Un vero disastro l'economia sannita In primo piano

Una provincia virtuosa, collocata in posizione strategica e con un ambiente socio-economico sano, a scarsissimi tassi di criminalità organizzata, con diversi segni di vitalità, ma fortemente limitata dalla carenza di infrastrutture, in particolare di quelle stradali ed interessata da invecchiamento della popolazione e dispersione di energie giovani. È la fotografia del Sannio che emerge dal rapporto Dove va l’economia sannita, presentato nel pomeriggio del 4 dicembre 2018 all’Auditorium San Vittorino di Benevento. Davanti al gremito parterre hanno parlato politici, imprenditori, economisti, rappresentanti delle istituzioni. Il coordinamento è stato affidato al giornalista Nando Santonastaso.

Frutto di un’accurata ricerca condotta in partenariato tra Confindustria Benevento e l’Università del Sannio, il rapporto costituisce un prezioso momento di conoscenza per capire le criticità del nostro sistema economico, come anche i punti di forza, e così agire per creare condizioni di sviluppo.

La ricchezza prodotta in provincia incide per il 4,4% sul totale della Campania, producendo 4,5 milioni di euro ed è generata soprattutto dal settore dei servizi (a seguire il comparto manifatturiero e poi quello agricolo). L’andamento del PIL tra il 2005 ed il 2015 mostra una forte volatilità del tasso di crescita annuo, che risente della crisi più che altrove nel Mezzogiorno e nella Campania.

La popolazione occupata in provincia, al 2017, ammonta al 41,5% della popolazione (per un totale di 90mila unità). Un dato di certo non esaltante, che colloca il Sannio al di sotto della media nazionale. Per quanto riguarda i NEET, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, il loro numero colloca Benevento alla 90a posizione su 107 province in Italia.

Il territorio beneventano si trova in posizione strategica rispetto all’asse tirrenico adriatico, ma soprattutto rispetto al triangolo industriale degli stabilimenti di FCA di Melfi, Pomigliano e Cassino. Vi è un’ampia disponibilità di aree per insediamenti produttivi ed un tessuto sociale sano ed esente da fenomeni di delinquenza (tant’è vero che Benevento si colloca tra le prime dieci province virtuose). Il patrimonio storico, culturale, ambientale ed enogastronomico è variegato e significativo. Dal 2011 il capoluogo sannita è patrimonio Unesco per la sua Chiesa di Santa Sofia e le tracce lasciate sul territorio dai longobardi. Tuttavia, vi è ancora la mancanza di una identità turistica e scarsa conoscenza del territorio e del suo patrimonio all’esterno. Il sistema produttivo, formato da migliaia di aziende, è piuttosto frammentato e di fatto le PMI non investono su innovazione e ricerca. Ogni anno la provincia in termini di abitanti perde un comune grande come il paese di San Lupo. Il progressivo abbandono da parte dei giovani, lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione, rendono concreto il rischio di perdere dei presìdi importanti per la popolazione, come anche la chiusura degli istituti di credito e il dissesto dei piccoli comuni, con contrazione dei servizi pubblici.

Permane dunque il divario Nord-Sud e di questo è responsabile anche la bassa qualità delle istituzioni a livello locale. Per stimare la qualità delle istituzioni il rapporto presenta l’IQI, cioè l’Institutional Qualiti Index, costruito dai docenti Unisannio Nifo e Vecchione nel 2014, sulla base di cinque parametri: 1) partecipazione, 2) efficacia dell’azione di governo, 3) qualità della regolamentazione, 4) certezza del diritto, 5) corruzione. Tutta la letteratura economica recente attribuisce un ruolo chiave alla buona qualità delle istituzioni, perché essa rafforza l’economia dei territori e la qualità dell’impresa in particolare.

A quali conclusioni, dunque, approda il rapporto?

Esse sono, principalmente, tre:

1. Attrarre investimenti pubblici e privati;

2. Migliorare le infrastrutture ed i servizi essenziali;

3. Supportare i giovani con delle politiche mirate.

Il rapporto insiste sulla necessità di un collegamento adeguato con Napoli, condizione indispensabile per attrarre nuove residenzialità, turisti e giovani nella nostra zona. Di investire sui servizi, in particolare sanità e scuola. Ma, più di tutto, di trattenere i giovani sul territorio, da un lato valorizzando l’autoimprenditorialità, dall’altro favorendo lo switch tra sistema produttivo e giovani talenti, con forme di collaborazione istituzionale più stringenti tra università e associazioni di categoria.

In un territorio numericamente poco importante nel panorama regionale e nazionale, ma caratterizzato da significative eccellenze, è indispensabile una forte coesione istituzionale.

CARATTERISTICHE DEL RAPPORTO

Sulla copertina del rapporto compare l’opera “La montagna di sale” di Mimmo Paladino. I cavalli sono un omaggio al Don Chisciotte di Cervantes ed appaiono come tessere di un mosaico deflagrato. L’immagine ricorda una distesa di rovine e ricorda la lotta degli elementi per vincere la forza della natura. È come se ci trovasse su di un campo di battaglia, tra cavalieri perduti e rovine fra le quali si aggirano con difficoltà. Sullo sfondo, l’immagine della tempesta appena passata. Più in là, l’emergere di un paesaggio nuovo in cui nulla è più come prima. I più deboli sono stati spazzati via per lasciare posto ai più resilienti, scelti al termine di un processo di selezione naturale. Un po’ la metafora del nostro tempo di crisi: resta chi è più adatto a restare.

Gli autori del rapporto sono:

Pasquale Lampugnale, Presidente Piccola Industria Confindustria Benevento e Vice Presidente con delega al Centro Studi

Giuseppe Marotta, Docente di Economia applicata presso Unisannio nonché Direttore DEMM

Anna Pezza, Direttore Confindustria Benevento

Francesca Zamparelli, Referente area economica e legislativa Confindustria Benevento

Annamaria Nifo, Docente di Economia applicata presso Unisannio

Biagio Simonetti, Docente di Statistica Unisannio

Marcello Stanco, Dottorando DEMM Unisannio

Maria Petrillo, Dottoranda DEMM Unisannio

Maria Raimondo, Dottoranda DEMM Unisannio

Piergiorgio Marigliano, Studente di Economia all’Unisannio.

LUCIA GANGALE 

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