A Carnevale ogni scherzo vale Società

Carnevale tradizionalmente è il periodo preferito dai burloni, ossia tutti coloro che si divertono a fare scherzi. Memorabile fu la beffa delle false teste di Modigliani, quando, nel 1984, tre studenti livornesi fecero ritrovare tre teste in marmo che più di un critico d’arte attribuì senza alcun dubbio all’artista, ma che invece erano state realizzate in casa con moderni trapani e martelli.

Ma lo scherzo più celebre di tutti i tempi, anche se tale non era nelle intenzioni del suo autore, fu quello della storica radiocronaca de La guerra dei mondi, recitata da Orson Welles nel 1938: il futuro regista lesse una riduzione in forma di sceneggiato del romanzo di fantascienza di H. G. Wells, in cui l’invasione aliena era stata spostata negli Stati Uniti di allora. Sebbene la radiocronaca fosse stata presentata subito come un’opera di finzione, migliaia di ascoltatori che avevano acceso la radio a programma già iniziato, credettero che fosse realmente in corso un’invasione aliena e si scatenò il panico in tutta la nazione.

Oggi una storia del genere fa di certo sorridere, ma bisogna tener presente che all’epoca non esistevano televisione e computer e vi era un unico canale radio, per cui gli sventurati radioascoltatori di 75 anni fa non potevano in alcun modo verificare se le notizie che ascoltavano fossero reali o meno. Oggi, una burla di tale portata sarebbe irrealizzabile, data la molteplicità dei canali d’informazione a disposizione del cittadino medio (il che è un bene, dato che le notizie sono materia troppo preziosa perché qualcuno ne possa detenere il monopolio), ma ciò non toglie che, ai tempi del web, internet è diventata un perfetto vettore per beffe d’ogni tipo.

Senza avere la pretesa di gettare nel panico un’intera nazione, è abbastanza facile diffondere una menzogna, una voce o una semplice leggenda urbana in rete e spacciarla per verità, abbindolando un numero elevato di creduloni. Gli esempi di questo genere non scarseggiano, a partire dal cosiddetto scandalo dei gatti in bottiglia: anni fa apparve in rete un sito che forniva istruzioni su come allevare gatti bonsai infilandoli appena nati all’interno di bottiglie di vetro e poi nutrendoli attraverso il collo di queste. Il sito era corredato di foto che mostravano alcuni gatti cresciuti in bottiglia. Immediate furono le reazioni di sdegno da parte della comunità virtuale, che all’unanimità chiedeva la cessazione di tale crudeltà e l’immediata liberazione dei poveri animali (si mobilitò in tal senso anche Licia Colò in un popolare programma televisivo). Fortunatamente, nessun gatto era mai stato sottoposto ad un trattamento così inumano: si trattava di una burla ideata da alcuni studenti del MIT, prestigioso ateneo statunitense.

Così come, più o meno un anno fa, un artista francese di nome Pascal Witaszek pubblicò alcune sue opere, consistenti in locandine cinematografiche (dipinte con un realismo tale da sembrare quasi delle fotografie) di film palesemente inesistenti. Uno in particolare, il manifesto di un biopic su Walt Disney, girò poi per parecchi siti fino a convincere numerosi cinefili che fosse davvero in preparazione una pellicola sul creatore di Topolino, cosa che purtroppo non corrisponde al vero.

Questo dimostra come sia facile approfittare del web per prendersi gioco del prossimo, sia a Carnevale (o il 1° di aprile) che nel resto dell’anno. Per non cadere vittima di inganni, di beffe, o di semplici scherzi, è sempre consigliabile non accettare per oro colato tutto ciò che leggiamo in rete, ma verificare le notizie, magari consultando siti di comprovata affidabilità o anche i motori di ricerca più in uso, poiché, parafrasando il detto di un celebre telefilm di qualche anno fa, “la menzogna è là fuori”.

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO 

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