1475: Benevento sede del Giubileo Cultura

Nel 1469, Papa Paolo II - il veneziano Pietro Barbo - nominò il benedettino mons. Corrado Capece Arcivescovo di Benevento.

Il Capece apparteneva a nobile famiglia napoletana di origini sorrentine. Un suo antenato del XIII secolo fu nominato da Manfredi di Svevia Vicerè di Napoli. Un altro, di cui egli perpetuava il nome, vissuto nello stesso secolo, fu signore di Atripalda e Vicario di Corradino. Imprigionato dagli angioini, fu accecato e, poi, impiccato.

Il neo Arcivescovo aveva ricoperto vari incarichi, prima di approdare alla guida della metropolia beneventana. Era stato, infatti, Abate dei monasteri benedettini di Manfredonia e di Aversa, nonché maestro di palazzo di Paolo II.

Quando il Capece entrò nella sua sede episcopale trovò una città attraversata da tensioni e da disordini, derivanti dai tentativi di rivendicazioni territoriali portati avanti prima da Giovanni d’Angiò e poi da Ferdinando d’Aragona (più noto come Ferrante), Re di Napoli.

In particolare, quest’ultimo, già in conflitto con il Papa per l’investitura del Regno di Sicilia, reclamava la restituzione del Ducato di Benevento, che era stato già in possesso del padre Alfonso.

Il Pontefice seppe resistere alle politiche di annessione della città sannita e per pacificare gli animi, con bolla del 12 maggio 1469, invitava l’Arcivescovo Capece ad essere prudente nell’amministrazione dell’Arcidiocesi «fluctuantes turbinos sedare, justitiae terminos colere». Con tale bolla, il Papa conferiva, inoltre, al pastore beneventano anche l’incarico di Governatore della città. Incarico che mantenne fino al 1473, sostituito da un tale Francesco Scannasorci, il cui cognome la dice lunga sull’attività di qualche suo antenato.

A suggellare l’accordo intervenuto tra Regno di Napoli e Santa Sede, il nuovo Pontefice - Sisto IV - sul finire dell’Anno Santo del 1475 destinò Benevento, con propria bolla, ome sede del Giubileo, prorogandolo fino al mese di agosto dell’anno seguente.

Cosi i napoletani vennero a Benevento non come conquistatori, ma nella veste di pellegrini! “E Re Ferrante -scrive Grassi- diede l’esempio ai sudditi perché si guadagnassero l’intelligenza giubilare. - Un secolo dopo - nel 1575 - Gregorio XIII riconfermerà il privilegio della Porta Santa.

La bolla pontificia stabiliva che i pellegrini dovessero visitare a Benevento, oltre il Duomo, le seguenti quattro chiese, che erano la testimonianza della cristianità della città sannita:

- San Bartolomeo

Il 15 ottobre del 489, le ossa dell’apostolo Bartolomeo, portate dal principe Siccardo, giunsero a Benevento.

Diffusosi nella zona il culto del Santo, l’Arcivescovo Landolfo dispose nel 1112 la costruzione di una chiesa.

Nel 1430, l’Arcivescovo Gaspare Colonna abbellì la chiesa, realizzando tre cupole.

Nell’Anno Santo del 1475, la chiesa era nel massimo del suo fulgore.

- Santa Sofia

La chiesa, ardita costruzione a pianta circolare, inserita in un esagono, oggi patrimonio dell’Unesco, fu costruita nel secolo VIII dai Longobardi. L’annesso monastero, affidato ai monaci benedettini cassinesi, sarà un punto di riferimento culturale per tutto il meridione.

Nel suo chiostro, Paolo, diacono di Aquileia, scriverà l’Historia Longobardorum.

- SS. Annunziata

La chiesa esistente nell’Anno Santo del 1475 era ancora quella costruita nel 664 dal duca longobardo Grimoaldo a ridosso delle mura cittadine.

Gravemente colpito dal terremoto del 1465, l’edificio sarà opportunamente sistemato ad opera dei governatori della città. Per le sue ampie dimensioni, era utilizzata anche per le riunioni e per le assemblee cittadine.

Sisto IV la sottrarrà alla giurisdizione arcivescovile per affidarla all’amministrazione apostolica.

- San Lorenzo

Anche questa chiesa fu costruita dai Longobardi sulla riva sinistra del fiume Calore, nei pressi della Porta San Lorenzo, una delle otto porte della città. Sisto IV, con proprio decreto, l’affidò ai frati minori con l’obbligo di custodire un’immagine della Vergine delle Grazie, rinvenuta in una chiesetta nei pressi di Porta Somma.

E per questo motivo la Chiesa, in seguito, sarà detta di Santa Maria delle Grazie.

Fra gli avvenimenti che hanno caratterizzato la millenaria storia di Benevento, bisogna annoverare anche la celebrazione dell’Anno Santo del 1475-76.

GENNARO IAVERONE