Concorsi alla Provincia, Agostinelli: ''Cultura del sospetto e odio politico ma il Pd scivola nell'incoerenza'' Politica

Cultura del sospetto e odio politico si sono mescolate nelle ultime ore in un becero tentativo di gettare ombre su alcune procedure concorsuali alla Provincia di Benevento: è evidente che non c’è nessun altro scopo che provocare danni d’immagine ad un partito, ad un leader e ad una classe dirigente, instillando veleni e disseminando illazioni e congetture. Davvero uno sporco gioco”, così in una nota il segretario provinciale di NdC Carmine Agostinelli.

È evidente che tutti coloro che si sentono lesi da questa campagna di stampa, si difenderanno nelle sedi competenti e che le decisioni della giustizia amministrativa rispetto al complesso tema dei meccanismi per le graduatorie saranno applicate, senza remore. Ma sotto il profilo politico è impossibile sottacere alcune enormità. Si addebita a chissà quale disegno la vittoria di un concorso da parte di un sindaco, della provincia di Avellino, che non è mai stato né iscritto, né vicino a NdC.

Al contrario è del Partito democratico, formazione politica a cui è stato iscritto e che è alternativa al nostro partito da anni, qui nel Sannio. Ma lo sanno questo i consiglieri provinciali del Pd che hanno scelto di speculare? Anche altri vincitori dei concorsi tirati in ballo dagli articoli de Il Fatto quotidiano, hanno ricoperto ruoli politici, ma con appartenenza ad aree politiche diverse da quella mastelliana. Senza contare che su questi versanti, il Pd rischia di scivolare in una clamorosa incoerenza: il segretario provinciale attuale è a sua volta un dipendente di una partecipata della Provincia.

Non entriamo nel merito di quelle procedure: una cosa è certa, lo zio era il presidente di quella partecipata. Anche in altri enti, su posti e appartenenza al Pd, si potrebbero citare esempi quantomeno discutibili. La pratica dell'insinuazione, tuttavia, non è nè nobile, né produttiva. Comprendiamo che altri siano costretti a ricorrervi per assoluta assenza di consenso politico ed elettorale, ma che anche il Pd debba scendervi è segno delle pessime condizioni cui questo partito è ridotto nel Sannio”, conclude Agostinelli.