Ecco la bottega di un liutaio beneventano     Società

Perché un giovane appassionato della musica decide di far diventare lo strumento che conosce ed ama - il violino - il centro di un’attività lavorativa affascinante e particolarissima? Me lo sono chiesto curiosando nella bottega da liutaio di Enrico Minicozzi. Mestiere insolito e difficile il suo, soprattutto laddove - come da noi - non esiste una tradizione recente e bisogna “ricostruire” il territorio, attivando meccanismi di conoscenza e partecipazione nella realtà culturale in cui si opera.

La liuteria è arte nobile ed antica. Riconosciuta universalmente come la migliore del mondo, l'abilità italiana nel costruire strumenti musicali ad arco ed a corde si radica nel corso dei secoli nel Nord della penisola, soprattutto a Cremona, identificando la perfezione nei prodotti di grandi famiglie di artigiani (Stradivari, Amati, Guarneri). Meno conosciuta - se non dagli addetti ai lavori - è la produzione napoletana, forte di una qualità e di una storia anche qui lontana nel tempo, che origina dalla costruzione di strumenti a pizzico ed a plettro quali liuti, mandolini, chitarre e che ad un certo punto si apre verso gli archi, dando vita nel Settecento ad una importante 'scuola', che ha nella famiglia Gagliano uno dei suoi punti di forza.

Chiacchiero di questo e di altro con Enrico mentre lui, con attenzione e cura, maneggia il riccio di un violino. Il suo laboratorio è affollato di attrezzi, di sagome lignee ancora informi, di strumenti finiti che attendono controllo e cura delle ferite degli anni, una operosità ed un'atmosfera del 'buon tempo andato', insieme al profumo forte della materia prima e delle vernici.

“La mia scelta - ci dice Enrico - nasce dalla passione per la musica e per l'attività manuale: l'amore per un elemento vivo quale il legno, nel mio caso, si è coniugato con una competenza nata da studi specifici fatti a Gubbio ed approfonditi - nelle tecniche di costruzione, preparazione e restauro - presso botteghe di maestri liutai. È stata una scelta convinta ma non semplice: è ancora tutto un po' faticoso in una città come Benevento, dove esiste una realtà musicale ancora in fase di crescita. Tuttavia io faccio un lavoro che amo, di cui sono pienamente soddisfatto ed in cui investo tutto quello che ho. E poi so che i musicisti hanno sempre bisogno di figure specializzate per la manutenzione dei loro strumenti, e questo mi fa sentire utile. E so che c'è molto interesse da parte dei giovani - anche ragazze - nei confronti di questa attività. Il mio è un mondo affascinante, da consigliare però solamente se scatta quella scintilla che poi ti spinge a fare qualsiasi cosa pur di dare concretezza al sogno, nella consapevolezza che non si finisce mai di imparare. In quest'ottica mi piacerebbe che la mia bottega diventasse una scuola; per adesso ho con me due allievi, poi vedremo”.

Ed allora, aspiranti liutai e semplici spettatori, coraggio, entrate in questo atelier piccino nascosto nella parte alta del Corso Garibaldi - al numero 75 di via Umberto 1 - è il luogo migliore per conoscere ed apprezzare un'arte poco praticata assistendo alla trasformazione di un pezzo di legno in una elegante scatola sonora. Vi assicuro che sarete accolti da un sorriso, avrete il privilegio di prendere parte ad una piccola magia e, soprattutto, non ve ne pentirete.

CARLOTTA NOBILE 

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