L'Unisannio al fianco delle imprese nei progetti formativi Economia

1.500 posti di lavoro fermi per mancanza di figure professionali. La pandemia ha dato un duro colpo ai progetti “formativi” delle piccole imprese sannite. Allo studio un Protocollo d’intesa per pianificare iniziative congiunte in materia di formazione e innovazione

L’ecobonus sull’edilizia si sta dimostrando un ottimo incentivo per riqualificare il patrimonio abitativo dei nostri centri urbani e dare al contempo nuova linfa al mondo del lavoro. Le costruzioni rappresentano infatti uno dei settori primari dell’economia del Sannio, per il numero di attività ad esso collegate, dal calcestruzzo ai nuovi materiali ai cantieri, dai rivenditori edili ai liberi professionisti all’impiego di carpentieri, muratori e imbianchini. Ma soprattutto, in epoca di sostenibilità energetica, a beneficiarne maggiormente sono piccole imprese di tecnici ed impiantisti d’elevata professionalità. E qui, come da tempo si segnalava, è emersa la grande criticità a trovare, sul mercato del lavoro, le adeguate figure professionali.

A farsi interprete di questo grave disagio è stato il presidente della CLAAI dott. Antonio Campese nell’incontro, presso la nuova sede dell’associazione, col prof. Alfredo Vaccaro, presidente Corsi di Laurea in Ingegneria Energetica UniSannio. Parliamo di 1.500 posti di lavoro fermi, tra quadri e tecnici specializzati, per i quali è necessario avviare - prima possibile - corsi di formazione sulle ultime novità normative, strumentali e tecnologiche, in presenza o a distanza.

L’università è portatrice d’innovazione, che se ben governata dà anche un grande impulso all’economia. Io penso che l’università -spiega Antonio Campese - se vuole davvero interagire col territorio deve rendersi disponibile ad un confronto con le organizzazioni come la nostra, perché il territorio non è quello che viene rappresentato dalle grandi lobby di prenditori. Il nostro è fatto di migliaia di piccole imprese, che per l’università sono sicuramente più difficili da intercettare, ma è quello lo scenario reale”.

Un importante contributo alle imprese l’Ateneo sannita lo potrebbe fornire in particolare sulla “formazione”, dove gli imprenditori incontrano non pochi ostacoli, impossibili da superare, nel contesto attuale, senza un tangibile aiuto esterno.

Come presidente dell’associazione di categoria - aggiunge Campese - devo poter andare all'università ed ottenere le risposte formative che mi occorrono, non rivolgersi ad enti o società ma alla Casa madre del Sapere, che nel Sannio è sicuramente l’Università”. L’invito al dialogo, per elaborare insieme un’adeguata soluzione, è stato subito accolto dal prof. Alfredo Vaccaro: “Condivido pienamente. Riteniamo che le piccole imprese, tra cui quelle artigiane, rappresentino l’ossatura di questo territorio ed è giusto e corretto che noi, come istituzione, ci apriamo ad interpretarne i bisogni. E lo faremo sicuramente valutando insieme un Protocollo d’intesa che consentirà di sviluppare iniziative congiunte in materia di formazione, di sviluppo e anche d’innovazione. Portare innovazione nella piccola impresa è molto complesso, ma potremmo rappresentare una leva per dare una risposta anche a tale esigenza. Personalmente - sottolinea il prof. Vaccaro - credo che il paradigma corretto sia interpretare i bisogni del territorio partendo dal basso, quindi in qualche modo identificare ‘progetti formativi’ che possano dare risposte ai veri bisogni delle realtà territoriali”.

L’idea di un Protocollo d’intesa è considerata dal presidente Campese la giusta strada per iniziare questa interazione e mettere a punto le risposte formative sollecitate dalle imprese.

Se poi da questo nascono anche percorsi d’innovazione, di processo o di finanza - conclude - potremmo davvero offrire alle nostre piccole imprese un grande valore competitivo”.

Come Realtà Sannita seguiremo gli sviluppi con la dovuta attenzione affinché dalla promessa si passi all’impegno, convinti che tale iniziativa può rappresentare, col coinvolgimento degli Istituti professionali, un modello virtuoso per frenare la fuga dei giovani dal Sannio. Parliamo infatti di “corsi” che possono agevolare i prossimi diplomati nel trovare un primo impiego o essere da stimolo per coloro che vorranno proseguire nel percorso formativo, iscrivendosi all’Università del Sannio che, sul panorama nazionale, è tra gli Atenei di eccellenza nei campi delle energie. Il futuro del pianeta.

GIUSEPPE CHIUSOLO