Abolizione della Provincia sannita. Le considerazioni dell'Associazione Amici della Libertà In primo piano
Il presidente dell'Associazione “Amici della Libertà”, Gianluca Vevoto, è intervenuto con una nota in merito alla paventata soppressione della Provincia di Benevento.
“In questi ultimi giorni - scrive -, a seguito del discusso Decreto Legge 138 che prevede l'abolizione di alcune province italiane, fra le quali anche la nostra, stiamo assistendo ad una serie di proclami più o meno bellicosi per la salvaguardia del nostro ente, come baluardo e simbolo d'identità della nostra comunità.
Abbiamo tardato, come Associazione, ad esprimere la nostra posizione su questo provvedimento sia perché non volevamo lasciare dichiarazioni prese dall'onda emotiva e sia per non dire ovvietà che possono facilmente sconfinare nella demagogia e nel populismo.
Come tutti, anche noi ci auguriamo che la nostra istituzione provinciale possa sopravvivere e siamo disposti ad intraprendere qualsiasi azione in tal senso per evitare la sua soppressione, ma vogliamo anche lottare per una provincia che funzioni realmente, che serva ai cittadini e che non sia luogo di accordi di sottopotere e di mercimonio politico.
Noi non vogliamo una Benevento e un Sannio sempre più marginali, cosa che potrebbe sicuramente accadere se ci fosse la soppressione della sua Provincia, ma vogliamo anche capire, come in questi anni, nonostante la presenza di una istituzione provinciale, perchè il nostro territorio sia diventato lo stesso sempre più periferico.
La sua marginalizzazione non è un processo futuribile, possibile solo nel caso in cui abolissero l'ente Provincia, ma è un processo in atto ormai da anni. Bisogna ricordare agli attori istituzionali intervenuti in questo dibattito, qualcuno già con elmetto in capo e daga in pugno, che alcune battaglie dovevano essere combattute a tempo debito, quando abbiamo assistito, in maniera distratta e blanda, alla chiusura degli Uffici della Banca d'Italia, della Telecom e dell'Enel. alla soppressione di Linee Ferroviarie, alla speranza di avere un giorno la Fortorina e altre infrastrutture necessarie per lo sviluppo del nostro territorio. Ora, dopo che abbiamo visto progetti di sviluppo sfumati, qualcuno anche a vantaggio di province vicine e alla chiusura dei servizi esistenti, si pensa che per evitare la subordinazione e la marginalizzazione del Sannio basti difendere fino alla morte l'ente Provincia.
Vogliamo ricordare a tutti, soprattutto a chi ha cariche istituzionali - prosegue Vevoto -, di abbondare la prosopopea guerriera e cercare di costruire su fatti concreti vere possibilità di sviluppo per la nostra terra, dato che il serio problema di Benevento e del Sannio non è tanto dato dal numero di enti che si occupano del suo territorio, ma dalla qualità di questi enti, dalla loro progettualità, dalle idee ed iniziative che essi sanno mettere in cantiere, cose che, negli ultimi anni, si sono viste molto poco al contrario di province contigue alla nostra che, un tempo, erano molto più marginali di noi!
Come sempre, in queste occasioni, si parla di Molisannio.
Siamo d'accordo sul fatto di riveder l'assetto delle regioni (come tante altre persone da Nord a Sud; basta fare un giro su internet per rendersene un po' conto), ma non si può spolverare questa idea ogni volta che si prende uno sgarbo da Napoli o, come in questo caso, da Roma e non far seguire nessun atto concreto a queste dichiarazioni. Bisogna essere convinti di portare avanti questa idea magari con la costituzione di un gruppo di studio o di un comitato promotore che possa iniziare a stabilire contatti con gli altri territori interessati a questo progetto.
E’ necessario intervenire nel dibattito parlamentare, dato che, quando saranno operative le città metropolitane (delle province un po’ allargate), è naturale che ci sia una fase di riorganizzazione dell'intera struttura amministrativa dello Stato e quindi occorre anche rivedere le configurazioni territoriali esistenti delle regioni, che attualmente vedono mettere insieme territori diversi che, per rapporti economici, sociali e culturali, possono trovare una migliore collocazione in altre entità regionali rispetto a quelle di origine, formando finalmente delle regioni più omogenee sia dal punto di vista territoriale che demografico. Solo su queste basi - conclude il presidente - possiamo parlare, un giorno, della nascita della regione Sannio”.