Inventa un sito e diventa l'uomo più ricco del mondo. Ma fino a quando? Società

Caratteristica tipica di internet è che le innovazioni possono essere tanto radicali quanto improvvise. Un sito sorto appena ieri può assurgere prepotentemente a fenomeno di massa in un arco di tempo brevissimo. È accaduto con Facebook, con Google (che proprio nel mese di settembre ha compiuto 16 anni), Amazon, Yahoo e sicuramente accadrà ancora. Nella rete ultraveloce le ere sono molto più brevi di quelle geologiche.

Se dovessi scommettere su quale sarà il prossimo fenomeno, credo che punterei su Alibaba. Questo sito di e-commerce, che si pronuncia alla maniera anglosassone e non come Alì Babà, è stato ideato nel 1999 dal cinese Jack Ma, ma è giunto alla ribalta soltanto nell’ultimo anno, dopo aver gestito, nell’arco del 2013, un volume d’affari superiore a quello dei siti di Amazon e eBay messi assieme. Appena sbarcato in borsa a Wall Street, la quotazione delle sue azioni ha toccato livelli astronomici, rendendo il suo fondatore uno degli uomini più ricchi del mondo.

Dopo il lancio trionfale negli Stati Uniti, c’è da aspettarsi un approdo di successo anche in Europa; e quando Alibaba sarà disponibile anche nel nostro paese, converrà tenerlo subito d’occhio per vedere se sia più o meno conveniente dei siti analoghi già esistenti (quale appunto il colosso statunitense Amazon). I quali a loro volta elaboreranno di sicuro nuove strategie di marketing per non essere schiacciati dall’ultimo arrivato.

Le leggi basilari dell’economia valgono anche nel mercato online: un maggior numero di competitori porta ad una concorrenza più agguerrita tra essi e ad una maggiore scelta per i consumatori, i quali decideranno di volta in volta su quale sito effettuare i loro acquisti.

In molti a dire il vero temono che Alì Babà possa portare con sé anche i 40 ladroni; ovvero, fuori di metafora, che questo sito cinese di e-commerce diffonda quelli che sono i principali difetti dei prodotti del paese del drago più diffusi nel mondo: una qualità molto bassa proporzionale ai prezzi ed un abbondare di marchi contraffatti.

Dobbiamo sperare che, prima di sbarcare nel vecchio continente, il padrone di Alibaba sia in grado di soddisfare i requisiti previsti dalle nostre leggi comunitarie. In caso contrario, quella di Alibaba potrebbe finire per rivelarsi l’ennesima bolla destinata a scoppiare, per la rovina di tutti quelli che hanno investito i loro risparmi nelle azioni della neoquotata società.

Sì perché, come recita l’antico detto, chi troppo in fretta sale, altrettanto repentinamente può precipitare, e la cosa vale ancora di più per quel che riguarda internet. Solo il tempo saprà dirci se il nome esotico di questo sito di e-commerce cinese diverrà presto familiare a tutti o se invece finirà dimenticato.

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO

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