Il successo del Rigoletto al Teatro Romano In primo piano
Il melodramma in tre atti di Rigoletto è stato rappresentato nella stupefacente cornice del Teatro Romano, in una splendida serata d’inizio agosto, preceduta da in tramonto spettacolare con i colori di rosso e di arancione che si stagliano all’orizzonte.
L’opera composta dal grande Maestro Giuseppe Verdi, tratta dal librettista Francesco Maria Piave, è ispirata dal dramma “Le roi s’amuse”, ossia (“Il re si diverte”), di Victor Hugo, dato alle stampe il 22/11/1832. Francesco Maria Piave ambienta la vicenda nella città di Mantova, nel XVI secolo.
Il duca di Mantova ad una festa di ballo nel suo sontuoso palazzo, comunica Matteo Borsa di aver perso la testa per una fanciulla, che incontra la domenica in chiesa, intanto, un altro cortigiano diffonde la notizia riguardante l’amante di Rigoletto.
La festa prosegue, ma viene interrotta dal conte di Monterone, che accusa il duca di Mantova, di aver sedotta sua figlia, fatto rinchiudere in carcere dal blasonato libertino, deriso da anche da Rigoletto. A casa Rigoletto incontra una donna, non è un’amante come si mormora, ma sua figlia Gilda, tenuta nascosta, per evitarle ogni sorta di pericolo. Marullo, nel frattempo con dei cortigiani rapinano Gilda, la figlia di Rigoletto.
Nel secondo atto Rigoletto appare sempre più preoccupato per la sorte di Gilda, che si reca nella stanza dove è stata rinchiusa. La figlia esce dalla sua prigione ed incontra il padre, gli racconta di essere stata disonorata, ma la fanciulla nonostante le vicissitudini è ancora innamorata del duca.
Sparafucile nel terzo atto viene incaricato di uccidere il duca e di consumare inesorabilmente la vendetta, ma successivamente il piano cambia, è quello di consegnare a Rigoletto il cadavere del primo viandante che giunge in osteria. Gilda, di nascosto ha sentito tutto, vestita da uomo si reca nella taverna, ma quando il padre apre il macabro fardello, si appresta a getta il cadavere.
Il canto del duca di Mantova non è altro che il preludio della vendetta, ordito dal libertino duca, il buffone di corte riconosce nel corpo senza vita la sua adorata figlia, su cui si abbatte come una scure la maledizione. Il Rigoletto è citato nella cosiddetta trilogia verdiana, con il Trovatore e la Traviata.
L’opera è un dramma intrisa di passioni, di continui tradimenti, di premeditate vendette, collocata in un passato lontano con spirito romantico.
La rappresentazione è stata sublimata dalle ugole meravigliose dei cantanti, dall’esecuzione impeccabile delle aree dell’opera., diretta dal M° e concertatore Angelo Gabrielli, resa avvincente dall’Orchestra Internazionale della Campania. La regia perfetta è stata di Antonio De Lucia, coadiuvato dal suo assistente Vincenzo Maria Sarinelli.
Hanno calcato la scena: Rigoletto (Devid Cecconi), Gilda (Daniela Cappiello), Duca di Mantova (Raffaele Abete), Maddalena (Cristina Melis), Sparafucile (Elierio D’Artegna), Conte Monterone (Andrea Tabili), Giovanna (Deborah Colangelo), Matteo Borsa (Silvano Paolillo), Marullo (Gianfranco Zuccarino), Conte di Ceprano (Giuseppe Maiorano), Contessa di Ceprano (Maura Minicozzi), Usciere di corte (Giuseppe Montarano), Paggio della duchessa (Maura Minocozzi).
La provocazione del direttore artistico, il M° Leonardo Quadrini di riportare la lirica nel Teatro Romano ha sortito un effetto positivo, riaccendendo i riflettori spenti su un genere musicale, da riscoprire e da rilanciare nella città capoluogo. La sfida lanciata è stata vinta, adesso è certamente auspicabile che la stagione lirica diventi un evento duraturo nel tempo, affinchè s’imponga nel circuito nazionale tra i Festiva di notevole rilevanza nel Paese.
Nicola Mastrocinque