Ebrei in Benevento, una pagina di storia rivelata da Giuseppina Luongo Bartolini Cultura

Ebrei in Benevento (secc. XII-XVI). Dalla via della Giudecca al Serralium è un saggio pubblicato nel 2000 dalle Edizioni Realtà Sannita, autore Giuseppina Luongo Bartolini. La poetessa e saggista, scomparsa l'estate scorsa, non era nuova a ricerche storiche su personaggi e luoghi della città di Benevento (di lei si ricordano Santi di Benevento, 2002, Paesaggi culturali nella Benevento dei secoli XVI-XVII-XVIII, 2004; e, ancora, Nicolò Franco beneventano, 1996, Salvatore Sabariani 1805-1854, unitamente a molti altri).

Nel testo dedicato alla presenza di una sviluppata e fiorente comunità ebraica nel Capoluogo sannita, la Bartolini individuò anche i resti dell'antica sinagoga, racchiusa in un piccolo slargo del Corso principale. Benevento, al pari di molti Comuni campani, ospitò una comunità ebraica dalle origini secolari.

La prova di ciò viene dal ritrovamento di due lapidi, databili al V sec., dedicate ad Acholitus Senior e Faustinus Senior. La prima testimonianza storica certa della presenza di Ebrei a Benevento è segnalata verso l'836, durante il principato di Sicardo, Principe longobardo. 

Intorno all'anno mille, l'importanza della comunità Ebraica beneventana si accrebbe soprattutto grazie all'intensificarsi dei rapporti con gli ebrei pugliesi per il commercio del grano. Benevento era agevolata dalla sua felice posizione, situata com'era nel punto in cui l'Appia antica si collegava alla via Traiana. Nel 1165, in città, risiedevano circa 1200 ebrei e l'esistenza del quartiere ebraico è storicamente attestata nel 1198. Tra conversioni forzate, editti pontifici ed ordinanze, la vita della comunità non fu facile e non mancarono angherie e soprusi. Nel 1496, Papa Alessandro VI riconobbe agli Ebrei beneventani il pieno diritto di risolvere le loro controversie utilizzando il tribunale rabbinico. Ma si trattò di fortune alterne, soprattutto in seguito all'insediarsi, in città, di un Tribunale dell'Inquisizione. È attestato che, sul finire del 1400, l'attività principale della comunità ebraica beneventana era divenuta il prestito.
Fonti alla mano, Ebrei in Benevento svela retroscena e cita fonti, approfondisce tematiche, sviscerando contraddizioni ed aprendo nuove, interessanti domande. Ancora oggi si pone come un'opera utilissima -ed assai richiesta- per conoscere una pagina di storia della nostra Città. Tanto, a nostro avviso, da meritare una ristampa.
F.R.