Benevento museo del futuro In primo piano

DICO-Digital & Contemporary art è il nome dell’associazione che Fabrizio D’Aloia e Pellegrino De Santis, noti professionisti e imprenditori beneventani da un po’ di tempo impegnati fuori dal territorio Sannita, hanno creato e presentato con entusiasmo alla città.

Ciascuno per le proprie competenze e passioni, complice anche un po’ di nostalgia del loro Sannio, hanno deciso di mettere su un progetto originale ed innovativo per la città di Benevento: un cocktail fresco ed accattivante di arte contemporanea e mondo della tecnologia e del digitale. Insieme a loro c’è Francesco Cascino, che si occupa di arte contemporanea e progetti culturali.

Vogliamo creare nuovi musei evolutivi e partecipati, hub ibridi e trasversali dove artisti, artigiani e imprese si incontrino ogni giorno per dar vita a nuove idee, insieme ad anziani e bambini, scienziati e studenti, curatori e professionisti, ricomponendo il nucleo sociale e lavorativo della città e della provincia. Vogliamo poi creare arte pubblica di nuova generazione, così da lasciare traccia della nostra epoca come hanno fatto i nostri avi per millenni”.

Durante la presentazione ufficiale di DICO, tenutasi recentemente a Palazzo Paolo V, Pellegrino De Santis, ingegnere esperto di innovazione in ambito di ricerca e sviluppo e presidente della neonata associazione, ha spiegato i progetti in cantiere da realizzare insieme all’amministrazione comunale che si è mostrata fortemente attratta dalle visioni dell’associazione che intende recuperare luoghi e strutture della città che hanno perso la loro identità e che possono essere nuovamente ritrovati e valorizzati. Tra questi emerge l’ideazione e creazione del Museo della storia del Personal Computer “Quando il Computer divenne Personal” e poi l’identificazione di un luogo iconico atto ad ospitare e rievocare la “Leggenda delle streghe” e la realizzazione di un noce quale simbolo della leggenda (il luogo potrebbe essere il parco archeologico a contrada Cellarulo).

E poi ancora realizzare a Piazza Duomo nell’edificio mai ultimato e abbandonato da anni in grave degrado, soprannominato da tutti il Mamozio, un museo di arte contemporanea evolutivo, partecipato e interattivo che, anche con la strumentazione digitale, produca e sviluppi una collezione permanente identitaria ed eventi espositivi temporanei. L’edificio progettato dai noti architetti Gabetti e Isola, vincitori di un concorso internazionale, è ormai da molti anni oggetto di un contenzioso che ora sembra prendere finalmente una svolta diversa. Infatti recentemente la Offtec, società di consulenza in ingegneria civile ha avuto l’incarico di redigere il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la riqualificazione e valorizzazione di piazza Duomo.

Tra i primi progetti dell’associazione c’è il recupero, restauro e installazione – in luoghi da definire – delle due opere di proprietà della Provincia (Atelier van Lieshout) e del Comune (Presepe di Riccardo Dalisi) ed ancora la creazione di un hub per artisti locali dove poter lavorare, sperimentare ed esporre le loro opere (ex tabacchificio, via XXV luglio).

Il direttore artistico dell’associazione è Francesco Cascino (originario di Matera), figura eclettica che si occupa di arte e rigenerazione culturale, urbana e territoriale.

Sono stato accolto a Benevento meglio di come vengo accolto a Matera. Se vogliamo far venire voglia alle persone di ‘stare’ a Benevento, quando si parla di cultura, prima vengono i cittadini e poi i turisti. È il turismo dei viaggiatori, quello della modalità grand tour... attraverso gli strumenti digitali, noi dobbiamo arrivare a 8 miliardi di persone e fargli sentire cosa può accadere qui, ogni giorno -Tra passato, presente e futuro- delle forme, dell’arte partecipata, delle performance, del teatro, della danza: deve aver voglia di restare qui 3-4 giorni. Per parlare con voi. Non si vanno a visitare le pietre, si vanno a visitare le persone: ci si siede con le persone e si fanno anche affari, investimenti, si ripristinano le botteghe.”

Fabrizio D’Aloia, ingegnere e imprenditore di successo (a lui si deve la creazione in Italia delle prime piattaforme di giochi in rete con la sua azienda Microgame ora ceduta) è invece il vice presidente di DICO.

Lo dico con orgoglio, qui sono nati tanti algoritmi, tante innovazioni di processi di business e nel marketing, le carte prepagate degli operatori telefonici sono made in Benevento. È un qualcosa che purtroppo la collettività non conosce, ma sono elementi che oggi portiamo dietro di noi, all'interno dei nostri dispositivi, all'interno dei televisori, dei nostri computer, dei sistemi operativi, delle app, che contengono tante cose nate proprio qui a Benevento. E quindi Benevento ha contribuito allo sviluppo dell'arte contemporanea e dell'arte digitale, perché è anche grazie a queste cose che sono nate qui che oggi esiste l'arte contemporanea che gira in tutto il mondo, ha affermato Fabrizio D'Aloia.

All'interno del nostro programma portiamo avanti un progetto importante: creare un Museo della storia della tecnologia digitale a Benevento, che sarà il più grande museo esistente al mondo dopo quello nella Silicon Valley. Ci sono stati vari tentativi di costruire tutto questo, ma è molto complesso e noi invece oggi abbiamo la possibilità di realizzarlo, perché tra i partner dell’Associazione c'è anche il Vintage Computer Club, che raggruppa tutti i collezionisti di tecnologia digitale, che si sono resi disponibili, con i loro oggetti, a costruire questo percorso insieme e realizzeremo sicuramente una collaborazione con l'Università, per raccontare a tutto il mondo quali sono state le pietre miliari, le invenzioni di personaggi che hanno cambiato la vita di tutti noi. E Benevento può essere il soggetto deputato a raccontare tutto questo, proprio perché custode di tre millenni di storia e nulle vieta di pensarla protagonista anche dei millenni futuri.

È un lavoro ciclopico, importante, di medio lungo periodo e non può essere fatto da poche persone, ma deve essere fatto tutti i giorni, con amministrazioni attente ma soprattutto la partecipazione attiva dei cittadini e di tutti coloro che in qualche modo hanno a cuore il nostro territorio.

MARIA GABRIELLLA FUCCIO