ESCLUSIVO - Giuseppe Polvere, il medico che scoprì l'acqua minerale a Pago Veiano Cultura
Tra le personalità illustri che hanno fatto parte della storia di Pago Veiano, vi è quella del medico chirurgo Giuseppe Polvere, il quale fu bisnonno del politico italiano Nicola Polvere (1833-1915).
Scarne sono le notizie sul personaggio, delle cui pubblicazioni una prima volta mi parlò lo storico e amico Andrea Jelardi, di San Marco dei Cavoti, appassionato biografo delle storie di famiglia, nonché fondatore del Museo Modern, proprio nel grazioso centro fortorino.
Essendo, a mia volta, appassionata di storia locale e non essendomi mai occupata nel dettaglio di questa preclare figura della storia paesana, nei giorni scorsi ho pensato che fosse arrivato il momento di colmare questa lacuna.
Ho cercato in lungo e in largo le due pubblicazioni che, all’epoca, mi furono segnalate da Jelardi, ma senza risultato. Tuttavia, grazie alle indicazioni del personale della Mediateca Provinciale di Benevento, è saltato fuori qualche indizio.
In una lettera scritta da Gennaro Polvere, anch’egli medico, discendente di Giuseppe Polvere, si parla rapidamente dell’attività di quest’ultimo. La lettera è spedita nel 1833 dalla terra di Pago ad un fraterno amico di Gennaro, il dottor Melchiorre Imbimbo, il quale l’anno prima aveva pubblicato in Napoli un opuscolo dal titolo Sul Cerretanismo Medico. Osservazioni del Dottore in Medicina, e Chirurgia Melchiorre Imbimbo.
Gennaro Polvere molto si complimenta con l’amico per avere smascherato gli impostori dell’arte medica che traggono in inganno le ignare vittime. Con tale opera, afferma Gennaro Polvere, l’autore ha “disingannato i creduli” che cadono nella trappola dei “falsi seguaci di Esculapio, e divengono disgraziatamente le vittime dell’ impostura”.
Quasi subito, nello scritto, l’autore ricorda il proprio avo, Giuseppe Polvere, di cui parla in questi termini:
▪ Giuseppe Polvere mio Avo paterno dopo aver fatto i suoi studii filosofici presso i rinomati Genovesi, e Campolongo, nonché gli studii Medici presso gl’ immortali Vairo, Cotugno, Bagno, e Cirillo, esercitò con molto lustro, e fortuna la sua Professione. Fu Medico Ordinario nell’Ospedale Militare di Benevento, sotto il Principe di Cutò; Generale delle Armi di Ferdinando I. (di felice rimembranza.) Assoggettò al comun criterio varie sue produzioni, e tra le altre - Dissertazione sul li componenti, e proprietà Medicinali dell’acqua Minerale della Terra di Pago del Dottor Fisico Giuseppe Polvere Benevento nella Stamperia Arcivescovile. Anno 1776 (Fonte: All’Egregio Professore Sig. Melchiorre Imbimbo - Epistola di Gennaro Polvere. La lettera si può scaricare gratuitamente in formato pdf da Internet).
C’è poi un libro di Michele Torcia intitolato Relazione dell’ultima eruzione del Vesuvio accaduta nel mese di Agosto di questo anno 1779, Presso i Raimondi, dietro il Banco della Pietà, Napoli 1779, dove, alla pagina 122, si parla dell’attività di Giuseppe Polvere.
E qui la cosa si fa interessante, perché il Polvere avrebbe scoperto delle acque acidule, o minerali o termali.
Torcia, parlando delle varie zone della Campania e della Puglia dove sono state rinvenute acque di questo tipo (Ischia, Andria, Montefusco, Pozzuoli, Baia, Agnano, Telese, Napoli, Castellammare, Montella, Villamaina ecc.), ad un certo punto scrive che:
▪ una terza (sorgente) ne ha scoperta e riattata ad usi umani D. Giuseppe Polvere Medico zelante di Pago nelle vicinanze di quel feudo della illustre casa Majo e di Terraloggia appartenente al modello del garbo cavaleresco il Duca di S. Demetrio Pignatelli.
Dunque, nella terra di Pago, divenuta Pago Veiano per regio decreto del 1863, nelle posizioni indicate nello scritto, sarebbe presente una sorgente minerale.
Tuttavia, acque e sorgenti non sarebbero state l’unico interesse scientifico di Giuseppe Polvere, in quanto egli studiò anche il fenomeno dell’aurora boreale.
Nel suo libro Illuminismo meridionale e comunità locali, Guida Editore, Napoli 1988, l’autore, Enrico Narciso, alla pagina 96, dopo aver parlato della vasta rete di rapporti culturali e dell’impulso al lavoro tipografico a Benevento ad opera del cardinale Vincenzo Maria Orsini, nel XVII secolo (nel 1693 l’Orsini affida l’incarico della “stamperia” al tipografo napoletano Francesco Benzi), si sofferma sugli scritti di Giuseppe Polvere:
▪ Dopo una nuova stasi di poco più d’un decennio la tipografia tornò a lavorare con rinnovato fervore e prestigio durante l’episcopato (1775-1796) del teatino F.M. Banditi. Agli albori di questo nuovo fervore tipografico dev’essere attribuita la pubblicazione di due opuscoli di Giuseppe Polvere, «medico ordinario dell’Ospedale Militare di Benevento sotto il Principe di Cutò» di cui abbiamo trovato notizia in una «Epistola» di Gennaro Polvere «dedicata all’Egregio Professore Sig. Melchiorre Imbimbo» Napoli, dalla Tipografia del Filiatre - Sebezio, 1833.
I due opuscoli sono:
1) Memoria sull’Aurora Boreale - Benevento, 1775.
2) Dissertazione sulle componenti, e proprietà medicinali dell’acqua minerale della terra di Pago - Benevento, nella Stamperia Arcivescovile, 1776.
Le edizioni banditiane sono caratterizzate innanzitutto da una carta di tipo buono, pesante e di colore avorio chiaro; i piombi sono nuovi, o quasi, e lasciano un segno nitido, pulito; gli inchiostri non presentano sbavature. Il tutto, insomma, lascia pensare che in questo periodo si ebbe un vero e proprio rinnovamento della tipografia, la quale mutò anche il nome.
Giuseppe Polvere è una di quelle figure che si collocano a pieno titolo nel cosiddetto “Illuminismo meridionale” ed oggi, più che mai, la sua opera merita di essere riscoperta.
Continuerò la mia ricerca a caccia dei suoi due opuscoli scomparsi, ma chiedo una mano agli enti ed alle istituzioni religiose cittadine per il rinvenimento di queste due opere.
Sarebbe bello anche che Pago Veiano dedicasse alla sua figura un’aula scolastica o una sala cittadina, come uomo di scienza e come medico integerrimo, vero vanto della storia di questo piccolo comune del Sannio.
LUCIA GANGALE
Riferimenti