Provincia in bilico. Cecere (PD) d'accordo con l'UPI per l'abolizione di quegli Enti sorti negli ultimi 20 anni In primo piano
L'ing. Sabatino Cecere, consigliere provinciale di Benevento del Partito Democratico, interviene nel dibattito politico scaturito a seguito del decreto legge per la soppressione della Provincia sannita.
Il Consigliere, affermata la totale adesione alla ferma presa di posizione del Presidente Aniello Cimitile, ha sottolineato che la lotta della comunità locale contro il Decreto n. 138 riguarda tre questioni di fondamentale rilievo:
1) salvare un ente pubblico territoriale con 150 anni di storia e dotato di forte identità culturale, come peraltro sottolineato, tra gli altri, con notevoli argomenti dal prof. Domenico De Masi;
2) ribadire il diritto sancito dalla Costituzione repubblicana, che affermò, finito il conflitto mondiale, i princìpi della democrazia rappresentativa dopo gli anni della dittatura, di riconoscere la possibilità di tutti i cittadini, quindi anche dei Sanniti, di auto-determinare il destino del proprio territorio intervenendo nella sede istituzionale propria;
3) impedire l'ulteriore depauperarsi dei servizi pubblici sul territorio (e cioè sostanzialmente: la Prefettura, la Camera di Commercio, l'INPS, etc.).
“Come uscir fuori da questa iattura?”, si chiede il consigliere del PD: ebbene, la soluzione da lui proposta è quella che fa riferimento a precise indicazioni dell'UPI, l'Unione delle Province Italiane.
“L'UPI - ha infatti ricordato Cecere - si è dichiarata favorevole ad abolire le Province che si sono costituite negli ultimi 20 anni.
“In altri termini - ha precisato il consigliere provinciale - l'Associazione rappresentativa delle Province italiane, si è detta d'accordo sulla diminuzione del numero di questi enti sopprimendo quelli istituite dopo gli anni '70 del secolo scorso e che, duqnue, non possono vantare la stessa identità storica di un ente quale la Provincia di Benevento, che fu istituita invece da Giuseppe Garibaldi il 25 ottobre 1860 a coronamento della lotta risorgimentale. L'UPI - ha ricordato Cecere - ha sottolineato che negli ultimi anni, sotto una pressante spinta del Parlamento e delle lobby locali, contro il parere delle Province stesse e dell'UPI, che si è sempre opposta, il numero delle Province è cresciuto considerevolmente e si è passati dalle vecchie 70 alle attuali 107”.
Secondo il consigliere del PD, che peraltro ritrova la propria opinione anche nel discorso pronunciato dal presidente Cimitile aprendo i lavori del Consiglio provinciale del 19 agosto, “questa misura potrebbe costituire un emendamento che la Deputazione parlamentare sannita dovrebbe farsi carico di presentare in occasione della discussione nelle Aule di Senato e Camera per la conversione in legge del decreto”.
“Se poi la soppressione delle Province “giovani” fosse accompagnata da un analogo provvedimento per quelle coincidenti con le aree metropolitane (Roma, Milano, Napoli, etc.), come peraltro si prevedeva già 21 anni con la legge 142 mai attuata - aggiunge Cecere - ebbene sarebbero conseguiti gli auspicati risparmi di spesa pubblica e si salverebbero le istituzioni e i poteri di rappresentanza delle aree marginali”.
“Soprattutto - aggiunge il consigliere - se tutto questo fosse accompagnato da altre misure che ancora l'UPI sollecita e consistenti della soppressione di “quei famosi 7.000 consorzi, aziende e società, che oggi occupano 24.000 persone nei consigli di amministrazione e che si occupano di materie che la Costituzione assegna a Province e Comuni”.
Cecere, infine, ha sottolineato il calcolo sviluppato dall'UPI da questo pacchetto di iniziative: “si risparmierebbero ben 2,5 miliardi di euro: vale a dire 22 volte il presunto risparmio dei costi della politica derivante dalla riduzione delle Province con meno di 300mila abitanti”.