La Campania di Costanzo tra memoria, impegno e futuro In primo piano

L’altra Campania, libro di Roberto Costanzo appena pubblicato dalle Edizioni Realtà Sannita con l’esplicativo sottotitolo Limiti e potenzialità di una regione difficile, ripercorre oltre mezzo secolo di storie, idee, dibattiti e polemiche su una regione ricca di bellezze e risorse, ma anche di diversità spesso apparentemente inconciliabili.

Una carrellata di articoli, scritti e riflessioni su tematiche di vario genere che in fondo dimostrano quanto sia stato difficile - e quanto lo sia tuttora - creare una salda identità campana tra le difficoltà di far convergere in una visione unitaria le attitudini, gli interessi e i bisogni delle aree costiere e di quelle interne, delle zone industriali e delle campagne, delle grandi città e dei piccoli borghi.

L’argomento non è nuovo, ma resta attualissimo soprattutto per la visione organica e il serrato raffronto tra le tematiche dei decenni scorsi e le questioni legate invece alla storia recente, prime fra tutte le energie rinnovabili, la tutela del territorio, la carenza idrica. Quello della Campania è insomma un percorso sempre in evoluzione efficacemente esaminato dal punto di vista dell’autore che, a quasi novantaquattro anni, è praticamente l’unico a poter vantare un settantennio di conoscenza e di attività pratica che gli consentono un’analisi quanto mai precisa e completa, spesso costellata da osservazioni acute, dalla consapevolezza di mutate esigenze e talvolta anche da oggettive valutazioni a posteriori: pochissimi, infatti, non conoscono la lunga e multiforme carriera di Costanzo, storico esponente della Democrazia Cristiana che ha dedicato tutta la vita all’amato Sannio e alla Campania e che oggi, con straordinaria limpidezza di idee e ancora in pieno vigore, è il testimone vivente di un’epoca ricca di mutazioni economiche, politiche, culturali e sociali.

Un punto di vista, il suo, veramente eccezionale sia per motivi anagrafici e sia per aver avuto modo di osservare il territorio per oltre mezzo secolo da ogni angolazione, non solo “sul campo” ma anche con l’impegno diretto, pur trovandosi in tal caso a dover agire mediando gli intricati filtri istituzionali che lo hanno però portato a comprendere veramente a fondo gli insormontabili ostacoli tecnici, burocratici e, non ultimi, politici, spesso responsabili di dannosi ritardi, di azioni inefficaci, di interventi inadeguati.

Quest’analisi sulla Campania è insomma scrupolosa, oggettiva e soprattutto multiforme, perché nel tempo è stata di volta in volta condotta da cittadino, da giornalista, da assessore provinciale e regionale, da parlamentare europeo e da presidente della Camera di Commercio di Benevento, senza contare il suo ininterrotto interesse per l’agricoltura concretizzatosi fattivamente con incarichi dirigenziali nel settore.

L’altra Campania, in virtù di tutto questo è dunque - non secondariamente - anche un’opera storica grazie alla longevità dell’autore e al tempo stesso un testo tecnico per la sua lucidità di analisi degli errori passati.

Indubbiamente la più illustre memoria vivente della nostra terra, Roberto Costanzo offre dunque una testimonianza rara e preziosa nell’epoca odierna in cui il passato si ignora con superficialità o non lo si conosce affatto, mentre gran parte degli pseudointellettuali sono mossi unicamente da invidie e autocelebrazioni e i politici, privi di passione, si votano alla critica, alla polemica e all’opposizione, senza mai cercare il confronto né tantomeno produrre idee.

Costanzo tra essi emerge invece come intellettuale e come politico di ben altro livello, protagonista e uno d’azione di un tempo per alcuni considerato forse ormai lontano, ma al quale inevitabilmente si lega il presente in cui lui è rimasto impegnato in prima linea: un grande saggio che ha sempre amato la sua gente e la sua terra e che, a dispetto dell’incombere degli anni, continua a dispensare disinteressatamente e con passione la propria esperienza.

Al nostro caro Onorevole Costanzo (sappiamo che non ama questo appellativo, ma ci perdonerà in quanto riteniamo gli sia più che dovuto) vanno dunque gli auguri per la sua nuova opera, senz'altro non l’ultima nella certezza che ancora a lungo racconterà la nostra terra e difenderà la nostra storia senza mai farci perdere la speranza di un domani migliore.

ANDREA JELARDI