Cibi e merci contraffatte, un danno sociale ed economico In primo piano
La contraffazione
alimentare e la falsificazione dei prodotti. Una piaga sociale e una
minaccia alla
salute del consumatore. Di
questo ed altro si è discusso durante il convegno di studi
organizzato dall'Università del Sannio e dal COINS, presso
l'aula Magna del complesso Sant'Agostino.
Presenti numerose autorità
tra cui, il sindaco Fausto Pepe e il neo Prefetto di Benevento
Antonella De Miro. Moderatore dell'incontro, il giornalista della
Rai Ermanno Corsi.
Quali e quanti sono i
prodotti contraffatti sul mercato?
Si va dal latte allungato
con l'acqua, alle mozzarelle di bufala impastate con la calce, ai
pomodori provenienti dalla Cina, ai prosciutti di Parma e San
Daniele, all'olio di oliva extra vergine, fino al recente Parmesan.
La lista della casistica nelle frodi alimentari è lunga. A
farne le spese, ancora una volta, il consumatore ignaro. Non solo
falsificazione dei cibi, ma anche dei giocattoli fabbricati con
vernici tossiche, farmaci, prodotti d'abbigliamento, cosmetici,
beni di consumo, audiovisivo e software. Un problema che sta
assumendo le proporzioni di una vera e propria emergenza
internazionale: basti pensare che un 1 prodotto su 10 è
falsificato e su 180 aziende ben 118 sono risultate irregolari. Nel
Sannio e nel napoletano molte imprese risentono della contraffazione.
Il territorio sannita in particolar modo, è una terra che ha
bisogno di sviluppo, ma anche un territorio in pericolo: da qui a
poco, potremmo trovarci in un mercato saturo di prodotti dannosi. A
soffrirne le imprese, che vedono riduzioni di fatturato, perdite di
quote di mercato, riduzioni di posti di lavoro; e che dire del
fenomeno del lavoro clandestino, dei tanti extracomunitari che
fabbricano merci senza controllo né norme di sicurezza?
L'Italia è il
bersaglio preferito di questa distorsione economica nell'hinterland
milanese come a Prato, dove c'è il più alto numero di
industrie tessili cinesi, fino alla periferia napoletana di
Ottaviano, Terzigno e San Giuseppe Vesuviano. Non è l'unica
nazione. La Turchia ad esempio, primeggia nella contraffazione
alimentare con l'80% di prodotti contraffatti, il Sud-Est Asiatico
e il Belgio (una delle ultime nazioni ad affermarsi nel losco
mercato).
Il valore delle merci
contraffatte si aggira tra il 5 e 7% del commercio mondiale, si
calcolano 200-300 miliardi di euro l'anno con danni economici per
la nostra penisola, riscontrabili nelle mancate vendite e nella
mancata credibilità del marchio.
Ma come può
difendersi il cittadino da tutto questo? Se ne è parlato a
lungo durante la giornata di studio, arricchita dagli interventi di
esperti che, per combattere la criminalità organizzata che fa
leva sul commercio illecito, hanno invitato i consumatori a mantenere
alta la soglia di vigilanza con la prevenzione e l'informazione.
Nello specifico, il Rettore dell'Università del Sannio
Filippo Bencardino e il Presidente del COINS Vincenzo Palumbo, hanno
esortato i giovani ad essere attenti alla legalità. Di
legalità nel mezzogiorno si è soffermata anche il
prefetto De Miro che ha ribadito la necessità di informare con
seminari le forze dell'ordine, che svolgono un ruolo
importantissimo.
A seguire, Giovanni
Tartaglia Polcini Sostituto Procuratore presso il Tribunale di
Benevento, ha ampiamente illustrato l'aspetto giuridico ed
investigativo della contraffazione citando gli articoli del codice
penale e la loro applicazione spostando poi l'attenzione in ambito
europeo, dove la lotta alla pirateria ha mirato la protezione delle
frontiere esterne Dello stesso parere, Pierluigi Toriello Docente di
Diritto Internazionale alla Federico II di Napoli, il quale vede
nella libertà di mercato della CEE e nella cadute delle
frontiere, una delle cause della contraffazione in Italia. Siamo
ormai assediati dai prodotti contraffatti -ha sentenziato Toriello-
gli esperti commerciali sono attirati dai bassi costi della merce;
per questo motivo le nostre frontiere devono essere vigili e chiuse.
La CEE deve sostenere gli organi di polizia e contrastare
l'immigrazione clandestina.
Il limitato utilizzo di
marchi e brevetti, la scarsa attenzione da parte dei cittadini e
della governance al problema, la rete Internet che ha aperto nuovi
canali di distribuzione, nonché i mancati controlli, rientrano
tra le cause principali del mercato plurioffensivo. Infine, Giuseppe
Marotta Docente di Economia Agroalimentare dell'Università
del Sannio, ha posto l'accento sul rapporto cittadino-ambiente. Il
consumatore di oggi considera meno il prezzo, ma di più la
qualità e la sicurezza igienica e nutrizionale del prodotto. I
sanniti, da sempre legati al territorio, sanno che i prodotti
nostrani sani e genuini vanno difesi. Ciò nonostante, il
divario creato dalla globalizzazione e dalla competitività ha
reso il consumatore diffidente. Un dato però è certo:
il marchio protegge il fattore locale e tutela le merci prodotte in
Italia. L'agropirateria è nemica dello sviluppo ed è
nociva, perché offende la persona e la sua salute.
La libertà
dell'uomo si sviluppa con il progresso tecnico, per cui se la
nostra economia è sana, anche le imprese lo sono e i nostri
interessi vengono tutelati. Quello della falsificazione alimentare è
un tema complesso, insidioso e capillare -come ha sintetizzato
il giornalista Ermanno Corsi- i cui interventi hanno sensibilizzato i
partecipanti del progetto di formazione ad un tema problematico che
riguarda il nostro futuro: l'alimentazione e la salute pubblica.
Simona
Palumbo