Il Benevento sbanca il 'Ceravolo' e si regala il Lecce Sport

Qualcuno dice: “Non c’è due senza tre”. Qualche altro: “I corsi e ricorsi storici di Machiavelli e Vico sono sempre attuali”.

Una cosa è certa: il Benevento ha “mandato all’inferno” il Catanzaro, e, per la terza volta consecutiva ha avuto ragione, in clima play-off, dei giallorossi calabresi. Insomma, la storia si è ripetuta e la cabala si è dimostrata, almeno questa volta, amica della “strega”!

Era successo una prima volta nella stagione ’97-97 quando i giallorossi beneventani riuscirono a strappare il pass per la finale al Catanzaro (poi persa con la Turris) grazie al 2-0 della gara di ritorno, arrivato dopo il pareggio a reti bianche del “Ceravolo”; il bis nel torneo ’98-99, quello terminato con la storica promozione in C1 della premiata truppa giallorossa di Franco Delli Santi e Renato Pedicini nella finale contro il Messina allo stadio di Lecce, quando il Benevento pareggiò 1-1 in terra calabra e vinse, poi, nell’allora Santa Colomba per 2-1.

Ora la terza edizione nei confronti del Catanzaro, forse anche la più bella ed anche inattesa.

Infatti, per la gara del “Ceravolo” di domenica scorsa i pronostici erano tutti per i padroni di casa, che avevano concluso una stagione senz’altro da incorniciare. Squadra meno perforata del girone quella calabra con appena 17 goi subiti ed una media dello 0.53 a partita, una sola sconfitta in casa nella prima parte del torneo (contro L’Aquila il 22 dicembre), record dei pareggi (ben 16), tre sole sconfitte nell’intero campionato (contro Perugia, Frosinone e L’Aquila). Insomma, numeri da brividi per la squadra di Brevi, che, per giunta, poteva giocare sul terreno amico, in uno stadio stracolmo, con l’appoggio di quasi 7000 tifosi, in un clima certamente favorevole.

Da parte sua che cosa poteva contrapporre il Benevento, con al seguito meno di 400 tifosi? Di possedere il migliore attacco del girone con 58 gol segnati, 1,81 a partita, e di annoverare tra le proprie fila Felice Evacuo, capocannoniere del girone, per il secondo anno consecutivo, con 16 reti

Soprattutto, però, di avere sulla propria panchina un certo Fabio Brini, gran maestro di promozioni, avendo vinto già tre play-off con Ancona, Salernitana e Carpi.

E proprio ciò ha fatto la differenza. Da una parte il fiuto del gol della “strega” (che ha giocato in maglia bianca) con Melata e Padella ha mandato all’inferno il Catanzaro, dall’altra il “mago” Brini ha preparato la gara in modo perfetto, dimostrando ancora una volta le sue indiscusse qualità. Del resto, già da un paio di settimane, a play-off oramai nel cassetto, l’allenatore marchigiano andava rassicurando tutti ripetendo che queste gare uniche sono speciali e diverse.

Così è stato, ha avuto ragione, perché il Benevento, mettendosi alle spalle gufi e pronostici contrari, la gara del “Ceravolo” l’ha fatta propria alla grande, soffrendo si, soprattutto nel finale, ma mettendo in mostra tantissima grinta, spirito di adattamento all’ambiente trovato, determinazione, forza di reazione, cattiveria agonistica. Insomma, per Mengoni e compagni una partita perfetta, come il tecnico aveva chiesto.

Ed alla fine è venuta la meritata vittoria ed il passaggio alle semifinali, tra la gioia dei circa 400 beneventani presenti al “Ceravolo”, che hanno potuto affrontare con gioia il lungo e tortuoso viaggio di ritorno lungo una Salerno – Reggio Calabria sempre difficile da percorrere. Questi circa 400 veri e propri temerari, certamente tifosi con la “t” maiuscola, meritano di essere tenuti da esempio per tutti coloro che hanno che hanno, invece, preferito restare in città seguendo la gara via web o tramite qualche TV locale. Poi, a sera inoltrata, nel piazzale del Santa Colomba l’abbraccio di tanti tifosi alla squadra, tornata con il pullman sociale, ed ai tifosi andati a Catanzaro.

Che cosa aggiungere della “battaglia” del Ceravolo?

Soltanto che si è trattato di una “passeggiata” fantastica, di una gara combattuta fino alla fine. Il Benevento era riuscito ad andare in vantaggio con Melara, su un perfetto assist di Evacuo, poi è venuto il pareggio dell’ex Germinale sull’ennesimo errore di Baiocco, ma ad un quarto d’ora dalla fine ci ha pensato il centrale Padella a rimettere le cose apposto ed a consegnare al Benevento la semifinale con il Lecce.

Tutti sugli scudi i giallorossi, con una menzione speciale per Di Deo e Melara tra i migliori in campo, e per Evacuo che questa volta non ha segnato ma si è tanto sacrificato per la squadra. Questa volta soprattutto in difesa non ci sono stati cali di tensione, anche se preoccupano le tante sviste di Baiocco. Per la doppia sfida con il Lecce certamente il pipelet giallorosso dovrà essere più sicuro e determinato perché il ruolo che ricopre è fondamentale. E su questo dovrà lavorare Brini nei prossimi giorni.

Ora il doppio confronto con il Lecce, che ha concluso il torneo al terzo posto e domenica scorsa ha avuto ragione del Pontedera soltanto dopo una interminabile serie di calci di rigore.

Si inizierà domenica 18 al “Vigorito”, poi il 25 trasferta allo stadio di Via del Mare, che tanti bei ricordi ha per la “strega”. Proprio lì, come ricorderà, il lontano 13 giugno 1999 il Benevento riuscì a conquistare il ritorno in C1, battendo il Messina per 2-1. Anche allora, se la mente non ci tradisce, era una “domenica elettorale”, come sarà quella del 25 maggio. Insomma…corsi e ricorsi (facendo i debiti scongiuri), per quella gara che questa volta potrebbe portare i giallorossi a disputare la finale contro Frosinone o Pisa.

Una volta per sempre la “maledizione” play-off può essere sfatata. Con questa è l’undicesima partecipazione agli spareggi di fine d’anno (sei ai play-off di C2 e quattro a quelli di C1) ed in una sola circostanza i colori giallorossi sono usciti vittoriosi (la gara di Lecce contro il Messina).

E’ giunto il momento di dare un calcio alla sfortuna e di cambiare la storia negativa!

GINO PESCITELLI

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