La Banca Sannitica e i meriti di Mario Perlingieri In primo piano

Le due intere pagine di Realtà Sannita dello scorso numero (cartaceo 11 - 2023, ndr), dedicate alla storia della Banca Sannitica e del suo massimo protagonista, Mario Perlingieri, meritano più di una attenta lettura.

Non molti tra le persone viventi hanno avuto modo di seguire e valutare tutte le iniziative, non solo in campo economico-finanziario, assunte da quell’istituto di credito nella seconda metà del secolo scorso. Nei primi decenni del Novecento difatti era soltanto una piccola banca locale, che però negli anni cinquanta-sessanta rappresentava già la più influente azienda di credito provinciale, per diventare successivamente una banca a dimensione regionale, anticipando, rispetto ad altri istituti bancari, talune importanti innovazioni tecnologiche in campo gestionale.

Mario Perlingieri capì, con un ventennio di anticipo, il ruolo che avrebbe assunto internet nella gestione delle imprese e del mercato finanziario. Difatti negli anni ’60 Egli inserisce le nuove tecnologie nella sua banca, con l’assistenza professionale dell’ing. Luciano De Crescenzo, prima che questi diventasse uno scrittore e regista di successo.

Fu proprio nel campo della gestione tecnico-amministrativa che la Banca Sannitica raggiunse livelli eccezionali soprattutto con la specializzazione del personale dipendente, impiegati che nel 1949, quando Mario Perlingieri fu nominato la prima volta amministratore delegato, raggiungevano il numero di ottanta posti di lavoro, che nel 1980 avevano superato cinquecento unità. Ma il valore della forza lavoro della Banca Sannitica non era rappresentato soltanto dal numero degli occupati quanto piuttosto dalla loro elevata capacità tecnico-professionale. Difatti negli anni ’70, quando approdarono in Campania le filiali di molte banche nazionali, vi fu una gara per attrarre nelle proprie agenzie impiegati già formatisi nella Banca Sannitica, la quale era ormai vista come una scuola di specializzazione di personale bancario.

Il successo di quella banca fu anche il risultato dell’ottima gestione amministrativa dovuta peraltro alle relative scelte dirigenziali, a cominciare dal primo alter-ego di Mario Perlingieri, il facente funzioni di direttore, Nazareno Costanzo (che non era mio parente…), il quale in effetti fu il suo numero due per circa vent’anni e si distinse per discrezione ed operatività. Dopo di lui fu scelto, come direttore generale, il romano Paolo Palazzolo, che divenne ben presto il brillante braccio destro di Perlingieri soprattutto nell’avventura napoletana, quando la Sannitica trasferì il suo centro direzionale nella capitale della Campania, dove Palazzolo fu in prima fila lungo la strada che fece della Sannitica uno dei massimi istituti bancari della Campania.

Va pure precisato che con il trasferimento del centro operativo a Napoli, la Banca Sannitica non abbandonò la sua vocazione agricola, basti ricordare che nel 1972, quando la politica del “credito agrario di esercizio” fu trasferita dal Ministero dell’Agricoltura alla Regione, fu appunto Mario Perlingieri a far notare all’assessore regionale all’Agricoltura che non era più ammissibile che il Banco di Napoli risultasse ancora l’unico gestore del credito agrario di esercizio, agevolato dal contributo pubblico sul costo degli interessi. Difatti fu fatta un’apposita legge regionale, con la quale veniva consentito a tutti gli istituti bancari operanti in Campania di erogare il credito agrario agevolato. La Banca Sannitica in tutta la regione vi occupò una primaria posizione, con notevoli vantaggi per le aziende agricole.

Giustamente lo studio diffuso da Realtà Sannita evidenzia le importanti iniziative in campo scientifico, oltre che in quello storico-culturale, assunte dalla Banca di Perlingieri con il coinvolgimento di tanti illustri studiosi dell’epoca, ad iniziare da Mario Rotili. Ma la Banca Sannitica non è stata solo il promotore e lo sponsor di tanti importanti studi; è stata anche protagonista di una grande ricerca condotta alla fine degli anni novanta dal noto docente dell’UNISANNIO, il prof. Ennio De Simone, dal titolo “La Banca Sannitica. Economia e credito a Benevento fra Ottocento e Novecento”, per le Edizioni Scientifiche Italiane, pubblicata nel 1999.

Il libro di De Simone fu presentato presso la sede del Rettorato dell’Università il 29 novembre del 1999. Io ebbi l’onore di esserne uno dei relatori, in quanto presidente della Camera di Commercio. In quell’occasione, nel mio intervento, tra l’altro, ebbi a dire: “La storia secolare della Sannitica ha essenzialmente due grandi protagonisti: Pietro Perlingieri (nonno dell’ex Rettore, prof. Pietro) che, in un ventennio di guida ne fa una banca provinciale; Mario Perlingieri, che ne assume la conduzione nel secondo dopoguerra e ne fa una banca regionale. Due personalità diverse, Pietro e Mario, ma ambedue dotate di grande carattere e intelligenza organizzativa e strategica.

L’economia provinciale era condizionata da una forte caratterizzazione di imprenditorialità individuale e familiare, dal primato dell’agricoltura e da uno stretto rapporto impresa-territorio. In una simile condizione economica e sociale una banca locale poteva correre il rischio di limitarsi ad una gestione angusta ed artigianale. Non fu così, perché Mario Perlingieri, pur mantenendo la Sannitica in quell’orizzonte economico-sociale, ne seppe fare una delle banche più efficienti, moderne ed innovative del Paese. E’ stata tra le prime banche di media dimensione ad introdurre i sistemi informatici. Tutto deve funzionare “in tempo reale”, diceva Perlingieri.

La parte più ricca della dote che la Sannitica ha portato alla Popolare di Novara è certamente rappresentata dalla qualità professionale del personale dipendente.

Non credo di non essere nel vero se affermo che Mario Perlingieri è stato uno dei più eccellenti imprenditori sanniti del dopoguerra. Anche per questo si meritò la nomina di Cavaliere del lavoro.

Lo studio del prof. De Simone mi ha convinto che il Sannio ha un debito di riconoscenza e di riconoscimenti alla memoria di Mario Perlingieri e a tutta la storia della Banca Sannitica.”

ROBERTO COSTANZO