Acqua bene comune. Al ruscello In primo piano

Diciamolo una buona volta. L’acqua è un bene comune quando scende dal cielo e quando precipita copiosa oltre misura lungo le valli, nonché quando sgorga limpida dalle sorgenti e giocherella giuliva tra i sassi dei ruscelli.

Lì ognuno può farci quello che gli fa comodo.

Quando però l’acqua ti arriva mediante condotte che costano per essere costruite e per essere manutenute, e perché è passata da dighe, depositi e cisterne curate da altre figure tecniche, non si è in presenza del “naturale” bene comune, ma di un bene assoggettato alle leggi dell’economia.

Perché non è bene comune l’acqua minerale di cui siamo grandi fruitori noi italiani? Perché accettiamo che l’acqua per i bambini costa molto di più di quella ordinaria, quando per la sua estrazione e il suo imbottigliamento le spese sono più o meno le stesse? Forse perché si vende anche in farmacia?

Qualcuno dice ma perché questo servizio deve essere assicurato da un privato (sia pure sotto mentite spoglie, quando si tratti di grandi marchi) e non può essere gestito dall’ente pubblico (Comune, Provincia, Regione)? Si è scoperto che qualunque servizio pubblico gestito dai luoghi dove comanda la politica è più dispendioso, costa di più perché la remunerazione dei soggetti individuati dalla politica ha, storicamente, passato ogni limite di decenza. Tant’è che anche il pubblico impiego fu “privatizzato” da democraticissimi governi e parlamenti. O non se lo ricorda più nessuno?

Se acqua bene comune significa acqua gestita dai partiti, noi siamo per l’acqua gestita (non sprecata) da un onesto imprenditore che non la faccia mai mancare e si limiti a intascare un lecito compenso al suo lavoro di tecnico e di organizzatore.

L’acqua bene comune, correttamente inteso, è sempre disponibile al più vicino ruscello. Mi pare che al giorno d’oggi l’acqua arriva in casa attraverso tubi, chiavi d’arresto e “contatori”: tutto ciò si deve pagare. Proprio come l’acqua minerale che non si capisce perché non dovrebbe essere annoverata pure essa come bene comune…

M.P.