Pini, tra mattanza e sequestro spunta il ''giallo'' In primo piano
La “vicenda pini” al Viale degli Atlantici tiene banco da anni.
Chi è un assiduo lettore di Realtà Sannita sa che il nostro editorialista Mario Pedicini è stato il primo a prenderne a cuore le sorti e dopo tanti anni ancora non demorde, insomma: è diventata una vera e propria battaglia.
Perché?
Ebbene, il nodo sta tutto in due semplici verbi: curare e amare.
“Avere cura, sia dei viventi (gli alberi, le piante, gli animali) e sia delle cose (il viale, i marciapiedi, i parapetti) e amare come cosa propria. Ciò che si usa dire dell’Amministrazione deve essere detto per qualunque abitante, perché ogni cittadino, dal più vecchio al neonato, ha il dovere di curare e amare, ma anche il diritto ad essere informato e rispettato dall’autorità alla guida della comunità”, afferma Pedicini.
I pini sono un patrimonio pubblico, di cui qualsivoglia Amministrazione in carica deve avere cura e questi alberi - tanto vituperati da delibere, carte bollate e motoseghe - finora non erano mai andati giù (per la verità neppure un ramo) con le allerte meteo, nemmeno le più burrascose, ma tramite la mano dell’uomo sì!
Anno nuovo, nuovo capitolo e nuova battaglia…
In questo inizio del 2025 abbiamo assistito al taglio di altri pini lungo il viale più bello ed elegante di Benevento.
L’abbattimento degli alberi, ritenuti pericolanti da alcune perizie di esperti, ha suscitato grande dibattito in città e la ferma opposizione di “Altra Benevento è possibile”, del comitato “Giù le mani dai pini”, del movimento “Benevento Città Verde”, oltre che di numerosi cittadini.
Secondo l’Amministrazione il taglio si è reso necessario per la pubblica sicurezza e per la tutela del verde, essendo risultate essenze arboree d’alto fusto (in più punti della città) appartenere alla categoria D, ovvero la classificazione che ne impone il taglio, perché a rischio di crollo elevato, e la eventuale sostituzione.
Sono stati individuati: 19 pini lungo il Viale degli Atlantici, 11 in Via Pacevecchia, 7 in Via Fratelli Rosselli, 32 in Viale del Cimitero e 1 in Via Santa Colomba, per un totale di 70 rimozioni.
Motoseghe in azione, dunque, e la Professional Green - ditta di Paduli incaricata dei lavori dal Comune - ha iniziato ad assolvere al suo incarico, ma dopo pochi giorni, quando lungo il Viale degli Atlantici stavano per cominciare le manovre che avrebbero portato a tagliare l’ultimo albero di categoria D, ecco arrivare i carabinieri forestali ad eseguire il blocco delle operazioni, come disposto dal procuratore Gianfranco Scarfò e dal pubblico ministero Flavia Felaco.
I militari hanno notificato ai rappresentanti della ditta il sequestro cautelare delle conifere ancora da abbattere (come detto, ne è rimasta una soltanto) e del materiale accatastato.
In soldoni, viene ipotizzato, a carico del dirigente comunale all’Ambiente, Maurizio Perlingieri (unico indagato), un taglio senza autorizzazione della Soprintendenza, ritenuta necessaria in una zona sottoposta al vincolo di tutela.
Immediatamente l’assessore all’Ambiente, Alessandro Rosa, ed il vicesindaco, Francesco De Pierro, si sono dichiarati sereni, convinti di avere agito a tutela della pubblica e privata incolumità, affermando di avere inviato, come Amministrazione, tutti i carteggi alla Soprintendenza ed infine professando piena fiducia nella Magistratura.
È finita qui? Evidentemente no!
La Giunta comunale di Benevento fa di più e in una nota congiunta - frutto di un summit a Palazzo Mosti - esprime “solidarietà umana al dirigente del Settore Ambiente Maurizio Perlingieri: siamo convinti che riuscirà a chiarire l’assoluta correttezza del proprio operato nelle sedi opportune”.
Quindi, invocando la legge: “Procederemo ora ad approfondire le motivazioni dell’intervento della Procura della Repubblica e valuteremo le possibilità di proporre memorie difensive, istanze di dissequestro o impugnazioni, come previsto dalla legge”.
Breve riepilogo di quello che ha il sapore di un giallo: con nota dello scorso 9 gennaio il dirigente Perlingieri comunica per sintesi alla Soprintendenza gli esiti della perizia tecnica, affinché: “esprima il parere di competenza e indichi le varietà arboree ritenute più idonee a essere impiantate”.
Il 10 gennaio la Soprintendenza chiede al Comune la “trasmissione della perizia integrale e delle planimetrie delle sostituzioni degli elementi arborei”.
Perlingieri controreplica il 21 gennaio fornendo un link digitale da cui reperire la documentazione richiesta “atteso che trattasi di file di grosse dimensioni”.
I funzionari della Soprintendenza dichiarano, però, il 22 gennaio agli inquirenti che “la missiva del Comune era di fatto improcedibile”.
Frattanto, il taglio degli alberi era già iniziato la mattina del 17 gennaio, mentre il decreto di sequestro preventivo d’urgenza viene eseguito 6 giorni dopo dai carabinieri, vale a dire nel pomeriggio del 23 gennaio, quando oramai 18 pini su 19 erano già stati tagliati.
ANNAMARIA GANGALE
Foto di Mario Pedicini