Realtà Sannita verso i 50 anni, la dedizione e la perseveranza di Maria Gabriella Fuccio In primo piano

Eccoci tornati nello spazio dedicato al rilancio dei nostri beni culturali e ai sanniti che si fanno onore nel mondo. Protagonista della nostra intervista è in questo numero il nostro direttore, la prof.ssa Maria Gabriella Fuccio, docente presso l’Istituto Tecnico Industriale G.B. Lucarelli di Benevento, che in maniera impeccabile prosegue l’attività del quindicinale di informazione e discussione Realtà Sannita fondato dal suo compianto papà il dott. Giovanni Fuccio che ebbe anche la splendida intuizione, qualche anno fa, di creare lo spazio “ Realtà Giovani” sul quale ho l’onore di scrivere, insieme a tanti coetanei, sin dal numero 0. La ringraziamo per la disponibilità e per il tempo che ci ha dedicato e a nome di tutta la comunità del Sannio le rinnoviamo le nostre congratulazioni e la nostra intramontabile riconoscenza per aver permesso a questa splendida “realtà a stampa” di non cessare di esistere. 

Prof.ssa Fuccio che studi ha compiuto e quale era il suo sogno da ragazza?

Ho frequentato il liceo classico Pietro Giannone a Benevento e poi ho studiato Economia e Commercio a Napoli presso l’Università degli Studi Federico II. Il mio sogno da ragazza? Mi sono appassionata alla matematica, alla statistica, all’economia e alla matematica finanziaria (materia nella quale sono abilitata all’insegnamento). Il sogno era sicuramente quello di affermarmi professionalmente nell’ambito degli studi fatti e avere un ruolo nella società civile. 

Sono approdata così alla professione libera di dottore commercialista e in seguito all’insegnamento.

Non pensavo di fare anche la giornalista. Piuttosto è stato un percorso di una figlia d’arte.

Da sempre mio padre ha condiviso con tutta la famiglia le sue passioni: la storia, la politica, la cultura della lettura e dell’informazione per poter avere un ruolo attivo nella società e non solo da spettatore.

La casa era piena di quotidiani e articoli ritagliati. La libreria sempre disordinata e la scrivania piena di fascicoli e libri. L’appuntamento a cui non ci si poteva sottrarre era sempre con il TG1 alle 13,30 e alle 20.

Crescere in questo ambiente ti spinge a dare valore all’informazione e alla serietà dell’informazione. Di qui anche il desiderio, maturato inconsapevolmente e poi emerso, di fare informazione locale sulla scia tracciata da mio padre.

Immaginava che un giorno sarebbe divenuta il Direttore di Realtà Sannita ?

Non immaginavo affatto di fare il direttore di Realtà Sannita ma quando mio padre è mancato quasi improvvisamente non ho avuto alcun dubbio: Realtà Sannita doveva continuare ad esistere. Non avevo da riflettere molto perché tutti gli amici della redazione mi hanno incoraggiato a continuare. Avevo fatto esperienza di giornalista pubblicista negli anni ’90 e nell’ultimo periodo invece mi occupavo della parte amministrativa tralasciando l’attività di redazione.

Conoscevo bene però l’attività editoriale, l’impegno necessario e scadenzato per la pubblicazione di un periodico, la tempistica del quindicinale e l’intero gruppo di redazione che mio padre aveva creato e che nel tempo si era ampliato. Ricordo benissimo quando ero bambina e gli articoli negli anni ’80 venivano scritti con la macchina da scrivere e consegnati a casa nostra. Poi un collaboratore li digitava e si portava il vecchio floppy disk in tipografia. Le cose sono cambiate, ora è tutto più facile e snello ma l’odore dell’inchiostro quando esce il giornale fresco di stampa è sempre lo stesso.

Insomma, ero dietro le quinte ma sono vissuta e cresciuta con l’impegno e la grinta che mio padre metteva nella sua passione giornalistica. D’altronde c’è sempre stata una grande affinità caratteriale ed una forte intesa con mio padre il cui vuoto è davvero incolmabile.

Riesce a conciliare la sua vita di moglie, mamma, docente e giornalista?

Ritengo che una donna che vuole lavorare e si vuole affermare nella vita professionale non debba rinunciare a formare una famiglia. Deve però essere consapevole dell’impegno e dei grandi sacrifici a cui si va incontro per cercare di fare tutto al meglio e non … alla perfezione.

Si può conciliare tutto con una discreta organizzazione e rinunciando ad un po’ di tempo da dedicare a se stessa. Ho tre figli maggiorenni di cui due studenti fuori sede e l’ultima diplomanda al liceo…ma se mi guardo indietro ricordo bene tanto affanno negli in cui erano bambini e inevitabilmente avevano bisogno di maggiore cura e attenzione quotidiana.

Ci esporrebbe brevemente quali sono le criticità che incontra chi decide di intraprendere la carriera giornalistica? 

La professione del giornalista ha ancora un grande fascino ed un’attrattività. Purtroppo il percorso è articolato soprattutto per chi ritiene di farne una professione per vivere. Collaboratori e freelance sono sottopagati e la stabilizzazione presso una redazione è complessa oltre all’obbligo di dover sostenere l’esame per giornalista professionista.

Diverso è il discorso per il giornalista pubblicista che è a tutti gli effetti un giornalista ma che nella vita può decidere di vivere di altro e continuare a coltivare la passione giornalistica.

Realtà Sannita è anche una casa editrice. Ci racconta brevemente anche dell’esperienza di editore?

Nel 1978 mio padre Giovanni Fuccio fondò il periodico e nel 1989 con il primo volume I sindaci di Benevento scritto con Mario Pedicini ebbe inizio l’avventura editoriale. Da quel momento è stato un susseguirsi di volumi di storia locale, personaggi sanniti, paesi della provincia. Di anno in anno il catalogo si è arricchito di pubblicazioni apprezzate fino a raggiungere i 190 titoli pubblicati.

Un patrimonio culturale creato dalla passione e dall’entusiasmo di mio padre e a cui tengo moltissimo e che intendo portare avanti con amore e dedizione per preservare una ricchezza di storia e cultura del territorio.

Vorremmo conoscere la sua opinione sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale e sui rischi dell’uso di quest’ultima nel giornalismo.

Non me la sento di strillare “pericolo alle porte”. Sono aperta alle novità, alla tecnologia e al cambiamento inevitabile dei tempi oltre ad avere fiducia nel progresso. Il mondo cambia e la digitalizzazione ha ormai invaso tutti i settori con enormi vantaggi. Ritengo che l’intelligenza artificiale sarà di supporto al giornalista, così come tante innovazioni hanno cambiato la professione del giornalista, ma non potrà sostituirsi al commento e alla riflessione e al punto di vista del giornalista.

Secondo Lei tramonterà mai la carta stampata?

La crisi della carta stampata è innegabile, si legge sempre di meno e ci si informa sui social attraverso le notifiche dei notiziari. I rischi sono quelli di un’informazione flash priva di riflessioni autorevoli. Purtroppo sono soprattutto i giovani a fruire di questo tipo di informazione e a tenersi lontano dai quotidiani.

Esiste però ancora una generazione di lettori che ama il contatto con la carta e il suo profumo e che riuscirà a tener viva l’informazione su carta stampata che avrà ancora lunga vita.

Prof.ssa Fuccio, da difensore della storia e della cultura di questa terra crede che la nostra città possa riscattarsi facendo ricorso a tutte le risorse paesaggistiche, storiche, culturali e antropologiche che possiede per invertire la tendenza al progressivo spopolamento?

Una questione vecchia ma di difficile soluzione. Trattenere i giovani qui è la più grande scommessa del Sannio perché purtroppo non si trovano opportunità di lavoro idonee ai profili ed alle aspettative per le quali tanti ragazzi hanno studiato. E’ giusto puntare l’attenzione sui punti di forza del territorio quali le bellezze paesaggistiche, la storia, l’arte, la cultura e agroalimentare, ma non basta.

Bisogna creare opportunità per nuovi investimenti e per l’innovazione tecnologica oltre all’impegno della politica a creare un tessuto economico dove ci sia ancora spazio per le nuove generazioni.

Spesso ne parlavo anche con mio padre che credeva fortemente nel ruolo dell’informazione e dell’editoria come strumenti che contribuiscono con il dibattito alla crescita non solo culturale ma anche economica di un territorio.

Avverto quindi la responsabilità del ruolo che rivesto e dell’impegno a portare avanti un progetto editoriale che vive da circa 50 anni nel nostro Sannio.

GIUSEPPE NICCOLO’ IMPERLINO

FOTO DI ANNAMARIA GANGALE