Michele Raja e le donne di Klimt Cultura
Nell’ambito della raccolta editoriale I nuovi orizzonti di Inconscio e Societa è stato di recente pubblicato il testo “L’immagine della donna nei dipinti di Gustav Klimt” di Michele Raja che offre diversi spunti di ricerca e riflessione, prima tra tutte sul ruolo dell'arte, che non è solo riproduzione esatta del visibile, ma strumento di pensiero, oltre il solo criterio cognitivo.
Klimt esprime lo spirito del suo tempo, della Vienna di fine Ottocento, in pieno decadentismo. Dominava il lusso, il degrado morale e le donne rappresentate da Klimt, con alterigia e superbia, spesso fanno pensare ad una società complicata, all'ossessione del tempo, al disagio di vivere, che richiamano alla nostra contemporaneità.
Con l’indebolimento dell'impero austro ungarico si diffusero nuove idee sociologiche e politiche, ed un nuovo modo di fare arte, in rottura con la tradizione, la linearità, la normalità, più propensa alla provocazione e alla trasgressione.
Con questo spirito Klimt fondò il gruppo della secessione viennese, volta ad un rinnovamento radicale dell'arte ed alla promozione della piena libertà di espressione.
Le sue opere, cento anni fa, furono messe al bando dalle istituzioni del grande impero e Klimt fu costretto a ripiegare sul mecenatismo di ricche famiglie private.
Negli ultimi decenni invece l’entusiasmo per le sue opere ha portato a quotazioni con cifre stratosferiche, fino a centinaia di milioni di dollari.
Le donne nei suoi dipinti sono ritratte in modo particolare, sempre con sensualità e civetteria. Sono belle e raffinate, appartengono ad una sprezzante nobiltà, rimandano al tema della donna fatale, che incanta prima di tutto l’artista, il quale esprime il desiderio e l’attrazione da un punto di vista tipicamente maschile.
Immagini piatte, non tridimensionali, ricche di decori, oro, argento, madreperla.
Manca quasi sempre la figura maschile.
La natura non è mai presente nei ritratti di donne, pur essendo tema caro a Klimt, che però preferiva dipingere in modo ben distinto.
L'amore per la donna e l'ammirazione per il creato erano inconciliabili nelle sue opere.
Mai banale, non mira all'esplorazione delle virtù, ma a catturare il mistero.
FRANCESCA FUCCIO