Solenni celebrazioni in città ad un anno dalla morte di Giovanni Paolo II Chiesa Cattolica

Il 2 aprile del 2005, alle ore 21 e 37 si consumava silenziosamente la lunga Via Crucis di un uomo straordinario. Il cuore di Giovanni Paolo II smise di battere dopo aver espresso il desiderio di andare alla casa del Padre: “Lasciatemi andare!”. Il mondo conobbe la manifestazione di una forza indomabile nell’estrema condizione della debolezza umana. Quanti circondavano in quell’ora solenne e drammatica l’amato pontefice avvertirono come naturale intonare non la preghiera dei defunti ma il Te Deum, il canto di ringraziamento a Dio per il dono di Giovanni Paolo il Grande. L’umanità aveva seguito con trepidazione la sofferenza e il passaggio al Padre di Karol Wojtyla. Fu un tempo straordinario di grazia. Le folle lo compresero e giunsero da ogni angolo della terra superando disagi di ogni genere. In Piazza San Pietro tutti gridarono: Santo subito! Tutti avevano percepito che Giovanni Paolo era un uomo di Dio da invocare come Santo. Ad un anno di distanza continua ininterrotto il pellegrinaggio silenzioso e devoto alla tomba semplice e luminosa dell’amatissimo Papa dei malati e dei sofferenti. Ne giungono ventimila ogni giorno depositando fiori e numerosi biglietti per consegnare al grande Pastore, che ha traghettato l’umanità nel terzo millennio, un gemito, una speranza, una confidenza. La gente chiede l’intercessione di Giovanni Paolo II, lo ritiene un Santo e lo invoca soprattutto come patrono dei giovani, della famiglia e dei tribolati. La sua morte è stata l’estremo atto d’amore offerto a Dio per i cristiani, per i credenti, per tutti gli uomini. Eletto Pontefice il 16 ottobre 1978, a 58 anni. Per 26 anni sulla Cattedra di Pietro fino all’età di 85 anni. Da giovane stupì il mondo e spiazzò i potenti. Da anziano commosse tutti per la tenacia e la profonda serenità con cui offrì a Dio la sua malattia e il suo dolore. Il 13 maggio 1981entrò per mano di Alì Agca nel santuario del dolore e della sofferenza nel quale sentì più intensa la vicinanza con coloro che soffrono. Dopo aver viaggiato in ogni angolo del mondo, come Mosè sulla vetta del monte Nebo davanti alla terra promessa tanto sognata e a lui proibita, si abbandonò fiduciosamente nelle mani dell’angelo della morte dicendo il suo ultimo Amen. Il Signore tanto amato e testimoniato si avvicinò al suo capezzale e con un bacio gli prese la vita e l’anima e spalancando le porte del Paradiso consegnò questa grande guida della Sua Chiesa alla Vergine Maria che l’aspettava sorridente sulla porta per abbracciarlo e introdurlo nella festa dei Santi. Quella di Giovanni Paolo è un’eredità che la morte non può soffocare e la tomba non può contenere. Ora la vita del Servo di Dio, entrata nell’eternità, è come affacciata alle balaustre del Cielo e continua nel grembo della Chiesa, attraverso l’intercessione, a favorire la inarrestabile crescita dell’umanità perché il fiume degli uomini e delle donne di ieri, di oggi e di domani raggiunga il mare della eterna felicità di Dio. Benevento che Papa Wojtyla visitò il 2 luglio 1990 non lo ha dimenticato e ovunque implora la sua protezione, perché prima di ogni cosa egli ha saputo amare e perciò è Grande! L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor Hominis” di Benevento, ad un anno dall’ingresso in Cielo del Servo di Dio Giovanni Paolo II, venerdì 7 aprile, nella chiesa cittadina di San Gennaro lo ricorderà alle ore 18.00 con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal direttore dell’Istituto e alle ore 19.00 con la esecuzione del Requiem di Mozart a cura dell’Orchestra sinfonica Eufoniarchè e del Coro del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. A dirigere il concerto sarà il M° Mons. Valentino Miserachs Grau, di origine spagnola, canonico di Santa Maria Maggiore e Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra. L’Istituto “Redemptor Hominis” diffonderà inoltre in diecimila copie l’immaginetta dell’amato pontefice con la preghiera, approvata dall’autorità ecclesiastica, per implorare grazie per intercessione del Servo di Dio Giovanni Paolo II. E’ il segno della gratitudine a chi continua a vivere tra noi pur avendo raggiunto il traguardo. PASQUALE MARIA MAINOLFI