Allarme nel Sannio: il diritto all'istruzione sfregiato dai tagli alle scuole In primo piano
Neanche il tempo dell’ultima campanella scolastica ed ecco riaccendersi l’allarme dei tagli alle scuole.
Argomento scottante quello del dimensionamento scolastico, che Regione Campania e Ministero dell’Istruzione e del Merito vede l’un contro l’altro armato ormai da mesi, ma negli ultimi giorni la querelle ha toccato picchi di tensione altissimi.
Secondo quanto afferma l’assessore regionale Lucia Fortini, attualmente in Campania ci sono 865 sedi normodimensionate, quelle che - in base alla normativa del 2011 - hanno 600 alunni nei grandi centri e 400 in quelli piccoli.
“Tra due anni - spiega Fortini - con l’applicazione della nuova norma passeranno a 839, del resto lo dicono anche i documenti che ci hanno fornito”.
In soldoni, in Campania sarebbe previsto il taglio di 120 “autonomie” e di queste 16 interesseranno Benevento e il Sannio.
Quindi una prospettiva tutt’altro che rosea...
C’è da dire che negli anni passati la Campania ha avuto delle deroghe, cioè il numero per le autonomie non era più di 600 - 400, ma di 500 - 300.
E proprio su questi parametri l’assessore regionale incalza il MIM e controbatte: “Se abbiamo un calo demografico nazionale, perché non abbassare per tutti i parametri, invece di tagliare sull’istruzione?”.
Ergo, non fa una piega.
Chi, poi, collega i criteri per il dimensionamento scolastico al Pnrr prende un abbaglio.
“Questi tagli - prosegue Lucia Fortni - li ha fissati il MIM. L’Europa, invece, dice che dobbiamo prenderci cura dei nostri ragazzi, che dobbiamo ridurre i divari e addirittura c’è un passaggio in cui è scritto che dobbiamo tutelare le zone montane, le aree interne e i territori meno abitati. I divari non li colmi se riduci il numero di autonomie scolastiche, altrimenti ci ritroveremo con dirigenti che avranno più sedi da governare, cioè un processo dannoso”.
Da qui l’appello dell’assessore al ministro Valditara di far valere la regola di 500 - 300 alunni.
Se è vero come è vero che quando si arzigogola di tagli è necessario fermarsi a riflettere sul fatto che non si parla di numeri in astratto, ma piuttosto che si “gioca” sulla pelle dei lavoratori, coinvolgendo di riflesso anche gli alunni che sono il nostro futuro, i cosiddetti adulti di domani, allora bisognerebbe pacificare gli animi, mettere da parte l’ideologia politica e sedersi tutti allo stesso tavolo per trovare una soluzione.
Frattanto, anche a livello locale, il Sannio incalza sulle deroghe…
Per le sigle sindacali Anp, Cgil, Cisl e Uil questo piano di dimensionamento scolastico è iniquo e inaccettabile e l’auspicio è che la presa di posizione da parte dei competenti organi deputati a compiere le scelte sia ferma ed oculata, ma soprattutto condivisa con il mondo scolastico.
“Non è possibile - sostengono all’unanimità - applicare un unico coefficiente numerico non tenendo conto delle caratteristiche geografiche”.
Per Mirella Scala, dirigente dell’USP Benevento, bisogna tener conto delle specificità del territorio sannita e del fatto che vi siano scuole delle aree interne in netta sofferenza: “Abbiamo già cinque plessi scolastici in reggenza”, ma la dirigente sottolinea pure: “Oltre determinati limiti si deve accorpare e se fatto con i giusti criteri il decreto ministeriale non è il male assoluto”.
In base alla Legge di Bilancio gli accorpamenti entreranno in vigore nell’anno scolastico 2024/2025, ma se entro il prossimo 30 giugno non si riuscisse a trovare la quadra tra ministeri e Conferenza unificata allora le decisioni sul dimensionamento verranno “centralizzate”, con conseguenti scenari fortemente penalizzanti per il Sannio.
E allora: c’è da fare presto!
ANNAMARIA GANGALE