà. L'augurio è che il Liceo possa dedicarsi
senza pause alla formazione di una classe dirigente, di
professionisti, di studiosi, di imprenditori colti e retti, e che
l'intera città tragga beneficio da questa attività
svolta serenamente.
Paola
Caruso
Amerigo Ciervo
Michele Rinaldi
Nicola Sguera