A Benevento casa per studenti alimentata a idrogeno Società

Diciamo la verità: con il prezzo dell’energia elettrica e del gas alle stelle, chi non vorrebbe dare un bel taglio alle bollette, che oramai procurano più ansia di una lettera dell’Agenzia delle Entrate?

Si è arrivati al punto che quando nella propria casa si entra in una stanza e si accende la luce dopo pochi minuti arriva un familiare a seguito che - manco fosse un agente della Gestapo - ringhia minaccioso: “Che stai facendo? Per quanto ancora vuoi tenere la luce accesa? La corrente costa!”.

E ancora, come dimenticare quei gustosi manicaretti cotti al forno, certezza fissa e prelibata della domenica oziosa e opulenta, oggigiorno relegati all’una tantum, perché si sa la cottura al forno è più lunga... Ed in lontananza si ode il ritornello de “La Rappresentante di Lista”: “Con le mani, con le mani, con le mani, Ciao, ciao. Con i piedi, con i piedi, con i piedi. Ciao, ciao”.

Ma in fondo al tunnel, ecco apparire un puntino luminoso, quella luce salvifica che ci traghetterà in un futuro sempre più pulito, almeno si spera, stiamo parlando di un prototipo, un piccolo edificio sito a Benevento completamente alimentato a idrogeno.

La struttura è ubicata in via San Pasquale, presso le residenze universitarie dell’UniSannio (Complesso ex iPai), ed attualmente è abitata da due studentesse del corso di laurea magistrale inter-ateneo in Ingegneria Biomedica.

Il fabbricato, che già era ad energia quasi zero, ovvero, nZEB (nearly Zero Energy Building) è diventato oggi un edifico ad emissioni zero, cioè, H-ZEB (Hydrogen Zero Emission Building) arricchendosi così di nuove tecnologie che permettono la transizione energetica attraverso l’utilizzo dell’idrogeno.

In soldoni: alla produzione di energia rinnovabile da fonte solare e geotermica già in uso si è aggiunta l’installazione di una cella a combustibile (fuel cell) alimentata al 100% da 8 bombole di idrogeno per la produzione combinata di energia elettrica e calore necessari a soddisfare le richieste energetiche della struttura.

L’immobile è stato progettato e realizzato da Stress e dall’Università degli Studi del Sannio come intervento dimostratore in scala reale del progetto di ricerca Smart Case “Soluzioni innovative multifunzionali per l’ottimizzazione dei consumi di energia primaria e della vivibilità indoor nel sistema edilizio”.

Un motivo di orgoglio per la città di Benevento, il suo Ateneo e la Campania che ospitano la prima installazione in Europa, su un edificio reale, di un microcogeneratore a celle a combustibile ad ossidi solidi alimentato ad idrogeno puro.

L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione nata nell’ambito dell’Associazione Italiana per l’Idrogeno e Celle a Combustibile - H2IT fra Stress e l’azienda italiana Solid Power SpA e che ha trovato - come detto - sbocco applicativo presso l’edificio dimostratore dell’Università del Sannio.

L’immobile sperimentale di Benevento diviene, con questa applicazione, una «palestra tecnologica» per lo sviluppo ed il testing delle tecnologie dell’idrogeno in grado di rispondere alle particolari esigenze del settore residenziale.

Lo stabile è inoltre un Living Lab essendo completamente monitorato attraverso le più avanzate tecnologie domotiche atte ad individuare - real time - prestazioni, criticità e potenzialità, con l’obiettivo sia di favorire l’accettabilità sociale delle tecnologie dell’idrogeno in riferimento agli aspetti di sicurezza e ai benefici ambientali, sia di formare nuove figure professionali sulle tematiche energetiche.

Estremamente soddisfatto il rettore dell’UniSannio, Gerardo Canfora, che ha così commentato: Questo è un Living Lab che ci consente di sperimentare non solo tecnologie innovative, ma anche la contaminazione fra tecnologie diverse per ottenere, fino a ieri, risparmio energetico, oggi aggiungiamo al risparmio energetico - che rimane il focus delle attività del laboratorio - un passettino in più in quanto grazie all’idrogeno ci avviamo verso l’impronta nulla, ciò significa sostanzialmente che riusciremo a produrre anche l’energia che servirà a tenerla attiva senza inquinare l’ambiente”.

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it