Passato, presente e futuro della risorsa acqua nel Sannio Economia

Il 21 marzo 2025, alla vigilia del World Water Day, il dipartimento di Scienze e Tecnologie dell'Università del Sannio ha dato l'opportunità a studiosi, professionisti, addetti del settore e cittadini di partecipare ad un convegno sul tema L'approvvigionamento idrico della città di Benevento, ripartire dal passato navigando nel futuro, patrocinato dall'Ordine dei Geologi e dall'Ordine degli Ingegneri della Campania. L'intento è stato quello di sviscerare le caratteristiche salienti delle infrastrutture idriche sannite del passato e del presente attraverso dati scientifici, per dare un indirizzo metodologico decisionale basato sulla razionalità.

Anche in questa occasione Realtà Sannita è stata presente: ho avuto, infatti, il compito di moderare gli interventi e il dibattito finale, che ha arricchito notevolmente i contenuti già molto stimolanti della trattazione. Oltre che come moderatrice, mi sono sentita coinvolta anche come architetto: l'Architettura moderna, come altre discipline, non è estranea al tema del convegno.

Secondo Leonardo Benevolo, infatti, l'Architettura moderna nasce con William Morris nel 1881, e precisamente con questa sua definizione, pubblicata nel libro ‘Architettura a Socialismo', che per brevità sintetizzo: Il mio concetto di architettura - scrive Morris- abbraccia l'intero ambiente della vita umana; essa rappresenta l'insieme delle modifiche e alterazioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccettuato il puro deserto. Né possiamo confidare i nostri interessi a unaélite di uomini preparati, chiedendo loro di sondare, scoprire e creare l'ambiente destinato a ospitarci, meravigliandoci poi dinanzi all'opera compiuta, e apprendendola come una cosa bell'e fatta. Questo spetta invece a noi stessi; ciascuno di noi è impegnato a sorvegliare e custodire il giusto orientamento del paesaggio terrestre, ciascuno con il suo spirito e le sue mani, nella porzione che gli spetta, per evitare di tramandare ai nostri figli un tesoro minore di quello lasciatoci dai nostri padri.

Questo atteggiamento responsabile, tutto sommato ottimista, seguì un evento accaduto nel 1830 in Inghilterra, raccontato egregiamente da Jacopo Giliberto nel blog del ‘Ilsole24ore'. In quest'anno, fra Liverpool e Manchester, viene creata la prima ferrovia commercialenella sua forma moderna. Il successo immediato di questa infrastruttura di collegamento scatena speculazioni finanziarie nell'area compresa fra Liverpool, dove si trova un grande centro manifatturiero e Manchester. La costruzione del tracciato, infatti, comporta sfide ingegneristiche ardite: vanno costruiti ponti e viadotti, aprendo ferite insanabili nel paesaggio, fino a quel momento incontaminato. Gli atti più invasivi sono il taglio di una montagna e il deturpamento delle torbiere di Chat Moss presso Manchester. Gli abitanti del luogo e gli agricoltori, sostenuti da non pochi intellettuali, si oppongono. Chi più di tutti avversa i cambiamenti del paesaggio e quindi l'infrastruttura, non è proprio un architetto ma uno storico dell'Arte e un esperto di Restauro dei Monumenti: John Ruskin, che contro la costruzione della line ferroviaria afferma: Un pazzo vuole sempre accorciare spazio e tempo, un uomo saggio vuole allungare entrambi. L'eco della vicenda si propaga anche in Italia, dove Morris si oppone al collegamento ferroviario veneziano.

Ne consegue che a partire dal XIX secolo, in Italia la moderna progettazione prende in carico la necessità di controllo della speculazione attraverso l'obbligo, in sede di progetto definitivo, di presentare una relazione generale del progetto, che ancora oggi  ‘fornisce i chiarimenti atti a dimostrare la rispondenza del progetto alle finalità dell'intervento, il rispetto del prescritto livello qualitativo, dei conseguenti costi e dei benefici attesi. Inoltre, ‘riferisce in merito a tutti gli aspetti riguardanti la geologia, la topografia, l'idrologia, le strutture e la geotecnica; riferisce, inoltre, in merito agli aspetti riguardanti le interferenze, gli espropri, il paesaggio, l'ambiente e gli immobili d'interesse storico, artistico ed archeologico che sono stati esaminati e risolti in sede di progettazione attraverso lo studio di fattibilità ambientale. Nel frattempo nasce l'Ecologia, disciplina che, secondo la voce dell'enciclopedia Treccani, è lo studio delle interrelazioni che intercorrono fra gli organismi e l'ambienteche li ospita. Occupandosi di tre livelli di gerarchia biologica: individui, popolazioni e comunità.

Oggi, infine, affrontiamo l'invenzione del nostro secolo: la cosiddetta ‘transizione ecologica', che secondo Laura Baronchelli è quel processo di innovazione tecnologica e rivoluzione ambientale volto a favorire l'economia e lo sviluppo nel rispetto dell'ambiente e della sua sostenibilità. La transizione ecologica di cui tanto si parla, riguarda vari aspetti, tra cui L'agricoltura responsabile, con attenzione alla gestione del suolo; la gestione delle risorse idriche, per eliminare ogni forma di spreco e inefficienza e ammodernare le infrastrutture idriche.Nello specifico La tutela del territorio e della risorsa idrica nella transizione ecologica impiega i fondi per prevenire rischi idrogeologici, salvaguardare le aree verdi e le biodiversità eliminando l'inquinamento delle acque e del suolo; per tutelare la biodiversità, animale e vegetale. E allora come chiarire un indirizzo operativo che concili tutto questo? Nell'intento dei relatori, può essere dato dalla storia e dalle analisi delle scelte tecniche operate nei secoli fino ad oggi, per le trasformazioni del territorio e per le infrastrutture idriche. Questa disamina può e deve dare un indirizzo progettuale prevalente rispetto ad indirizzi di altra natura. Le tappe storiche cruciali delle trasformazioni di cui si è accennato sono quattro: la Rivoluzione sociale ed urbana del periodo romano durata 5 secoli (dal 312 a.C. al 226 d.C) con la fornitura d'acqua alla capitale e alle sue Province, che toccaanche Benevento nel I secolo a.C.; la Rivoluzione industriale del XIX secolo; la Rivoluzione tecnologica del XX secolo; la Transazione ecologica del XXI secolo.

Considerando le tappe e seguendo un obbiettivo di disamina scientifica, nel corso del convegno hanno dato il loro contributo Francesco Matarazzo, delegato dell'Ordine dei geologi della Campania; Luigi Travaglione, in rappresentanza dell'Ordine degli Ingegneri campano; Vera Corbelli, dirigente dell'Autorità di Distretto dell'Appennino meridionale; Libera Esposito professoressa associata di Geologia Applicata e Francesco Fiorillo, professore ordinario di Geologia Applicata del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell'Unisannio; Nicola Fontana professore ordinario di Ingegneria Idraulica del Dipartimento d'Ingegneria di Unisannio; Salvatore Rubbo Amministratore delegato GESESA - Acea; Luigi Avitabile, responsabile dei sistemi idrici di  ABC- Napoli. Il dibattito è stato aperto dall'onorevole Roberto Costanzo, decano di Realtà Sannita e memoria storica delle tematiche idriche sannite; ha poi visto la partecipazione straordinaria in video intervento di Enrico de Agostini, ambasciatore d'Italia in Zambia e Malawi, originario di Campolattaro, luogo della diga attualmente oggetto d'intervento idrico-infrastrutturale e sede di una importante Oasi naturale.

A seguire, la partecipazione del sindaco di Campolattaro Simone Paglia e del geologo Vincenzo Briuolo, sullo stesso tema, che, unitamente alle grosse problematiche sulla dispersione della risorsa acquifera e alla disamina dei metodi di approvvigionamento, hanno costituito il focus del convegno.

ROSANNA BISCARDI