Peppe Barra, un artista poliedrico Cultura

Nella serata inaugurale della stagione concertista dell’Accademia di Santa Sofia di Benevento, Barra ha interpretato magistralmente “Pierino e il lupo” del Sergei Sergeevic Prokofiev con il suo stile inconfondibile, tipico della tradizione napoletana. La sua voce narrante, la sua impareggiabile ironia, ha ammaliato il pubblico nell’Auditorium Sant’Agostino gremito, per assistere ad un evento unico ed imperdibile. La narrazione di “Pierino il lupo”.

Prima dell’esibizione del poliedrico artistica hanno rivolto gli indirizzi di saluto Maria Buonaguro, presidente Amici dell’Accademia Santa Sofia, e Marcella Parziale. Gerardo Canfora, rettore dell’Unisannio, nel suo profondo intervento, riguardante l’Umanesimo Digitale, sinteticamente dagli Egizi ad Einstein, dalle scoperte scientifiche alle innovazioni tecnologiche, ha evidenziato che l’uomo venga posto al centro e non asservito dalle logiche alienanti e perverse del mercato.

Beppe Barra ha esordito con: “Posso raccontarvi una storia? Allora...C’era una volta...Ma che storia! Non è una storia normale: questa è una fiaba musicale”. L’artista ha associato i personaggi agli strumenti musicali: uccellino (flauto), l’anatra (oboe), il gatto (clarinetto), il nonno assai severo (fagotto), il lupo (tre corni), Pierino (da tutti gli archi dell’orchestra), i cacciatori (dai legni), lo sparo dei fucili (timpani). Dalla narrazione Pierino, con l’ausilio di un uccellino e di alcuni amici, cattura il lupo vorace e brutale.

L’opera del compositore russo, è stata diretta da Giorgio Mellone, costituita da un ottetto: Armand Priftuli (violino) violino, Carmine Caniani (viola), Aurelio Bertucci (violoncello), Gianluigi Pennino (contrabbasso), Marco Salvio (flauto), Gaetano Falzarano (clarinetto), Fabio Marone (fagotto), Pasquale Benincasa (percussioni).

Scroscianti applausi sono stati tributati al termine della perfomance all’interpretazione dell’artista partenopeo, ma prima di lasciare il centro della scena, ha regalato al pubblico due brani tratti dalla Cantata dei Pastori, riscritta con paolo Memoli, arrangiata da Lino Cannavacciulo. La versione rielaborata da 40 anni durante il periodo natalizio riempie i teatri, ha eseguito la “Canzone di Razzullo e Sarchiapone” e la Canzone della fame”, gradite ed applaudite dal pubblico entusiasta.

NICOLA MASTROCINQUE 

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