I miasmi della città e ... della politica In primo piano

Sono da poco terminate le elezioni europee, vinte da tutti, anche da chi ha perso … ma non troppo.

Poteva andare peggio. Si era soli contro tutti, ma si spera …. nelle prossime regionali.

Così dall’Europa alla Campania Felix, saltando l’Italia, il passo è breve.

C’è chi sacrifica una vita per le istituzioni “a prescindere”, qualunque siano.

Il progetto politico è chiaro: esserci, esserci, caparbiamente esserci, per dirla con l’Alfieri. I veri politici sono cavalli di razza, non vanno mai in pensione fino a che … gli elettori non ce li mandano.

Nel frattempo il Rinascimento beneventano, parente povero di quello di bassoliniana memoria, disegna il perimetro della civitas nova.

Promesse ed inaugurazioni, inaugurazioni e promesse, come la ruota che gira a Piazza Risorgimento ed ha fatto numeri incredibili di utenti … invisibili.

Impazza l’estate in villa, il BCT, la città spettacolo (ridotta oramai alla brutta copia del canta giro), le giostre della festa della Madonna delle Grazie traslocate in Piazza Risorgimento, per non disturbare il restyling di Piazza Cardinal Pacca (Piazza Santa Maria) con aiuola, punto informativo ed annesso bagno nell’area di parcheggio, aspettando il lapidarium, che impalla la bellezza dell’Arco di Traiano ed ignora la vicina chiesa longobarda (questa sì, a differenza delle mura illuminate) di Sant’Ilario a Porta’Aurea.

La città è un fermento di cantieri da aprire, per drenare le risorse pubbliche del PNRR e tutte le altre possibili, anche con procedure poco ortodosse e calpestando l’esito di un concorso di architettura internazionale (Gabetti ed Isola), per dare in appalto ad un dinamico gruppo industriale privato locale il completamento dell’opera urbanistica di fronte al Duomo, con annessi ristorante e roof garden, e la realizzazione di un campo da golf a 18 buche, un unicum nel sud Italia che dovrebbe portare un notevole incremento del PIL locale (si sa l’Italia è un Paese di santi, poeti, navigatori e … giocatori di golf).

Partiranno a breve i lavori di riqualificazione di Piazza Risorgimento e dell’ex campo di calcio De La Salle, il terminal. Se ne sentiva il bisogno.

Arriveranno, prima o poi (?), gli investitori lituani e gli altri imprenditori per rafforzare la zona industriale di una città la cui vocazione … non è industriale, bensì storica, artistica e culturale.

Però se apri le finestre la mattina l’aria è (ancora) infestata dai miasmi che salgono dalla zona industriale fino al Viale degli Atlantici ed al Viale Mellusi. L’acqua viene tolta quasi tutte le sere, si ripetono con sempre maggiore frequenza i black out elettrici, le strade sono piene di buche, il verde in certe zone sembra la foresta amazzonica.

La macchina comunale è un pachiderma fermo all’età giurassica con continui incidenti di percorso fra dirigenti, dipendenti, commissioni, assessori e consiglio.

Una Corrida: dilettanti allo sbaraglio con conto a carico dei beneventani, che assistono con indifferenza, apatia e la rassegnazione del “che ci possiamo fare”.

La città location è il tema predominante. Quella vera è morta da tempo.

Non ci resta che sperare nell’avvento dell’intelligenza artificiale perché quella naturale è già in vacanza.

UGO CAMPESE