Oggi non sei nessuno se non hai una pagina facebook, un profilo twitter, o un sito Società
Come si misura l’indice di popolarità e di gradimento di una celebrità? E come si fa a distinguere chi è una celebrità da chi semplicemente gode di una momentanea ed effimera notorietà? Fino a dieci, quindici anni fa, il metro infallibile della fama erano le apparizioni in tv o sui mezzi di comunicazione di massa, ma oggi questi sono stati sopraffatti dallo strapotere mediatico di internet, con l’unica differenza che sulla rete chiunque può aprire un sito, senza per questo diventare automaticamente un vip.
Allora come possiamo esser certi che un personaggio per cui stravediamo e che oggi ci sembra godere delle luci della ribalta, non cada nel dimenticatoio in tempi brevi, o addirittura brevissimi? Oggigiorno le star, quale che sia il loro background artistico e culturale o la loro provenienza (siano cioè artisti, scrittori, divi del cinema o della tv o semplici personaggi emersi in trasmissioni popolari benché privi di alcuna dote o merito), tengono moltissimo ad avere visibilità e si affidano spesso, oltre che ai consueti agenti, a pubblicitari specializzati nel marketing multimediale (esistono appositi corsi di laurea in materia, facoltà di recente istituzione e da cui escono laureati che trovano una collocazione molto più facilmente di altri che provengono da facoltà più tradizionali), i quali provvedono con solerzia e dedizione a tappezzare il web con l’immagine (forse non sarebbe esagerato definirla “icona”) dei loro clienti.
Perché oggi non sei nessuno se non hai una pagina Facebook, un profilo su Twitter, un sito internet dotato di blog ed una pagina costantemente aggiornata su Wikipedia. Tutte cose piuttosto semplici da realizzare ed alla portata di tutti, al punto che anche un tredicenne con un po’ di tempo libero può allestire tutto ciò nell’arco di un pomeriggio, o anche meno. Il guaio è che poi queste pagine rimarranno deserte, saranno destinate a prendere polvere (solo in senso figurato, s’intende), senza dei contenuti che attirino una numerosa folla di follower, per rubare un termine ben noto agli utenti di Twitter.
È così che, per restare sulla cresta dell’onda, più che l’aspetto o l’accessibilità di un sito o di una pagina Facebook, conta quanto spesso vengono aggiornati, e soprattutto con cosa: inutile dire che i contenuti vanno calibrati in relazione al personaggio a cui si cerca di dare visibilità; se le divette post-adolescenti che si barcamenano tra film e singoli musicali possono postare foto e filmati in cui esibiscono gli abitini appena acquistati per i loro chihuahua, le stesse immagini sarebbero ridicole se messe in rete da uno scrittore impegnato a pubblicizzare il suo ultimo libro, magari in lizza per un importante premio letterario. Costui piuttosto pubblicherà un video su Youtube relativo ad un recente convegno al quale ha partecipato. Questo per far capire come la differenziazione dei contenuti sia importante, dato che non tutti i personaggi famosi si rivolgono allo stesso pubblico.
Senza contare poi che tanta pubblicità, tanta ostentazione, può avere un rovescio della medaglia se ad essere resi pubblici, magari inconsapevolmente, sono momenti imbarazzanti della vita privata o anche pubblica dei divi, dai tanto temuti fuori onda che hanno fatto la fortuna di alcuni programmi televisivi, fino a dichiarazioni sconvenienti rilasciate a caldo, magari senza riflettere, per non dire poi di materiale rubato, come possono essere delle foto sexy o dei video a luci rosse (eppure, per molti personaggi, anche questa è pubblicità positiva).
In definitiva, anche su internet vale la regola che s’insegna a scuola quando si fanno i primi temi: la forma è importante, ma il contenuto lo è ancora di più.
Saluti dalla plancia,
CARLO DELASSO