Monsignor Accrocca esorta i giornalisti della Stampa sannita a rivestire le parole di dolcezza e mitezza In primo piano

Dolcezza e mitezza nell’utilizzo della parola, tanto scritta quanto parlata, seguendo le orme tracciate da San Francesco di Sales, esempio luminoso di mansuetudine e amabilità, il vescovo di Ginevra che all’inizio del XVII secolo, in anni difficili, contrassegnati da dispute accese con i calvinisti, fu scrittore fecondo e teologo di grande spessore.

Dolcezza e mitezza: le parole pronunciate e ripetute più volte da S.E. Mons. Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento, che ha voluto così esortare giornalisti, operatori dei media e animatori della comunicazione a farne tesoro per poi metterle in pratica durante lo svolgimento del proprio mestiere, perché a volte il parlare amabile apre una breccia perfino nei cuori più induriti.

In tempi difficili segnati da contese e divisioni, Francesco di Sales testimoniò a tutti l’amore di Dio con un atteggiamento mite e dialogante, divenendo così un modello di comunicatore ancora oggi attuale”.

Lo ha sottolineato questa sera, nella Cattedrale cittadina (cappella del Santissimo Sacramento), il Pastore della Chiesa Sannita durante la celebrazione eucaristica nella memoria liturgica del Santo Patrono della Stampa Cattolica.

La ricorrenza di San Francesco di Sales, infatti, viene festeggiata ogni anno il 24 gennaio in tutto il mondo cattolico e la Stampa Sannita - forte di un’antica, sentita e bella tradizione - lo ricorda da oltre 4 decenni con una Santa Messa, celebrata anche in suffragio dei giornalisti scomparsi.

Ma come fare la volontà di Dio per chi lavora nel settore della comunicazione?

Si può contribuire alla diffusione del bene - ha predicato mons. Accrocca - anche attraverso il vero e dunque filtrando le notizie e rifiutandosi di dare quelle false, solo per fare sensazionalismo ed avere qualche like in più sui canali social.

È vero - ha proseguito il presule - la cronaca nera è più immediata, fa subito scalpore, ma la cronaca bianca c’è ed è tanta, basta solo cercarla ed evidenziarla perché aiuta ad accrescere la speranza.

E ancora - ha concluso - si possono utilizzare le parole come fossero un unguento lenitivo. Oggi c’è tanta rabbia, amplificata soprattutto dai social, e le parole possono fare tanto male, invece è possibile dire sempre la verità, ma senza utilizzare le parole come fossero una clava per colpire il prossimo... Il segreto sta nel ricordarsi di comunicare la verità con dolcezza e mitezza”.

Ha concelebrato con l’arcivescovo il diacono permanente Ermanno Ricci, mentre le suore della Congregazione “Marta e Maria” hanno allietato con canti la Santa Messa.

A 400 anni dalla morte di San Francesco di Sales, giova ricordare che il 26 gennaio 2023 ricorre il centenario della sua proclamazione a “Patrono dei giornalisti cattolici” da parte di Papa Pio XI con l’Enciclica Rerum omnium perturbationem.

Da sottolineare, infine, che quest’anno la celebrazione eucaristica in Cattedrale ha rappresentato l’evento finale di un percorso iniziato in mattinata, cui hanno preso parte la Stampa Sannita, monsignor Accrocca e don Maurizio Sperandeo presso l’Oratorio “Angela Merici”.

In un confronto-dialogo, molto ben coordinato da Pina Pilla, autrice televisiva per TSTV Benevento, i giornalisti intervenuti hanno esternato, a turno, le parole che vorrebbero ascoltare di più, ma anche scrivere o dire più spesso nel lavoro che svolgono quotidianamente, chi per la carta stampata e chi per l’informazione online.

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it 

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