San Benedetto sulla Rocca Cultura

Spesso sentiamo dire che la tecnologia compie dei veri e propri “miracoli”. Continuando il nostro viaggio in compagnia del nostro drone, l’occhio volante ci ha svelato la figura di un Santo che, da secoli scolpito in un elemento di fregio, è collocato in una finestra, lato ponente, della Rocca dei Rettori.

È proprio così, la Rocca dei Rettori, la cui direzione dell’opera fu affidata al nobile francese frate Arnaldo de Brusacco, abate di Santa Sofia, non smette mai di stupirci.

Giova ricordare che il Mastio, ha subito nei secoli, modifiche e trasformazioni. La finestra di cui parliamo fu riaperta a seguito di un nuovo restauro condotto dall’architetto Meomartini, archeologo beneventano, a cui si deve, tra l’altro, il rinvenimento del prezioso arredo del tempio di Iside e di ulteriori reperti archeologici.

Tornando alla storia della Rocca, è opinione prevalente che questa fu edificata nel XIV sec. in aderenza al monastero di S. Maria di Porta Somma delle monache benedettine, oggi del tutto scomparso le cui tracce forse si sono ritrovate sotto il primo piano dell’edificio.

Possiamo pertanto sostenere che l’elemento di fregio nel mezzo della finestra fatta riaprire dal Meomartini, sia proveniente proprio dal suddetto monastero benedettino.

Chi è allora il Santo dalla vistosa calvizie e con barba, scolpito su questa pietra bianca?

Con un libro della Regola aperto sorretto in una mano e l’altra nell’atto di allungarsi verso Dio come gesto di offerta, verosimilmente rappresenta San Benedetto.

Di contro, alzando lo sguardo al centro dell’elemento decorativo, riconosciamo senza dubbio l’immagine di un Cristo benedicente con il libro chiuso nella mano sinistra.

CESARE MUCCI

Foto di R. Pilla