La memoria storica è l'antidoto alle derive totalitarie e al dispotismo dittatoriale Cultura
In un saggio edito da Donzelli nel 1997 di Tzvetan Todorov, L’uomo spaesato, al paragrafo 3 dal titolo Gestire il passato del terzo capitolo, c’è scritto: “Le pagine meno gloriose del nostro passato sarebbero le più istruttive se solo accettassimo di leggerle per intero. Il passato è fruttuoso non quando serve a nutrire il risentimento o il trionfalismo, ma quando il suo gusto amaro ci porta a trasformarci [...]. Un popolo deve recuperare il suo passato [...] per trovarvi una lezione in vista dell’avvenire” (p.49).
Questa serie di citazioni, racchiudono in estrema sintesi e in coscienza storica, i contenuti di un’abitudine di fedeltà ai dati e ai documenti, su cui è costruito l’edificio memoriale, dissotterrato dalle terre incolte dei ricordi sopiti e abbandonati, de “Il Fascismo ad Airola e nella Valle Caudina” di Giacomo Rivetti.
La presentazione del libro, nelle edizioni di Realtà Sannita, si è svolta qualche giorno fa, alla presenza di un pubblico, vigile e numeroso, nel salone del convento di San Pasquale Baylòn ad Airola.
Dopo i saluti di padre Izaias Rosa da Silva e del sindaco Vincenzo Falzarano, sono intervenuti, l’editrice Maria Gabriella Fuccio e l’onorevole Pasquale Maglione, che hanno entrambi sottolineato ed evidenziato, come il ruolo precipuo della memoria storica, possa fungere da antidoto alle derive totalitarie e al dispotismo dittatoriale.
La relazione è stata affidata al già professore universitario Marco Napolitano, che ha insistito su quel ‘patrimonio di memorie’ che andrebbe perduto, se l’autore non l’avesse con certosina pazienza fittamente annotato, e, dato conto, di una cospicua folla di presenze e protagonisti, di processi ed eventi, nonché, delle questioni inerenti alle problematiche aneddotiche, che occupano il libro di Rivetti.
Il valore di questo genere di ricerche e di recupero del passato, risiede nella capacità concentrata di energie e curiosità intellettuali, che lavora con la descrizione dello sguardo che certifica e non giudica, ricostruendo e ricomponendo le sparse membra di un tessuto storico-memoriale, che rischierebbe di essere altrimenti rimosso o relegato, in un purgatoriale letargo; ed, evitando, come fu bollata da Benedetto Croce, la pettegola erudizione locale.
A conclusione della serata, l’autore caudino, scavando nella miniera dei ricordi assopiti e dimenticati, ha portato alla luce della discussione due episodi inediti, suffragati da testimonianze e documenti. Rivetti è stato anche omaggiato da una targa di ringraziamento e riconoscimento, voluta e donata a nome della Pro Loco dal presidente, Franco Napoletano.
All’inizio e alla fine della presentazione del libro, moderata dal giornalista Arturo Olibano, alcuni alunni del Liceo Musicale Statale Lombardi, sotto la guida dei professori Gianluca Vanità, Sonia Reale e Mariarosaria Minicozzi, hanno intrattenuto gli ospiti, con alcune performance vocali e strumentali.