Una caricatura di Hitler sulla parete della Camera di Commercio Cultura

Di recente l'Arcidiocesi di Benevento, con Unipace, ha organizzato al Centro La Pace, in occasione del 45esimo anniversario dalla morte di don Emilio Matarazzo e gli 80 anni dai bombardamenti che distrussero la parte storica della città di Benevento, una giornata di riflessioni sul tema: La pace costruisce bellezza, arricchita altresì da testimonianze e lettura di documenti inediti a cura degli autorevoli protagonisti intervenuti: S.E. Felice Accrocca, monsignor Mario Iadanza e on. Roberto Costanzo.

In particolare abbiamo notizia che a Benevento il 2 ottobre del 1943 giunsero le truppe alleate della XIII divisione della quinta Armata americana. Questi occuparono tanti edifici. I migliori: il seminario regionale, il Palazzo Collenea, i villini Melchiorre, Perrotta, Boccaccini. Occuparono anche la villa comunale, edificando tra le aiuole baracconi dove, non di rado, hanno dato luogo anche a feste e festini.

L’on. Roberto Costanzo, nel prendere la parola ha ricordato come anche la Camera di Commercio di Benevento fu occupata dalle truppe alleate, e ci rimasero per diversi mesi. Tant’è che per scaldarsi durante l’inverno dovettero bruciare l’archivio cartaceo.

Sulla scia di questa testimonianza, desidero mostrare per la prima volta i disegni realizzati dagli alleati, ancora impressi sulle pareti di una stanza adibita a deposito, sito al primo piano della camera di commercio.

In primis la caricatura di Adolf Hitler. Questa figura, che fu descritta in Germania quasi divina, amata e rispettata dai tedeschi, divenne oggetto di derisione dai militari alleati che occupavano la camera di commercio. Lo riconosciamo dai baffi a spazzolino, il ciuffo disordinato che fuoriesce dal cappello a visiera con al centro la svastica. La caricatura sembra voler mettere la parola fine alla guerra e agli orrori dell'Olocausto.

Non sarà l’unica immagine disegnata da una mano alleata, si ritrovano anche volti di donne, forse le loro amate. Un contrasto fortissimo quello di un profilo diabolico e la bellezza di uno sguardo femminile. A parere di chi scrive, è stato una mano che ha voluto imprimere il desiderio di tornare ad amare, perché la guerra non ha il volto della Donna!

CESARE MUCCI