Avella tra storia millenaria e tipicità agroalimentari Cultura

Avella è una cittadina della provincia di Avellino, da cui dista poco più di venti chilometri, è conosciuta come Città d’Arte per le pregevoli rovine fra cui i resti delle mura del castello medievale e le vestigia dell'anfiteatro romano, monumenti che vanno assolutamente visitati.

L’area archeologica quale primo nucleo del Parco Archeologico dell’antica Abella, precedente denominazione di Avella, racchiude l’unico monumento oggi aperto al pubblico della città della colonia romana. La costruzione dell’anfiteatro risale al I sec. a.C., esso è situato poco lontano dal centro storico della città antica, dove sorgevano abitazioni del periodo sannitico.

Nella piazza, ove sorge il palazzo baronale, si può ancora vedere l’antica struttura dell’anfiteatro raffigurata sulla base di una statua di età Antonina. Per la valorizzare del patrimonio culturale in una logica di sviluppo del territorio è stata istituita dalla​ Provincia di Avellino la Fondazione Sistema Irpinia, presieduta da Donatella Cagnazzo.

Per arrivare ad Avella con l’auto bisogna seguire l’autostrada A16 in direzione Bari, uscire a Baiano, proseguire su SS 7 bis per 3 chilometri.

Virgilio chiamò Avella “malifera” per la presenza di alberi da frutto in grande quantità, pertanto le eccellenze agroalimentari del territorio sono note da tempi remoti, la più nota coltivazione è quella della nocciola. Essa prende il nome proprio da questo comune, il nocciolo in lingua latina si chiama nux avellana. La collocazione del territorio è fra le più favorevoli per la coltivazione del nocciolo. La nocciola è il frutto per eccellenza che rappresenta la produttività e la cultura della città di Avella.

Tra noccioleti, vigneti, oliveti e frutteti ad Avella anche il sottobosco dà i suoi preziosi frutti come ad esempio l’aglio orsino, detto anche aglio selvatico, dalle ottime proprietà dimagranti e disintossicanti, e di cui gli orsi bruni ne vanno ghiotti dopo il letargo invernale per riprendere la carica energetica.

L’impero romano, inoltre, considerava l’Irpinia la propria riserva di grano. Negli anni l’oro giallo irpino è diventato un elemento indispensabile per la realizzazione del piatto mediterraneo d’eccellenza: la pasta.

C’è tanto da scoprire ad Avella porta dell’Irpinia, cultura e salubre gastronomia, rinomata per il patrimonio archeologico inestimabile che racconta le sue origini romane, paesaggi e tradizioni, colline innevate, boschi dove la natura non è stata violata.

HARRY DI PRISCO 

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