Paolina tradì il marito per devozione a Iside Cultura
Una storiella erotica circolava nel Palazzo Reale di Milano mentre, tra centinaia di sculture e reperti isiaci provenienti da tutto il mondo, lavoravo in équipe con vari specialisti alla esposizione delle sculture egizie del Museo del Sannio concesse alla grandiosa Mostra Internazionale di Milano Iside, il mito, il mistero, la magia nel 1997 (foto). “Quante ragioni diverse portarono a distruggere gli edifici del culto di Iside non soltanto a Roma, perfino un adulterio! Che Paolina, abbia tradito il marito per volere della dea a cui era tanto devota sembra proprio incredibile, eppure la matrona romana giustificò così la sua spudorata sensualità, peraltro ingannata da sacerdoti avidi di denaro…”.
Non ne sapevo niente, ma un bibliotecario chiese a me: “Anche lei crede che l’imperatore Tiberio sia arrivato a distruggere il Tempio di Iside al Campo Marzio presso il Pantheon per tutelare la dignità del marito tradito? Cose del genere accadevano anche a Benevento dove pure fu distrutto il Tempio di Iside?”. Non scherziamo - gli risposi - è assurdo il confronto con Benevento dove gli edifici isiaci furono eliminati quattro secoli dopo. Aggiunsi che la questione va considerata ormai dal punto di vista politico, in tal senso devono ancora essere approfondite le distruzioni del Tempio di Iside a Benevento voluto da Domiziano tra l’88 e l’89 d.C. e di tutti i templi delle divinità associate, delle cui ubicazioni non è stata più trovata traccia in città.
Intanto, avevo la sensazione che quella storiella non se la fossero inventata. Provai a cambiare discorso, ma lui insisteva: “Della matrona romana non saprei a chi chiedere se non a lei. Nel suo libro del 1988 Streghe diavoli e morte ho letto la sua ipotesi che la Chiesa beneventana eliminò il culto di Iside a Benevento demonizzando la Dea con i suoi fedeli e sostituendo ad essa la Madonna. Vorrei sapere se davvero i fedeli di Iside arrivavano dappertutto a commettere indecenze in nome della loro fede”. Esagerato, ma Paolina la ‘matrona indecente’ diventò così la mia curiosità in quel gelido inverno.
Restai a Milano per fare ricerche specifiche nella Biblioteca Ambrosiana, e trovai il risultato nel testo originale in lingua greca delle Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio (37d.C.-100 d.C.). Nell’opera più famosa del grande storico ebreo è attestato che a Roma un tal Decio Mundo si innamorò follemente della matrona Paolina, moglie del ricco Senzio Saturnino. Bellissima, colta e cordiale nel conversare, lei si sottraeva al suo corteggiamento. Dopo vani tentativi, Decio prese una decisione scorretta, le offrì duecentomila dracme d’argento per una notte d’amore. Paolina dignitosamente rifiutò chiudendo il rapporto.
Il giovane Decio Mundo decise allora di lasciarsi morire di inedia, finché intervenne Ide, una sua schiava senza scrupoli. Saputa la causa del suo sconforto e appreso che Paolina era molto devota alla dea Iside, la schiava si recò al tempio della dea fingendosi desolata e offrì alcune dracme ai sacerdoti perché aiutassero il padrone a soddisfare il suo desiderio legittimato da un amore sincero. I sacerdoti commossi da quella passione o, più evidentemente corrotti dal denaro ricevuto, ordirono un subdolo inganno. Contattarono Paolina e le comunicarono che il dio Anubi desiderava passare una notte con lei: “È Iside che lo vuole!”. Raffigurato sempre come un giovane atletico con la testa di cane, Anubi dio della morte era figlio adottivo di Iside. Sorpresissima, la matrona corse a riferirlo alle amiche e al marito Saturnino che non si oppose, orgoglioso che un dio avesse scelto proprio sua moglie. È Iside che lo vuole!
Quella stessa sera Paolina andò al Tempio di Iside, fu accolta dal dio Anubi - in realtà da Decio Mundo travestito da Anubi - cenarono e passarono una notte d’amore. Ottenuto quel che voleva, la mattina dopo il finto Anubi si svelò togliendosi il costume del dio-cane. Infuriata Paolina raccontò la truffa organizzata dai sacerdoti al marito Saturnino, che chiese giustizia all’imperatore. Due giorni dopo - scrive ancora lo storico Giuseppe Flavio - Decio Mundo andò da lei per dirle: Paolina, sono grato a te per avermi fatto risparmiare duecentomila dracme e per il piacere che mi hai dato, e al dio Anubi di cui ho adottato il nome.
Seguì l’intervento dell’imperatore Tiberio che esiliò da Roma Decio Mundo, fece crocifiggere i sacerdoti corrotti, distrusse il Tempio di Iside e gettò nel Tevere la statua della Dea.
Quanto a Paolina, non ci sono pervenute sue immagini. Sarebbe interessante verificare se sia stata a sua volta condannata secondo le leggi: quando una matrona per qualunque motivo violava i princìpi morali non poteva più usare vestiti che ne tutelassero il corpo. Le donne colpevoli di adulterio dovevano indossare una tunica trasparente in modo che tutti fossero informati dei loro comportamenti.
ELIO GALASSO