Ottant'anni fa moriva Raffaele Mainella, nato a Benevento: genio dell'arte e cittadino del mondo Cultura

Il 27 aprile del 1941, ormai privo della vista e mentre nel mondo scoppiava la follia della Seconda Guerra Mondiale, nella sua casa al Lido di Venezia si spegneva il pittore di origine sannita Raffaele Mainella.

Genio eclettico, Raffaele Mainella nasce a Benevento da Cesare e da Carolina Morra, di nobile famiglia napoletana, il 13 gennaio 1856. Sul sito web www.mainella.org è presente una dettagliata cronologia degli avvenimenti della sua vita. In detto sito leggiamo che il padre di Mainella, «ispettore delle coltivazioni dei tabacchi, era incaricato della verifica di tali coltivazioni mediante ispezione a cavallo. Durante le guerre garibaldine, portava documenti e ordini del Generale Garibaldi. Raffaele è il terzo figlio di quattro figli, dopo il primogenito Raffaele morto bambino, la sorella Assunta rimasta nubile. Il fratello minore, Beppino, si dedicò al commercio di seta, mobili, stoffe, e con esso probabilmente Raffaele ebbe una collaborazione in relazione alla sua futura attività di arredamento».

Formatosi all’Accademia Reale delle Belle Arti di Venezia (dove incontrò anche la sua futura moglie, Fanny Carlini, figlia del celebre ritrattista Giulio Carlini), Mainella cominciò a dipingere a olio e poi scoprì che l’acquerello era più confacente alla sua sensibilità. Come acquerellista si affermò tra i più quotati d’Italia.

Mirabile è l’inventiva e la produzione di questo vero e proprio genio dell’arte di tutti i tempi, che si espresse soprattutto attraverso detta tecnica, ma che fu anche architetto, arredatore, paesaggista, illustratore, grafico, decoratore e progettista.

Su Internet si possono trovare migliaia di pagine dedicate alla sua vita e alla sua opera, saggi e tesi di laurea a lui dedicate, opere in vendita nei mercati online.

Nella città di Benevento il massimo esperto di Raffaele Mainella è l’architetto e docente di storia dell’arte Francesco Morante, che gli ha dedicato conferenze ed un dettagliato saggio (Raffaele Mainella, pittore ed architetto - Estr. da: “Studi sulla storia artistica ed urbana di Benevento”, s.n., Benevento 2007, pp. 133-166).

Proprio a Morante si deve l’avere scoperto che l’etichetta originale della bottiglia di liquore Strega, la danza delle streghe intorno al noce sul fiume Sabato, riproduca un acquerello di Raffaele Mainella dal titolo La noce di Benevento (opera che fu acquistata dall’imperatore di Germania Guglielmo II insieme ad un’altra sua opera, dal titolo Regata popolare di Venezia).

A Parigi fu attivo come decoratore di palazzi, giardini, ville e monumenti.

A Venezia fu tra i promotori della Biennale, espose più volte i suoi lavori, concepì e decorò, tra gli altri, il Palazzetto Stern e la “Sala del Giornale” (che oggi chiameremmo “sala stampa”).

Espose anche a Berlino.

Nel 1890 partì per l’Egitto al seguito del barone svizzero Carl von Gonzenbach, storico e orientalista, che ne apprezzava oltremodo l’arte. Il barone doveva scrivere una delle opere geografiche più interessanti del tempo. Nel 1894 Mainella ripartì con barone alla volta della Terra Santa e ne venne fuori un prezioso volume edito a Berlino nel 1895. Nel 1898 von Gonzenbach partì di nuovo per la Terra Santa con la sua famiglia e col Mainella.

La notevole collezione di schizzi e acquerelli che Mainella portò con sé da quelle esperienze - durante le quali studiava molto la luce e i paesaggi del misterioso Oriente - suscitarono un entusiasmo senza precedenti e guadagnarono moltissimi acquirenti all’artista.

Dal 1916 al 1926, Mainella si occupò ininterrottamente di sistemare il parco del castello di Balincourt, situato vicino ad Arronville, nel dipartimento della Val d’Oise, a nord di Parigi. Fu questa l’occasione più importante della sua attività di architetto-paesaggista. L’opera gli fu commissionata dalla duchessa di Marchena (nella provincia di Siviglia), Maria del Pilar, moglie infelice di Francesco Borbone, cugino del re di Spagna Alfonso XIII, prima amante e poi moglie di sir Basil Zakarof, sinistra figura di trafficante d’armi ed industriale greco.

Prima di vedere brevemente in che cosa consistette il lavoro di Mainella a Balincourt, ripercorriamo la vicenda dei Zakarof (o Zaharoff).

Maria del Pilar era una delle donne più ricche di Spagna. L’unione di Maria del Pilar e Francesco fu un matrimonio di convenienza, la notevole fortuna del padre della sposa compensò il disinteresse del duca per le donne. Basil Zakarof, il “mietitor di morte”, figura oggi quasi caduta nel dimenticatoio ma all’epoca assai potente, discussa e chiacchierata, era un uomo totalmente privo di scrupoli che accumulò una fortuna immensa vendendo armi e macchine da guerra (sottomarini, corazzate, fucili, mitragliatrici, cannoni da campo, aerei da combattimento) alle nazioni di tutto il mondo. Parlava correntemente otto, dieci o quattordici lingue, l’apprendimento era iniziato quando era un cambiavalute e un sensale a Costantinopoli

Zakarof era un greco nato nell’impero ottomano. La sua famiglia era scappata da Costantinopoli nel 1921 per sfuggire a un pogrom. Rifugiatasi ad Odessa (o Kishinev in Bessarabia), aveva russificato il suo nome da Zacharias o Zachariadis a Zaharoff o Zacharoff. Ci sono diverse versioni circa il luogo della sua nascita.

Pare che le sue memorie avrebbero potuto scuotere troni, ma Zakarof si premurò di bruciarle prima della sua scomparsa. Inoltre, per offuscare la sua immagine, egli «organizzò l’eliminazione dei documenti d’archivio che lo riguardavano, in tutto il mondo, una precauzione che era arrivata fino al riacquisto di tutte le cartoline che rappresentavano il suo castello di Balincourt».

Il “sistema Zaharoff” si basava sulla corruzione e sulle tangenti. In totale, «il numero di persone che [aveva] prostituito [era] considerevole». In tutti i sensi, perché aveva istituito, a Parigi e in Riviera, “splendidi bordelli privati” destinati ad intrattenere e compromettere politici e generali. Oltre a essere trafficante d’armi, Zakarof creò banche in mezza Europa. Uomo di grande fascino e bellezza, Zakarof ebbe varie amanti e forse fu anche bigamo (in effetti il suo matrimonio con una donna inglese fu solo un espediente per ottenere un passaporto britannico).

Zakarof era l’uomo più ricco d’Europa ed aveva uno stile di vita sontuoso, di cui possiamo ricordare alcuni elementi: il servizio di trentasei pezzi d’oro, realizzato dal gioielliere Boucheron e considerato il più bello del mondo, in cui venivano serviti piatti esotici e rari portati in aereo, i cucchiai incrostati di gioielli, il «letto con giardini rocciosi dorati che era appartenuto a una delle puttane di Luigi XIV o Luigi XV», comprato «quasi caro come un fucile di difesa aerea di media grandezza», la Renault blu rialzata di Oxford di giallo su misura e gli «Arazzi di Bayeux»...

Fu a bordo dell’Orient-Express nel 1886 che Zaharoff incontrò la duchessa di Villafranca de Los Caballeros, María del Pilar Antonia Angela Patrocinio Simona de Muguiro y Beruete. I due furono amanti per trentacinque anni. Zaharoff e Maria del Pilar ebbero tre figlie che portarono il nome di Borbone. Molto cattolica, Maria del Pilar non voleva divorziare e visse con la sua famiglia prima a Madrid, poi a Parigi e infine nel castello di Balincourt (Francia), che Zaharoff aveva acquistato nel 1915 per un milione di franchi oro.

Francisco morì nel 1923 all’età di 62 anni. Nel settembre 1924, Zaharoff, allora 75enne, sposò Maria del Pilar. Morì di un’infezione solo diciotto mesi dopo il matrimonio. Il resto della vita di Zaharoff trascorse nel dolore e nella solitudine tra il castello di Balincourt e il principato di Monaco, “stanco della vita e inchiodato su una sedia a rotelle. Maria del Pilar morì dieci anni dopo, il 27 novembre 1936 all’Hôtel de Paris di Monte-Carlo, di cui era il principale azionista, all’età di 87 anni. Due delle sue figlie (la terza morta prematuramente) furono le eredi di questa colossale fortuna accumulata seminando morte in Europa e altrove.

La vita di Mainella, come vediamo, si intrecciò anche con quella di personaggi in vista nella storia del suo tempo. Per completare il discorso sulla sua arte, qui aggiungiamo che l’intervento di Mainella a Balincourt consistette nel creare ambienti architettonici fra la folta vegetazione del parco e i prati che circondano per un vasto raggio le vicinanze del castello. (La più dettagliata descrizione che abbiamo trovato del lavoro di Mainella a tale proposito è nella tesi di laurea di Giovanna Bertoldo, discussa nell’Anno Accademico 1978/79 presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (la tesi è online: https://documentcloud.adobe.com/link/review?uri=urn%3Aaaid%3Ascds%3AUS%3A85244d8f-5706-487d-bfac-49dfb2c8aa3c#pageNum=1). L’opera fu classificata come una seconda Versailles.

LUCIA GANGALE 

Altre immagini