Ridi che ti passa Società

Oggi mi sono fatta una bella risata. Non mi capitava da parecchio, anzi non mi ricordavo più quando è stata l’ultima volta. Qualcuno senz’altro starà commentando: beata te! Come hai fatto? Eccovi serviti. Ho letto sul Corriere che il buonumore, come l’esercizio fisico, è una vera medicina. Con tanto di indicazioni per il dosaggio: chi riesce a farsi una bella risata (che duri almeno 15 secondi), per un totale di un quarto d’ora di ilarità al giorno, aiuta le sue coronarie a rimanere sane.

A raccomandare la ”comicità in pillole” sono i ricercatori dell’Università del Maryland a Baltimora, che hanno presentato i risultati delle loro ricerche a Parigi, al congresso annuale dell’European Society of Cardiology. . Oggi gli esperti dedicano una grande attenzione al rapporto fra fattori psicologici e salute. E fanno bene, vista la crisi economica globale che stiamo vivendo, una crisi che fa prevedere, per i prossimi mesi, un aumento del 15 per cento degli eventi cardiovascolari in Europa, così come era avvenuto in Irlanda dopo il crac del 2010. Non è stata la notizia a farmi ridere.

Anzi. Già gli antichi dicevano che il riso fa buon sangue. O anche: ridi che ti passa. Hanno scoperto l’acqua calda questi ricercatori. Cercano cercano e che trovano? Cose già risapute. Ma è stato il leggere che ogni giorno, signori, per stare bene e per non incorrere in malattie cardiache, dobbiamo ridere per un quarto d’ora, di cui una risata della durata di 15 secondi. Ma dove la troviamo la voglia di ridere? Credo che nemmeno sotto solletico riusciremmo a farlo.

Non c’è momento della giornata che non siamo bersagliati da cattive notizie. Ne vogliamo ricordare qualcuna? La crisi economica ci sta sfibrando e spremendo come limoni di Sorrento( C’è più succo, quindi c’è da ricavare di più), la “ gente”, come diceva “Caramella” nei film di Totò, ci sta mettendo da anni le mani nelle tasche al punto che ci ha strappato anche quelle, la Borsa mondiale che va su e giù come una caponata( forse sono le cipolle), il tasso di disoccupazione sale vertiginosamente e ognuno di noi ha un figlio, un fratello, una nipote in queste condizioni.

Le malattie imperversano e ne nascono ogni giorno di nuove e strane. Sembra che i virus e i microbi, simili a quelli che sono presenti in tv nella pubblicità di detersivi, magari mentre stiamo cenando, si siano alleati e abbiano esclamato: “ diamo una prova a questi ominicchi cosa significa essere uniti e compatti”. I produttori di stoffe piangono in cinese perché serve sempre meno stoffa per vestire (sic!!) le donne e i sarti di gonne piangono in turco perché non se ne usano più, visto, che le donne girano solo in pantaloncini, meglio ancora in mutande.

E come facciamo a ridere? E questa è una faccia della medaglia. L’altra è che dovrebbero risuscitare Troisi, Sordi, Totò, Macario, Bramieri e tanti altri che hanno allietato le nostre serate degli anni 60 e credo che continuino a farci ridere perchè ci siamo ridotti che solo vedendo i loro film riusciamo a strappare qualche amara risata. Molto amara. La risata deve essere suscitata da qualcuno o qualche situazione, altrimenti ridere senza motivo è da stupidi.

Il riso - sentenziavano i latini - abbonda sulla bocca degli stolti. Potrebbe essere utile quel tigrottino, che vendono nei motel, che si rotola su se stesso e ride in maniera schizofrenica? Chissà! Tanti anni fa, quando ero bambina, esisteva il “sacco della risata”: se lo prendevi a pugni, cominciava a ridere. E ridevamo! Che stupidi!

Provo a farvi ridere. Un tizio arriva con la macchina, piuttosto scassata, davanti a Montecitorio, e posteggia proprio in mezzo alla strada. Un vigile gli si avvicina e gli dice: Ma cosa fa? Non si può parcheggiare qui! Perchè? Come perchè? Perchè qui ci passano Ministri, Deputati, Senatori, ...”. E il tizio: E che mi frega? Tanto io ho l'antifurto!

Aaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” (Come si ride su Facebook).

ELISA FIENGO

lisafiengo@gmail.com