Serie di iniziative al Centro ''La Pace'' per ricordare don Emilio Matarazzo nel 40esimo della scomparsa Eventi

Iniziative per ricordare la figura di don Emilio Matarazzo a 40 anni dalla morte. Il sacerdote fu ideatore e fondatore del centro di cultura e spiritualità “La Pace” sorto poi sul Monte della Guardia di Benevento. A lui è dedicata una strada cittadina lungo il fiume Sabato.

Da venerdì 5 a domenica 7 ottobre si svolgerà un convegno residenziale sul tema “Il senso nel dolore?” che si concluderà con un pomeriggio (quello di domenica) dedicato esclusivamente alla figura e all’opera di don Emilio.

Sarà presentato per l’occasione il progetto di ricostruzione della grotta dove nel 1978 fu collocata una statua del Cristo in preghiera nel Getzemani.

IL PROGRAMMA DEL CONVEGNO “IL SENSO NEL DOLORE?”

Venerdì 5 ottobre 2018

Ore 17.00/18.00 arrivo e accoglienza e sistemazione; ore 18.30 saluti e riflessioni su “Il dialogo: strada maestra per la fraternità e la pace” a cura di Pasquale Lubrano; ore 20.00 cena; ore 21.30 momento artistico.

Sabato  6 ottobre 2018

Ore 7.30/9.00 colazione; ore 9.30/10.30 momento artistico e relazione “Può esserci un senso nel dolore?” a cura di Giuseppe Auriemma; testimonianze; ore 10.30 intervallo; ore11.00/12.00 momento artistico e altre testimonianze; ore 13.00 pranzo. Nel pomeriggio, ore 16.00/17.00 relazione su “La sofferenza sociale” a cura di Moreno Orazi; testimonianze e momento artistico; ore 17.00 intervallo; ore 17.30/19.00 incontri di gruppo; ore 20.00 cena; ore 21.30 serata artistico-culturale.

Domenica 7 ottobre 2018

Ore 7.30/9.00 colazione; ore 9.30/10.30 momento artistico e relazione su “Il dolore e la relazione” a cura di Raffaele Arigliani; ore 11.00/12.00 condivisione in sala e momento artistico; ore 13.00 pranzo. Nel pomeriggio, ore 16.00 video introduttivo con interventi su “Don Emilio Matarazzo e la nascita del Centro la Pace” e “Il Centro la Pace oggi: Il Carisma dell’Unità in continuità con il Carisma di don Emilio”; momento artistico; ore 16.30 testimonianze su don Emilio Matarazzo (coordina Nico De Vincentiis); momento artistico e lettura del brano “Addio a Pontelandolfo”; ore 17.30 intervallo con coffee-break; ore 18.00 intervento dell’arcivescovo Felice Accrocca su “Il prodigio del seme e le prospettive del Centro la Pace”; momento artistico; ore 19.00 S. Messa celebrata dall’arcivescovo.

DON EMILIO MATARAZZO

Don Emilio Matarazzo è ricordato soprattutto per avere immaginato e avviato, negli anni ’70, la costruzione del centro di spiritualità e cultura “La Pace”, sorto sulla collina Monte delle Guardie. Lo sviluppo e la conclusione dell’opera furono rese possibili grazie all’impegno economico della Diocesi di Benevento nell’ambito del Giubileo del Duemila. Oggi essa vive grazie all’attività di accoglienza e animazione del movimento dei Focolari.

Don Emilio l’aveva immaginata come una casa in cui vivere esperienze formative di carattere spirituale e culturale, ma soprattutto un luogo in cui si potesse irradiare una luce nuova, progetti di dialogo e di confronto sui temi che caratterizzano le varie fasi della storia umana e socialee che incrociano la logica del vangelo di Cristo.

“Faremo in modo - diceva don Emilio - che l’uomo si faccia degno della sua condizione e s’impegni per tutta la vita a vivere la fedeltà agli ideali scelti. Non si limiti ad enunciare le sue intenzioni profetiche con le parole”.

Il percorso verso la realizzazione del centro non fu semplice, osteggiato in parte dagli stessi vertici ecclesiali, ma mai interrotto nel cuore e nella mente di tanti amici del sacerdote, nato a Foglianise nel 1928. La sua esperienza terrena, trascorsa a contatto con le più varie espressioni della cultura del tempo e soprattutto con i più svantaggiati, evoca concetti di solidarietà, di attenzione ai bisogni educativi e materiali per consentire a tutti di affrontare la difficile fase di transizione, non diversa dalla storia di questi anni.

Parroco di Pontelandolfo, docente di Filosofia al liceo “Giannone” di Benevento, instancabile animatore. Rigoroso nella formazione dei giovani che seppe raccogliere nel gruppo “Incontri” e seguire con assoluta dedizione fino alla sua morte, seppe testimoniare la sua fede gridando, a modo suo, contro le ingiustizie, indignandosi e sostenendo numerose battaglie civili.

Per anni ha vissuto in una baracca nel campo che ospitava quelle in cui avevano trovato riparo le famiglie rimaste senza casa a seguito di un’alluvione. Si scagliò contro ogni forma di ingiustizia, sul lavoro e in tanti settori della società e della stessa Chiesa. Una volta si scagliò contro “l’indegno regime commerciale dei funerali”. Nelle campagne i defunti venivano, infatti, accompagnati  con croci di legno rispetto a quelle di argento che svettavano davanti alle bare dei ricchi. Don Emilio diceva: “Meglio andare al patibolo che mettere la spalla sotto a chi opprime i poveri…”.

E’ morto a soli 50 anni senza vedere realizzata la sua opera più grande. I più stretti collaboratori, don Vincenzo De Vizia (poi divenuto vicario generale dell’arcidiocesi di Benevento) e don Francesco Zerrillo (sarà vescovo di Tricarico e poi di Lucera), seguirono la traccia lasciata da don Emilio e contribuirono affinché la sua profezia si avverasse. E soprattutto quello che la rendeva possibile, il dialogo. Tante persone si radunarono intorno all’idea del centro e la Diocesi di Benevento ne sposò il progetto. Don Emilio vive nella sua opera.

Diceva agli amici: “Se volete ritrovarmi, se volete riascoltarmi, venite sulla collina bagnata dai miei sudori, venite tra le mura che hanno screpolato le mie mani. Se tante volte ho steso le mie mani a voi, ora le stendo con maggiore ardimento, con la confidenza e la fiducia che voi mi avete tanto generosamente accordate”.