Una tomba da restaurare una personalità da ricordare Società

Clino Ricci, il giovane legionario fiumano amico di D'Annunzio, fondatore dei primi fasci beneventani e morto a soli 26 anni per una banale infezione dentaria, sepolto a Paduli, ha avuto un destino oltremodo crudele, anche da morto.

È finito dimenticato da tutti nonostante avesse avuto una vita intensissima e non pochi meriti riconosciutigli da studiosi e politici dell'epoca simpatizzanti e avversari. Oggi anche la sua tomba a Paduli, giace da tutti dimenticata nonostante contenesse un'autentica opera d'arte, ovvero il medaglione della sua effige, opera dello scultore Edgardo Simone definito dal prof. Massimo Guastella dell'Università di Lecce uno dei più fini artisti dell'epoca.

Il prof. Guastella tempo fa proprio dalle colonne di questo giornale che già si era interessato al caso, lanciò un appello alla comunità di Paduli di dare il giusto risalto al monumento sepolcrale per darne lustro rattandosi di un'esperienza che rientra non solo nella revisione storica della figura del Ricci ma anche nella salvaguardia di un episodio storico-artistico facente parte del patrimonio culturale del territorio nei primi decenni del Ventesimo secolo: la storia si conserva tutta oltre le ideologie del momento e sono certo che la vostra comunità non mancherà di dimostrare la propria sensibilità culturale.

Chi scrive, per convinzione personale e tradizione familiare, non ha certo simpatie per alcun tipo di fascismo ma ritiene che i tempi sono maturi per riconoscere ed onorare la memoria di chi con lealtà e disinteresse si è battuto per una società giusta mantenendosi fedele ai propri ideali.

Nella sonnolenta e spesso un po' ipocrita società sannita ci sarà pure qualcuno che ha un po' di coraggio?

Sia per prima l'Amministrazione Comunale di Paduli, ovvero la città che ha dato i natali a Clino Ricci, a dire la sua.

GIANCARLO SCARAMUZZO