Antichi legami di potere: il cardinale beneventano Astorgio Agnesi Cultura
Giovanni de Nicastro, patrizio beneventano, arcidiacono della Metropolitana in “Descrizione dell’Arco di Traiano”, 1723 scriveva: “risplende questa città parimenti per la nobiltà delle sue famiglie le quali fioriscono di qualità e di numero. Di qualità perché vi si noverano le maggiorasche famiglie del Regno di Napoli, anche Grandi di Spagna. Di numero perché sono 79 le suddette famiglie”.
La consultazione di antichi testi locali, e in particolare del manoscritto sulle famiglie nobili beneventane del celebre Mario Della Vipera del 1632, mi hanno aiutato a identificare una famiglia beneventana di nobile lignaggio, oggi estinta, di cui resta come testimonianza uno stemma araldico inciso su un blocco di pietra della torre campanaria del Duomo.
Prima di scoprirlo, ricordo a tal proposito cosa scrisse l’avv. Enrico Isernia, nella citata sua Istoria di Benevento (1883, vol.II): “alcune di queste famiglie benché estinte da più secoli, sono note tuttora per aver dato il nome ad alcune contrade della città e ad alcuni latifondi di cui si compone il contado di Benevento, come le famiglie: Ruffina, Aulivola, Fragola e Mascambruno. Il patriziato di Benevento, tranne qualche famiglia di antica nobiltà romana, nacque e venne in fiore nel lungo periodo della dominazione longobarda, ma delle antiche famiglie la cui nobiltà sale all’epoca longobarda non avanzano ora che le sole famiglie della Vipera e Morra”.
L’amore per la città natale, e il vivo desiderio di contribuire, sia pure modestamente, ad arricchire le radici della nostra cultura, mi hanno spinto, con l’aiuto del nostro drone, a svelare cosa si celi dietro un’antica insegna (foto), dove due spade con le punte in basso e con una dentatura attorno il campo, sono da secoli incisi in un blocco di pietra della cella campanaria del Duomo.
Sto per raccontarvi la storia di un Arcivescovo e Cardinale della Cattedra Beneventana legato alla famiglia Agnesi.
Il Manoscritto di Mons. Della Vipera ben tradotto e interpretato dal dott. Mario Chiavassa nel suo libro edito nel 1960, fondamentale per conoscere la memoria della Famiglia Agnesi, ci tramanda che: “questa nobil casa ha la sua origine da Napoli di dove venne con l’occasione di essere stato promosso all’Arcivescovato di Benevento, Astorgio Agnesi che meritò di essere promosso al Vescovato della Guardia”.
Da un ulteriore approfondimento, si scopre che tale famiglia era di origini normanne, e possedeva feudi fin dal tempo di Carlo I d'Angiò (1226 - 1285).
Un Mignanello fu Capitano della Regina Giovanna I, un Giacomo era Cavaliere alla corte di Roberto d’Angiò, un Lancillotto fu Governatore di Gaeta. Dal ramo detto Pomarici, che prendeva nome dal feudo omonimo, uscì il Cardinal Astorgio (1391 - 1451) detto anche «spada in faccia», dalle due spade raffigurate nel suo stemma.
Questo stemma araldico, inciso all’interno della cella campanaria sulla sommità della torre, lato ponente, sembra confermare l’importanza dell’Episcopato di Astorgio Agnesi, esercitato dall’8 febbraio 1436 fino alla sua morte - al 10 ottobre 1451 (le spoglie riposano in Santa Maria sopra Minerva a Roma).
Si legge in una breve descrizione ( I pastori della Cattedra Beneventana, 1969) che a questo Arcivescovo e Cardinale, dopo aver dato prova di saggezza e prudenza nelle chiese di Malta, Ravello, Melfi, Ancona, e infine di Benevento, furono affidati delicati incarichi.
Nonostante siano trascorsi oltre 500 anni, una mia recente ricerca ha confermato il peso del potere che deteneva il Cardinale beneventano Astorgio Agnesi. Consultando l’archivio e i registri della memoria degli Sforza, ho avuto modo di leggere il contenuto di sette missive scritte e indirizzate da Francesco Sforza (primo duca di Milano) sia al Papa Niccolò V che al Cardinale di Benevento Astorgio Agnesi. Delle diverse sollecitazioni e raccomandazioni scritte da Francesco Sforza alle due massime cariche del tempo, desidero evidenziare il breve contenuto di alcune di esse:
â–ª Francesco Sforza raccomanda Raffaele Caimi al Cardinale beneventano Astorgio Agnese, perché venga immesso ai servizi del Papa Niccolò V. (missiva n. 126 del 24 ottobre 1450 - Milano)
â–ª Francesco Sforza supplica il papa e il cardinale beneventano Astorgio Agnesi di promuovere a vescovo titolare Benedetto de Dovaria, assecondando il desiderio dei cittadini parmensi. (missiva n. 102 del 21 gennaio 1451 - Lodi)
â–ª Francesco Sforza raccomanda al Papa Niccolò V e al Cardinale beneventano Astorgio Agnesi, l'aretino Giovanni Santo Spinari per una prebenda nell'episcopato di Arezzo. (missiva n. 277 dell’11 febbraio 1451 – Lodi)
â–ª Francesco Sforza chiede al Papa Niccolò V e al Cardinale beneventano Astorgio Agnesi di concedere che i frati Giovanni da Carnago e Paolo Lampugnani, domenicani e cappellani ducali, abbiano la dispensa di vivere in convento e fuori convento e possano avere benefici tanto di cura d'anime che diversamente. (missiva n. 465 del 19 marzo 1451 - Milano)
Cosa lega gli Sforza al Cardinale Agnesi? A Benevento, se c’è una storia da riscoprire, questa è sicuramente quella degli Sforza che hanno dominato la città di Benevento dal 1418 a ben oltre il 1424. Il capostipite della gloriosa dinastia, nonché combattente per una compagnia di ventura, Giacomuccio Attendolo, detto successivamente Sforza 1369 - 1424, ottenne la signoria di Benevento dalla regina Giovanna II d’Angiò - Durazzo. Tra i tanti figli messi al mondo (tra cui Francesco Sforza) almeno tre sono nati e documentati proprio a Benevento (Bartolo, Leonardo e Pietro). Pietro, così come ricordato anche dal governatore di Benevento Stefano Borgia, nacque dal secondo matrimonio con Caterina Alopo, morta nella Rocca dei Rettori nel 1418.
Nell’Archivio storico provinciale di Benevento vi è un documento originale in cui Papa Martino V, a seguito della morte improvvisa di Giacomuccio Sforza, scrive una lettera al Comune e anche al popolo, per implorare Francesco Sforza a restare a Benevento per governarla. Incoraggiato da questi scritti del Papa, Francesco Sforza, non esitò, stabilendo così il suo comando a Benevento, seppur per un breve periodo solo successivamente scelse di andare a Milano, e veder così nascere il suo Ducato.
Per maggiori approfondimenti circa una possibile discendenza degli Sforza ancora viva nella nostra città, si invita a leggere un recente articolo pubblicato su “la Provincia Sannita n. 1/2020” dal titolo “il Leone degli Sforza a guardia della Rocca”, consultabile anche online sul sito istituzionale della Provincia di Benevento.
CESARE MUCCI