Sant'Agata de' Goti: la città saticulana torna protagonista al cinema con il MILA Cultura
Si riaccendono i riflettori sulla straordinaria ricchezza storica e spirituale di Sant'Agata de' Goti.
Il 5 dicembre segna un appuntamento imperdibile per gli appassionati di cultura e spiritualità: esce nelle sale cinematografiche Il Santo di carne, il docufilm diretto da Giuseppe Alessio Nuzzo. Con la straordinaria interpretazione di Enrico Lo Verso e le musiche originali firmate da Enzo Avitabile, l'opera racconta la vita e il pensiero di Alfonso Maria de' Liguori, santo, giurista, teologo, missionario, vescovo e compositore campano che visse a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo.
A lui si deve uno dei più celebri e conosciuti canti natalizi: Tu scendi dalle stelle. Le riprese si sono svolte in alcuni dei luoghi più significativi legati alla memoria del Santo. Tra questi, spiccano il Museo Itinerante dei Luoghi Alfonsiani (MILA) a Sant'Agata de' Goti, un progetto che promuove il patrimonio storico e culturale del santo, e il Monastero del Santissimo Redentore, un luogo affascinante che arricchisce il film con una spiritualità tangibile e coinvolgente. Il documentario ha toccato anche altri luoghi di grande valore artistico, tra cui il Duomo di Napoli, la Casina Vanvitelliana a Bacoli, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e la Biblioteca Diocesana ad Acerra, la basilica e il museo di Sant'Alfonso a Pagani, la Casa dei Padri Redentoristi a Scala, la Casa Madre dei Missionari Redentoristi a Mercato San Severino, e la Chiesa di Sant'Andrea ad Arienzo, offrendo così un viaggio visivo intenso e profondamente evocativo.
A seguire, l'intervista esclusiva con Don Alex Criscuolo, Direttore del Museo e dell'Archivio storico e della Biblioteca Diocesana, e Rosangela Ciaramella, responsabile del progetto MILA. Scopriremo come questi luoghi siano stati trasformati in set cinematografici capaci di comunicare un messaggio universale di bellezza e fede, oltre che di valorizzare un patrimonio che continua ad ispirare il presente.
Don Alex, il docufilm Il Santo di carne racconta la figura di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, ripercorrendo la sua vita in sei atti. Come Direttore dell'Archivio storico e della Biblioteca Diocesana, quale importanza riveste per la sua comunità questo progetto cinematografico, soprattutto in relazione al suo legame con il Santo? Il docufilm Il Santo di carne, rappresenta un'importante iniziativa per la comunità, offre un'opportunità unica di riscoprire e valorizzare la figura di Sant'Alfonso Maria de Liguori, che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia spirituale e religiosa del luogo. Per i fedeli e i cittadini, questo progetto cinematografico non solo celebra la vita e l'opera del Santo, ma rafforza anche l'identità comunitaria e il legame con le proprie radici storiche. Il film offre l'occasione di coinvolgere la comunità in un dialogo più ampio sulle proprie tradizioni e sull'importanza della figura del Santo nella vita quotidiana. Può stimolare riflessioni, approfondimenti e un rinnovato interesse per il patrimonio culturale e spirituale, incoraggiando le nuove generazioni a conoscere e seguire il suo esempio. In sintesi, Il Santo di carne non è solo un docufilm, ma un progetto che può rafforzare il senso di appartenenza e rinnovare la fede, rendendo la figura di Sant'Alfonso un punto di riferimento vivo e dinamico per la comunità di Sant'Agata de' Goti.
Rosangela, il
documentario è ispirato alla lettera pastorale In Dialogo con
Sant'Alfonso del Vescovo Antonio Di Donna, che ripercorre le fasi
salienti della vita del Santo. Come si inserisce questa scelta nella missione
del MILA e nella valorizzazione del suo lascito?
La scelta di realizzare un docufilm ispirato alla lettera pastorale In
Dialogo con Sant'Alfonso del Vescovo Antonio Di Donna si inserisce
perfettamente nella missione del MILA, che ha come obiettivo principale la
valorizzazione del patrimonio culturale e spirituale legato alla figura di
Sant'Alfonso Maria de' Liguori. Il documentario mette in luce le fasi salienti
della vita del Santo, ma promuove anche una riflessione profonda sui suoi
insegnamenti e sul loro impatto nelle comunità contemporanee. Questa iniziativa
rappresenta un'opportunità per preservare la storia, ma contribuisce anche a un
rinnovato interesse verso il suo lascito, favorendo un dialogo tra passato e
presente che è essenziale per una comprensione più profonda delle nostre radici
culturali e religiose.
Rosangela e Don
Alex, Sant'Alfonso è noto per il suo contributo alla spiritualità popolare e
per essere l'autore di uno dei canti natalizi più amati, Tu scendi dalle
stelle. Quanto è importante per la diocesi di Sant'Agata de' Goti e per
il MILA? Sant'Alfonso
Maria de' Liguori è una figura di grande rilevanza per la Diocesi di Cerreto
Sannita - Telese - Sant'Agata de' Goti e il MILA, acronimo di Museo Itinerante
dei Luoghi Alfonsiani, progetto museale nato proprio con lo scopo di preservare
e promuovere il patrimonio storico e culturale legato alla vita del Santo, non
solo per il suo contributo alla spiritualità e alla tradizione popolare, ma
anche per il suo impatto culturale.
Il canto natalizio Tu scendi dalle stelle, che porta la sua firma,
è un simbolo della devozione e della tradizione del Natale per molte comunità
cristiane. La sua presenza nella liturgia e nelle celebrazioni natalizie
rafforza il legame tra la popolazione e la spiritualità che Sant'Alfonso ha
diffuso.
Per la nostra Diocesi, Sant'Alfonso rappresenta un modello di fede, carità e
attenzione ai più bisognosi, valori che continuano a guidare le comunità locali.
Sant'Alfonso non è solo un santo venerato, ma un elemento chiave nella
tradizione ecclesiastica e culturale della Diocesi, la cui eredità continua a
vivere attraverso la devozione e le pratiche liturgiche, facendo di lui una
figura di grande importanza per il MILA e la comunità locale.
Don Alex, il film
è ambientato tra il 1600 e il 1700 e mostra vari luoghi significativi della
vita del Santo, come Acerra, Sant'Agata de' Goti e Pagani. Che valore hanno
questi luoghi per la comunità locale e per la figura di Sant'Alfonso? I luoghi
menzionati rivestono un'importanza fondamentale nella formazione e nel cammino
di Sant'Alfonso. A Sant'Agata de' Goti, dove ricoprì il ruolo di Vescovo per 13
anni, si dedicò intensamente alla riforma della vita spirituale dei residenti,
promuovendo una più profonda adesione alla fede cattolica e lavorando per
migliorare le condizioni morali e religiose della comunità. Nella sua missione,
si focalizzò sull'assistenza ai poveri e sull'istruzione religiosa,
sottolineando l'importanza della carità e della misericordia. A Pagani, si
dedicò anche alla scrittura di alcune delle sue opere più significative,
inclusi testi di spiritualità e catechesi. L'importanza di questi luoghi si
riflette nelle celebrazioni, nei pellegrinaggi e nell'identità collettiva delle
persone che si sentono legate a Sant'Alfonso.
Don Alex, in che
modo il film Il Santo di carne può aiutare a far conoscere meglio
la figura di Sant'Alfonso? Il docufilm
Il Santo di carne può contribuire a una maggiore comprensione della
figura di Sant'Alfonso Maria de' Liguori attraverso la narrazione delle
esperienze personali di Alfonso, infatti, il film può fornire un ritratto più
umano del santo, mostrando le sue sofferenze, le sue lotte interiori e il suo
impegno per la fede e la comunità.
Ambientando la vita di Alfonso nel contesto storico e sociale del suo tempo, il
film illustra le sfide che affrontò nella promozione della pietà popolare e
nella riforma della Chiesa, rendendo i suoi ideali più comprensibili al pubblico
contemporaneo.
La pellicola può introdurre il pubblico ai principi teologici di Sant'Alfonso,
in particolare la sua enfasi sulla misericordia, la gioia e l'importanza della
liturgia, aiutando le persone a collegare questi insegnamenti con la loro vita
quotidiana.
In sintesi, Il Santo di carne può fungere da ponte tra la vita di
Sant'Alfonso e il pubblico moderno, illuminando le sue virtù e il suo messaggio
in un contesto che li rende rilevanti oggi.
Don Alex, come Direttore del Museo, quale importanza ha per la comunità la figura di Sant'Alfonso Maria de Liguori? Sant'Alfonso Maria de Liguori è una figura di straordinaria importanza non solo nel contesto della spiritualità e della teologia, ma anche come modello di impegno sociale e pastorale. La sua opera teologica si distingue per un approccio sistematico e pastoralmente sensibile. Alfonso sviluppò una spiritualità che si concentra sulla misericordia divina e sull'importanza della vita morale, sottolineando il valore del libero arbitrio e delle responsabilità personali nella vita dei cristiani. Il suo contributo va ben oltre la sfera teologica. Sant'Alfonso si attivò in prima persona per migliorare le condizioni di vita delle persone più vulnerabili della sua epoca. La sua attenzione alle anime abbandonate non è solo una questione di evangelizzazione, ma anche un invito a lavorare per la giustizia sociale e a prendere parte attiva nella vita della propria comunità, un esempio che rimane prezioso ancora oggi. Inoltre, la vita di Sant'Alfonso, caratterizzata da un equilibrio tra contemplazione e azione, offre un modello paradigmatico di come vivere una fede attiva e presente nel mondo contemporaneo. La sua dedizione alla preghiera accanto all'impegno sociale invita i cristiani di ogni epoca a non separare la vita spirituale da quella sociale. In sintesi, la figura di Sant'Alfonso Maria de Liguori si erge come un faro di speranza e responsabilità, invitando la comunità non solo alla contemplazione della fede, ma anche all'azione concreta per il bene sociale, contribuendo a formare una visione cristiana che è profondamente impegnata nella realtà quotidiana.
Don Alex, in che
modo Sant'Alfonso ha influenzato la vita religiosa e culturale di Sant'Agata
dei Goti durante e dopo la sua vita? Sant'Alfonso era
noto per il suo approccio alla catechesi, che enfatizzava la grazia e la
misericordia di Dio. Questo approccio ha aiutato a formare una cultura
religiosa più accessibile e meno giuridica, influenzando i programmi di
catechismo nella comunità.
Opere come Le Glorie di Maria e Meditazioni,
hanno contribuito a promuovere la devozione mariana, che è particolarmente
sentita in molte comunità del Sud Italia, compresa Sant'Agata de' Goti. Questa
devozione ha alimentato pratiche religiose e celebrazioni locali.
Il messaggio di Sant'Alfonso ha anche avuto ripercussioni sul sistema
educativo. Le idee di Sant'Alfonso sulla necessità di un'istruzione religiosa
accessibile hanno promosso iniziative educative nelle comunità, che spesso si
sono tradotte in scuole e centri di formazione.
L'impatto di Sant'Alfonso Maria de' Liguori su Sant'Agata dei Goti è stato
profondo, influenzando sia la vita religiosa che quella culturale, promuovendo
una rinnovata relazione con la spiritualità e favorendo l'emergere di un
patrimonio culturale che continua a essere presente.
Rosangela, come il
MILA contribuisce a preservare e diffondere la memoria di Sant'Alfonso? Il Museo
itinerante dei Luoghi Alfonsiani svolge un ruolo di conservazione e diffusione
del patrimonio spirituale e culturale attraverso l'esposizione di reliquie,
documenti storici, opere d'arte e materiali che raccontano la vita e le opere
di Sant'Alfonso. Il MILA offre ai visitatori l'opportunità di conoscere più a
fondo la figura di questo santo, fondatore dei Redentoristi, e il suo impatto
sulla religiosità e sulla cultura, e lo fa attraverso il racconto della sua
vita e del suo passaggio nella nostra Diocesi. Un cammino arduo, costellato di
sfide, che non ha tuttavia impedito a Sant'Alfonso di diventare uno dei Vescovi
più amati e rispettati nella storia della nostra Diocesi.
La preservazione di documenti e oggetti legati alla sua vita e al suo
insegnamento contribuisce a mantenere viva la memoria di Sant'Alfonso e a
ispirare le generazioni future.
Rosangela, quali
sono i luoghi più significativi legati a Sant'Alfonso a Sant'Agata dei Goti e
perché sono così importanti? Senza dubbio, il
cunicolo seicentesco è un luogo di grande rilievo. Questo cunicolo, affrescato
nel 1613 su commissione del Vescovo Ettore Diotallevi, presenta raffigurazioni
dell'Antico Testamento. Si tratta di un ambiente di preghiera e meditazione nel
quale Sant'Alfonso amava ritirarsi. Non posso però trascurare di menzionare il
monastero del SS. Redentore. Questo ordine fu fondato da Sant'Alfonso negli
anni '30 del '700 a Scala, in Costiera Amalfitana. Giunto a Sant'Agata,
Sant'Alfonso si rese subito conto che da solo non sarebbe riuscito a
trasformare la Diocesi in una
occaforte di preghiera. Pertanto, nel 1766,
convocò tre monache per ricevere aiuto. Da quel momento, il monastero è sempre
rimasto attivo, diventando parte integrante della comunità e un punto di
riferimento imprescindibile.
Don Alex, cosa
significa per te, avere un legame così stretto con la figura di Sant'Alfonso
nella vita quotidiana della comunità?
Avere un legame stretto con la figura di Sant'Alfonso significa portare avanti
i suoi insegnamenti e la sua spiritualità nella vita quotidiana. Sant'Alfonso
Maria de' Liguori, fondatore dei Redentoristi, è un modello di misericordia e
attenzione verso i più bisognosi.
Questo si traduce
nel cercare di essere un pastore che ascolta, accompagna e sostiene i
parrocchiani, promuovendo un ambiente ospitale e inclusivo.
Inoltre,
riflettere sui suoi scritti e utilizzare i suoi principi nella catechesi e
nelle attività parrocchiali aiuta a mantenere viva la sua eredità. La figura di
Sant'Alfonso incoraggia un atteggiamento di gioia e speranza, sottolineando
l'importanza della preghiera e della comunità. Questo legame diventa, quindi,
un elemento centrale nella missione pastorale, infondendo una spiritualità che
si riflette nella vita di tutti i giorni della parrocchia.
Rosangela, quali
sono gli aspetti più interessanti della vita di Sant'Alfonso che il MILA cerca
di raccontare attraverso le sue esposizioni?
Attraverso
il percorso a lui dedicato, la sua storia viene narrata con grande trasparenza,
senza omettere le difficoltà che Sant'Alfonso ha dovuto affrontare giungendo in
Diocesi. Egli rifiutò la nomina ben due volte prima di accettarla; una volta
accettata, si ammalò e rimase a letto per circa una settimana, tormentato dal
solo pensiero delle sfide che lo attendevano. Credo che raccontare la storia
del Vescovo Alfonso senza edulcorazioni ci aiuti a comprendere meglio non solo
la sua figura, ma anche i molteplici aspetti delle sue sofferenze e delle sue
scelte.
Rosangela, il MILA
ha un ruolo centrale nel conservare la memoria di Sant'Alfonso. Come si
inserisce questo docufilm nella missione del Museo Itinerante dei Luoghi
Alfonsiani? Un documentario
che esplora la sua vita, i suoi insegnamenti e il contesto storico in cui operò
può avere un ruolo fondamentale nella missione del MILA. In primo luogo, un
documentario può servire come strumento educativo, permettendo ai visitatori di
approfondire la conoscenza della figura di Sant'Alfonso in modo coinvolgente e
accessibile. Attraverso immagini, interviste e ricostruzioni storiche, il
documentario può portare a una maggiore comprensione del pensiero di Alfonso e
della sua influenza nel contesto religioso e sociale del suo tempo. In secondo
luogo, il documentario può contribuire a preservare la memoria di Sant'Alfonso
e a diffondere il suo messaggio a un pubblico più vasto. La sua vita e i suoi
scritti continuano a ispirare molte persone, e un documentario ben realizzato
può raggiungere anche coloro che non hanno la possibilità di visitare il MILA
in prima persona.
Don Alex, il film
esplora diverse sfaccettature della vita di Sant'Alfonso, dai suoi primi anni
come giurista fino al suo ruolo di teologo e missionario. Quale di queste fasi
della sua vita ritiene più rilevante oggi, quali di questi capitoli si ritiene
più significativi per la comunità e perché? Se dovessi
identificare una fase della sua vita come particolarmente rilevante oggi,
sarebbe senza dubbio quella del suo ruolo di teologo e missionario, una fase
significativa per diverse ragioni: Sant'Alfonso è noto per la sua attenzione ai
bisognosi e per la sua capacità di comunicare il messaggio cristiano in modo
accessibile. Fu un grande comunicatore e utilizzava il dialetto napoletano per
relazionarsi con la gente del suo tempo, rendendo i suoi insegnamenti più
accessibili e vicini alla popolazione.
In un tempo in cui
molte persone si sentono lontane dalla Chiesa, il suo approccio empatico e la
sua attitudine verso le fragilità umane possono servire da esempio per i membri
della comunità parrocchiale, inoltre, la sua teologia, in particolare nel campo
della moralità e della spiritualità, è ancora molto attuale. Le sue opere, come
il famoso Teologia morale, offrono una guida utile per
affrontare le complesse questioni etiche della vita moderna, stimolando
riflessioni su temi come il perdono, la misericordia e la giustizia.
Come missionario
perché l'operato di Sant'Alfonso evidenzia l'importanza dell'evangelizzazione e
dell'impegno attivo nella comunità. In un contesto attuale in cui molte persone
cercano risposte spirituali, il suo esempio di dedizione e servizio aiuta a
ricordare l'importanza di portare il Vangelo alle persone nel quotidiano.
Rosangela, Sant'Alfonso è noto anche per il suo contributo artistico, in particolare nella musica e nell'arte. Quale importanza riveste questo aspetto nella narrazione del documentario e nel lavoro che il MILA sta facendo? Sant'Alfonso è noto per le sue composizioni musicali, in particolare i canti liturgici e popolari, che rendono la fede accessibile a tutti. L'integrazione di elementi artistici nel documentario permette di creare un racconto più ricco e multidimensionale, in grado di attrarre non solo gli appassionati di religione, ma anche coloro che si interessano alla musica, all'arte e alla cultura in generale. L'aspetto artistico del contributo di Sant'Alfonso è essenziale per una narrazione completa e coinvolgente, che non solo informa, ma ispira e commuove il pubblico.
Don Alex, Sant'Alfonso ha avuto un'influenza significativa non solo nella Chiesa, ma anche nella vita culturale e sociale dell'epoca. Come ritiene che il suo lascito spirituale e culturale possa ancora influenzare la società contemporanea? Il lascito di Sant'Alfonso va ben oltre la dimensione puramente religiosa. La sua influenza può essere vista in vari aspetti della società contemporanea. In un'epoca in cui le persone possono sentirsi giudicate o emarginate, il suo messaggio di accoglienza e perdono è più che mai attuale. Oggi, i principi di Sant'Alfonso, come l'attenzione alla coscienza personale e la responsabilità morale, possono guidare le nuove generazioni verso scelte etiche più consapevoli e responsabili.
Rosangela, che tipo di impatto si aspetta che questo documentario abbia sul pubblico? E come intende il MILA continuare a valorizzare la figura di Sant'Alfonso nei prossimi anni? Il documentario su Sant'Alfonso ha il potenziale di accrescere la consapevolezza riguardo alla vita e alle opere di questa significativa figura, mettendo in luce la sua importanza storica e spirituale. Inoltre, potrebbe stimolare un interesse più profondo nei confronti del suo pensiero e del suo operato, incoraggiando le persone a esplorare ulteriormente la sua eredità. Fin dall'inizio, il MILA ha strutturato due percorsi di visita, di cui uno è interamente dedicato a Sant'Alfonso, alla sua storia, alle sue opere e all'impatto che la sua presenza ha avuto nella nostra Diocesi dal 1762 al 1775, anni in cui ha ricoperto il ruolo di Vescovo della Diocesi di Sant'Agata. Il MILA stesso è stato creato con l'obiettivo di valorizzare e far conoscere la sua figura.
Don Alex, qual è il messaggio che spera che arrivi al pubblico attraverso la visione di questo docufilm, soprattutto per chi non conosce ancora molto di Sant'Alfonso? Per chi non conosce molto di lui, il documentario mira a far comprendere la profondità del suo pensiero, la sua dedizione alla vita religiosa e l'impatto che ha avuto nella comunità. Si vuole trasmettere un messaggio di speranza, amore e inclusione che caratterizza il suo operato, evidenziando come i suoi insegnamenti possano ancora oggi ispirare e guidare le persone nella loro vita quotidiana. Inoltre, si spera di incoraggiare una maggiore conoscenza della storia e delle tradizioni che lo circondano, promuovendo un dialogo aperto e una riflessione profonda sui valori universali di compassione e giustizia che lui ha sostenuto.
ALESSIO AUGLIESE