Educare ai sentimenti Cronaca

È sabato 27 maggio quando Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza, nonostante i numerosi messaggi del compagno con i quali la prega di tornare, non fa più rientro a casa.

Non si tratta della trama di un giallo di Agata Christie, bensì dell’ennesimo omicidio sulla scia di uno dei copioni più letti: un uomo dalla faccia d’angelo uccide la propria donna.

È dopo che Giulia scopre della doppia vita del compagno che egli decide di ucciderla brutalmente. Sì, lo decide: non siamo di fronte ad un caso di raptus improvviso di rabbia; abbiamo di fronte un caso di omicidio premeditato. Almeno trentasette coltellate che sono il segno tangibile di un uomo in preda alla sola e piena consapevolezza di volersi liberare di lei. “Ora sono libero” è infatti il testo del messaggio che l’assassino ha inviato all’altra donna subito dopo aver ucciso Giulia.

Lucidità, freddezza ed un cuore capace a non scalfirsi nemmeno al pensiero che quella donna portava in grembo suo figlio. Giulia, una donna che avrebbe voluto continuare la sua vita con e per suo figlio Thiago, una donna che non aspettava che sentire il suo primo gemito, vederne gli occhi, gioire dei suoi continui progressi. Voce, occhi e progressi che non solo non sentirà e vedrà la mamma ma che il piccolo Thiago, pronto ad affacciarsi alla vita, non ha avuto né avrà mai la possibilità di mostrare a nessuno.

Tanti i consigli scaturiti da questa vicenda, da “Dobbiamo insegnare alle donne a salvarsi” a “Donne, non presentatevi all’ultimo incontro”. Ma come è possibile capire che si tratterà dell’ultimo incontro? E se pur non presentandosi a questo fatidico ultimo incontro, il partner decidesse di presentarsi sotto casa o sul posto di lavoro?

Bisogna scardinare l’idea che le donne debbano imparare a salvarsi ed iniziare a far propria l’idea che invece ci sia bisogno di educare alla non violenza, sin da bambini, di genere maschile o femminile che siano.

È questa la chiave di rapporti sani, basati sul rispetto di se stessi e degli altri e di conseguenza le solide fondamenta per costruire, mattone dopo mattone, una società accogliente e priva di stereotipi di qualsiasi tipo.

NOEMI RICCIARDI